"Gridatelo dai tetti...."

Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO  di  Marilena Marino

Ma Gesù mette nella verità e afferma“perché pensate cose malvagie”… queste parole possono essere anche cattive ma dette da Gesù si capisce che sono solo una esortazione misericordiosa.

Poi… cosa è più facile… qui una domanda interrogativa imbarazzante e difficile per la gente poi ordina… Alzati e và a casa tua… probabilmente con voce alta e decisa, un comando, un forte ordine alla malattia di scomparire, proclamato con sicurezza, misericordia per il paralitico e sapienza per quelli che assistevano al miracolo… una dimostrazione del potere conferito da Dio.

Le folle alcune prese da timore, ma anche altre che davano Gloria a Dio.

Ora immaginati di essere “presente”… di assistere ad una scena del genere, che emozioni avresti vissuto?


Ecco abbiamo visto come certe frasi molto precise danno suggerimenti utili per la proclamazione. Certe frasi che lo scrittore ha impostato possono suggerire se la situazione è premurosa, arrabbiata, ironica, serena, o tanti altri tipi di emozioni.

Anche la struttura della frase e la successione delle idee e delle scene possono indicare diversi stati d’animo, diverse intonazioni, diverse finalità.

Gli scrittori usano espressioni colloquiali, figure retoriche, eufemismi, aggettivi particolari per rivelare i propri sentimenti; è quindi importante che chi proclama la Parola ricerchi questi indizi e faccia molta attenzione a queste particolari frasi di carattere.

Ancora un altro esempio preso dal Vangelo di Marco al capitolo 9,23-27:

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio! E Gesù gli ordinò severamente: Taci! Esci da lui!. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!”.

Si intuisce che Gesù proferisce una parola di comando, un ordine brusco, in questo caso. Questo indizio ci fa comprendere, dunque, che il rimprovero che scaturisce dalla frase del Maestro, si avvale di un tono di voce, di una timbrica che implica un comando autorevole, potente, una forza intensa.

Questi colori, questi toni di voce ci aiutano moltissimo ad entrare nel contesto in cui si svolge il racconto e ci invitano ad assumere le stesse colorazioni d’intonazione vocale, quando incontriamo nella lettura passi simili.

Possiamo così esercitarci a leggere, cogliendo questi particolari aspetti e focalizzarci anche con una certa memoria visiva nel racconto, per cercare di assimilare la diversità delle parole e degli aggettivi o dei verbi in esso contenuti che sottolineano, appunto, una diversa modalità di toni e timbri da impiegare, come nel caso descritto sopra.

Per poter dare la giusta collocazione espressiva al testo, sarebbe interessante e istruttivo concentrarsi in quest’ambito, dal momento che alcune frasi possono dare suggerimenti sulla natura dell’ispirazione dell’autore.

In tanti momenti e in tanti passi dell’Antico e del Nuovo Testamento, si possono cogliere sfumature di dolcezza, disapprovazione, felicità, leggerezza, angoscia, dubbio, rabbia, contemplazione, silenzio, rumore, solitudine, festa, ecc.

Quando i lettori imparano a identificare queste differenze di terminologia, di sentimenti, di colori e sfumature variegate, possono adattare le loro voci e i loro timbri per ritrasmetterle all’Assemblea che, a sua volta, apprezzerà la cura, l’abilità e la saggezza del catechista o del ministro in questione.

Ogni volta che saliamo all’ambone e ci presentiamo agli uditori viene richiesto al lettore di mettere in relazione parole, storie e concetti che sono stati ispirati da Dio secoli e millenni fa, per cui, conservando l’autenticità del testo, bisognerebbe conferirgli, d’altra parte, una certa freschezza in modo che esso abbia, un impatto, sull’Assemblea che ascolta, profondo, autentico, verace, ma sempre nuovo nell’espressione comunicativa.

Per servire bene chi ascolta, il lettore dovrà riempire degli spazi vuoti che si possono creare durante il racconto; questi spazi vuoti sono delle zone dove possono entrare in campo, il nostro modo di interpretare le parole e dove poter far emergere i nostri sentimenti.

Consideriamo il racconto dell’esperienza di Saulo, prima che diventasse S. Paolo, nel capitolo 9,3-7 degli Atti degli Apostoli:

E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Rispose: Chi sei, o Signore? Ed egli: Io sono Gesù, che tu perseguiti! Ma tu alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare. Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno”.

Esercitandoti anche con la memoria visiva puoi immaginare la scena del racconto e cercare di vivere quel che accade: con l’orecchio della tua mente, mentre leggi, potresti immaginare e udire il tuono della voce di Dio, e la voce tremante di paura di Saulo; potresti vedere il bagliore di quella luce, e lo stupore dei compagni di viaggio nel sentire quella voce, inoltre capire la trasformazione del cuore di Saulo e molti altri dettagli che ti aiuterebbero a mantenere viva l’attenzione della platea se tu riuscissi a ritrasmettere loro le stesse sensazioni.

Potresti anche farti delle serie domande per cercare di entrare in quella situazione e soprattutto viverla, incarnarla, ascoltarla, sentirla, vederla, quasi toccarla: per esempio, come pensate si sentisse Saulo all’inizio del suo viaggio?

view of two persons hands

Forse fiducioso, presuntuoso, entusiasta della prospettiva di radunare e perseguitare i membri della nuova Chiesa Cristiana… dopotutto aveva il permesso scritto!

Poi, all’improvviso, viene colpito da una luce accecante e cade in terra.

Come si sarebbe potuto sentire quando si rese conto che stava parlando con Gesù in persona, con il Dio dei seguaci che perseguitava? Probabilmente era scioccato, preoccupato per le sue prospettive di sopravvivenza…

Chiediti ancora come si sarebbe potuto sentire quando si rese conto di essere cieco… probabilmente spaventato, confuso, insicuro di se stesso, dopo il discorso di Gesù…

Prova a pensare, a sentire, immaginare… forse era umiliato, pieno di rimorso, pieno di speranza, sebbene anche preoccupato per la sua cecità, forse ansioso di fare il passo successivo in questa epifania e rivelazione straordinaria!

In che modo il tono di voce di Saulo differiva nelle tre diverse situazioni della sua esperienza?

Comprendi che tutte queste riflessioni ti portano, non solo a leggere, ma anche a vedere, a sentire, ascoltare, anche gustare con tutti i tuoi sensi il testo, i caratteri e il dialogo in modo molto più chiaro di ciò che hai letto.

Entrare nella storia, partecipare di essa veramente, ti consente di sviluppare una relazione più stretta, più trasparente; ti permette una comprensione non solo accademica di essa: prova a immaginare di essere effettivamente uno di quei personaggi che incontri nella Scrittura, mettiti nei loro panni, sperimenta ciò che stanno vivendo, senti realmente quello che stanno provando, riesci a risuonare vocalmente come “suonerebbe” la loro voce?

Un tale esercizio ti aiuta ad andare molto più a fondo nel racconto, a sentire davvero un certo grado d’ispirazione che ti offrirebbe una nuova apertura mentale per la comprensione della narrazione.

Rivivere in maniera molto più profonda, più viva e coinvolgente, un pezzo di strada assieme a ciò che ci viene spiegato in una parabola, in una lettera degli apostoli, in un salmo o in un proverbio, riesce a ricolorare quelle pagine di inusitata espressione, genuinità e autorità; tutte qualità che coinvolgeranno i tuoi ascoltatori, li attireranno di nuovo all’ascolto della Parola, facendo capire assorbire meglio il messaggio comunicato.

Riflettere sul coinvolgimento di tutti i sensi di cui l’uomo è stato dotato, è un’altra tappa necessaria da prendere in considerazione, anzi, si potrebbe fare, previamente alla proclamazione della lettura, un tipo di esercitazione davvero interessante, uno spazio dedicato, oltre a quello della respirazione che abbiamo già visto, alla “memoria creativa, immaginativa” o “scrittura creativa”.

Puoi appartarti, occupare uno spazio silenzioso e sederti. Concediti qualche minuto di riflessione, lontano dai frastuoni, chiudi gli occhi e, dopo aver inspirato ed espirato lentamente, ascolta della musica di sottofondo.

Prova a immaginare, a vedere, a toccare, addirittura, anche a gustare col palato e con il naso, quella musica, quelle note: prova a percepire con le mani, a vedere con gli occhi, sempre chiusi, ad ascoltare, per esempio, un suono che ti rimanda al rumore del mare, al vento, al fruscio delle foglie; potresti con il coinvolgimento di tutti i tuoi sensi, provare a coinvolgerti in questo tipo di memoria visiva, vedendo davanti a te tutto quel panorama che quella musica ti suggerisce, per entrare maggiormente in quella dimensione.

Prova anche visivamente a camminare, a muoverti nello spazio, anche restando fermo con il corpo sulla sedia. Libera la tua fantasia andando incontro alla melodia senza irrigidirti, non contrastando il moto di quel che senti.

Ascolta una varietà di suoni e note musicali che vanno dai toni scherzosi, a quelli brillanti, dai drammatici ai tristi. Anche il ricorso agli effetti sonori può essere stimolante!

Rumori che riproducono, per esempio, le onde del mare, del vento, della tempesta, della pioggia, del vento, dei tuoni, il rumore dell’acqua che cade dalla montagna, di un ruscello ecc. questo può aiutarti ad esprimere in maniera più piena ciò che devi proclamare.

Essere un tutt’uno con quello che si ascolta attraverso i sensi, rappresenta una piccola vittoria anche sui freni inibitori che ci possono ostacolare nella proclamazione orale: saper coinvolgere anche tutto il nostro corpo è un meraviglioso esperimento da fare per rendere più bella ed efficace la lettura espressiva.

Per concludere:

– il compito del lettore non può svolgersi senza un’esercitazione approfondita.

– il lettore quindi deve allenarsi studiare e cercare con saggezza indizi che gli scrittori e i traduttori hanno depositato nei testi della parola di Dio.

– una volta individuati e scoperti questi suggerimenti, pensare come questi possono arricchire la comprensione della Parola

– il lettore quindi deve decidere come trasmettere queste caratteristiche attraverso la sua proclamazione orale.

  "Questo libro è dedicato a tutte le persone che desiderano imparare ad avere profonda consapevolezza delle PAROLE della Bibbia e riuscire a proclamarle con autorevolezza e sicurezza"
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Non perdertelo per niente al mondo!"

Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino. 
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"Gridatelo dai tetti...."