"Gridatelo dai tetti...."

L’irruzione della “incidenza umana-divina”, dell’iniziativa gratuita di Dio di calarsi nella storia umana, ce la rivela ancora una volta la Parola.

In Romani capitolo 12,19 vediamo come vengono sottolineate le mancanze umane ma anche la correzione:

Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina.

Sta scritto infatti: spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo, dice il Signore”.

Oppure come la Parola riesce a guarire i malati, cancellare il peccato, far risorgere a vita nuova:

Curerò infatti la tua ferita e ti guarirò dalle tue piaghe – oracolo del Signore -, poiché ti chiamano la ripudiata, o Sion, quella che nessuno ricerca (Geremia 30 -17 ).

In Matteo 10,8 Gesù da delle direttive ai suoi discepoli sulla loro missione:

Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.”

Se pronunciata con autorevolezza, questa Parola ha il potere di guarire e, anche la stessa predicazione, con un buon uso delle parole, ha il potere di spiegare, istruire alla sapienza, guarire lo spirito.

Ma cosa significa la parola “predicare”?

Questo verbo “predicare”, o il concetto di “predicazione”, derivano dal latino “praedicare”, e indica “far noto, celebrare, lodare”: per questo possiamo attribuirgli anche la qualità di qualcosa di prezioso, dal momento che la Parola predicata nasconde qualcosa da difendere, proprio perché si tratta di qualcosa di importante, prezioso, a cui si deve dar valore seriamente.

Ciò significa che la parola di Dio va predicata con chiarezza, enfasi, forza kerigmatica anche intensa, talvolta, ma, così profonda, che chi l’annuncia deve far vibrare chi l’ascolta; deve riuscire a scuotere, a far risuonare il cuore di chi riceve il messaggio, proprio come quando si suona uno strumento, le cui onde sonore prodotte, raggiungono le orecchie dell’ascoltatore, scuotendolo e riempiendolo di meraviglia.

Anche Gesù cambia spesso, nelle sue parabole e nei suoi discorsi, il tono di voce e l’intenzionalità quando, da una semplice enunciazione del concetto, passa ad una frase perentoria.

Vediamo nel Vangelo di Marco 16,15, dove la sua Parola diventa parola di comando, ordina, cioè, rivolgendosi ai suoi…

E disse loro: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

Si denota l’urgenza e l’importanza di tale atto, un mandato importante, dunque, non una semplice frase buttata a caso nel suo discorso.

La Parola, l’annuncio in sé, contiene, infatti, un qualcosa che può veramente cambiare la vita di chi ascolta; non si tratta di qualcosa da lasciar cadere a vuoto casualmente, dal momento che, proprio attraverso “la stoltezza della predicazione”, si riceve il dono più prezioso: la Fede.

Come ci dice San Paolo nella lettera ai Romani 10,17: Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo.

La fede viene da ciò che si ascolta, viene dall’udito, da colui che parla e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo direttamente ma, attraverso la bocca di chi la pronuncia; quindi, la fede viene dall’essersi messi in sintonia con le labbra, con le parole annunciate dal profeta, dal servo di questa Parola e ha il potere non di lasciare come trova, ma di “attuare”, cioè di realizzare, in chi l’accoglie con la stessa fede, un qualcosa che viene desiderato già dal suo dentro da chi la riceve credendoci!

La Parola ha anche il potere di allontanare ma anche combattere e distruggere il peccato. Come vediamo in 1 Giovanni 3,8: “Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo”.

Qui si spiega come colui che commette il peccato è “dal diavolo”, per questo scopo il Figlio di Dio si è manifestato, affinché potesse distruggere le opere del diavolo, cioè del peccato, quindi, le nostre meditazioni, le nostre riflessioni sulle parole bibliche, sono piene di esempi di come Gesù, nella sua venuta incarnata, ha combattuto e ha distrutto peccato, ma contengono anche consigli e preziosi ammaestramenti che ci spingono a vivere una vita migliore, una vita retta, che ci accompagna in un percorso fidato che ci impedisca di sbagliare.

Ancora la Parola ascoltata riesce a dare la vita e rivalorizzare la vita, la rimette in gioco, la trasforma, in una dinamicità sempre nuova e traboccante di energia e di senso.Cosa vuol dire?

Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO di Marilena Marino

Se prendiamo la parola di Giovanni al capitolo 4, versetto 13-14, Gesù promette che cosa? Semplicemente l’acqua, ma un’acqua particolare, non un’acqua qualsiasi come quella che si può trovare nelle cisterne, no!

Lui parla di qualcosa di vivo, un tipo di acqua che non si stanca mai di sgorgare, di un fiume, addirittura, che produce un perpetuo movimento, un’acqua viva, insomma, che disseta definitivamente, perché ….

Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”.

Significa che non solo che chi si disseta con l’acqua della sua Parola non sentirà più la sete, perché è Lui che la dà, ma addirittura diventerà lui stesso, a sua volta, “fonte di acqua viva”, ossia dispensatore di altrettanta vita per gli altri come una sorgente che zampilla per sempre, per la vita eterna.

È molto significativo e profondo questo concetto; infatti qui ci viene detto che questa Parola contiene Vita, è capace di spegnere nell’uomo la sete di vita, di felicità che l’essere umano cerca da sempre e che, molto spesso, non trova.

Qui, in questa Parola diversa, dunque, si può trovare, allora, il vero senso della vita, la vera ricchezza e abbondanza di felicità!

Non certo una felicità a basso costo, come a volte crediamo di trovare, magari illusoria, breve, mondana, ma una gioia che riempie in modo insaziabile quel senso di nullità che spesso riempie l’uomo di tristezza.

In Giovanni 6,63, Gesù dice anche:

È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.

Continuando questo viaggio dentro la parola di Dio, è molto interessante sapere alcune nozioni in ebraico, visto che il cristianesimo affonda le sue radici nell’ebraismo; la Parola, in ebraico, ci può offrire degli spunti per capire meglio il significato della sua origine.

La parola ebraica che si legge “dabar” è costruita dalla radice di d-b-r e il verbo significa “parlare”.

Quindi la parola ebraica “midbar”, che viene tradotta con “deserto”, significa in realtà “il posto della parola”, cioè il luogo, dove la parola di Dio, la Bibbia, è stata consegnata ad Israele.

Dabar di Jahvè” (parola di Dio) ha un doppio, valore inscindibile: il “dabar” ebraico non è un “logos” nel senso classico della lingua greca, cioè una parola pensata, ma è “un evento”.

Vedi come in Genesi 15,1: … Dopo tali fatti, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande”.

Il prologo del Vangelo di Giovanni 1,1-3:

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste”.

… esprime, sotto forma di richiami biblici, il compimento in Cristo di tutto quello che è stato detto nell’Antica Alleanza, dal libro della Genesi, passando per la legge di Mosè fino ai profeti, e ai libri sapienziali.

L’espressione “il Verbo”… che in principio era presso Dio… corrisponde alla parola ebraica “dabar”; anche se in greco si trova il termine “logos”, tuttavia la matrice è prima di tutto quella veterotestamentaria.

E dall’Antico Testamento si presenta in due dimensioni: quella che si esprime con il termine “sapienza”, che va intesa come “disegno di Dio” riguardo alla creazione, e quella di “dabar” (“logos”), intesa come la “realizzazione” concreta, pratica di questo disegno di Dio.

E ancora in Isaia, leggiamo che: … “la Parola uscita dalla bocca di Dio non ritorna a lui senza effetto!”

Vediamo che la biblica “dabar-parola”, non è solo parola, ma è anche un “atto”, una “realizzazione” concreta.

Nei libri dell’Antica Alleanza, esiste già una personificazione del “Verbo”, come pure nella “Sapienza”.

“Mi Risuona la parola e dimentico quello che accade. lo mi dimentico della paura di trovarmi in questo deserto spirituale. Mi dimentico della solitudine del cammino. Mi dimentico il buio della notte del cuore. Rimane a farmi compagnia il risuonare della Parola, DaBaR” (citazione da anonimo).

In altre parole Gesu’ è colui che quando parla, attua anche la realizzazione di quella parola, e, quindi, ridona la vita, ravviva, anima; Gesù resuscita i morti, e quindi la Parola veicola quest’acqua nuova, una nuova linfa che deriva proprio dalla predicazione che ha il potere di resuscitare le persone!

Spezzare la Parola, predicarla, annunciarla, leggerla, proclamarla, farla risuonare, significa, appunto: come il Maestro, è capace di ridare la vita, in un certo senso, annunciando il regno di Dio in mezzo agli uomini.

Un altro aspetto anche molto affascinante della Parola, se andiamo al riferimento di Luca 12, 2-3, ci rivela:

Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze”.

Qui, il Vangelo di Luca asserisce che non ci sarà nulla di nascosto che non sarà svelato e nulla di segreto che non sarà conosciuto, ci viene rivelato che la Parola ha, dunque, la forza di spogliare l’errore dai suoi inganni e travestimenti, che tutta la nostra persona, a partire dalla bocca, alle orecchie, alla vista, sarà degna di essere svelata.

Quando la parola di Dio viene annunciata con tale potenza e fervore, le forze negative vengono sconfitte, si autodistruggono, salvando il corpo e l’anima e riabilitando tutto l’uomo.

Possiamo, dunque, immaginare quanto importante sia il compito che spetta a chi ha il dono di svolgere questo servizio della mensa della parola di Dio!

Abbiamo visto e analizzato sotto diversi aspetti come e quanto la parola di Dio possa fare a beneficio dell’umanità e dell’uomo, quante guarigioni impressionanti ci sono state trasmesse dalla parola di Dio attraverso le Sacre Scritture e quante parole incoraggianti troviamo contenute in esse da consegnare anche ad altri, come opportunità di consolazione, salvezza e incoraggiamento.

Ecco la necessità imprescindibile di leggere e trasmettere la parola di Dio dando ad essa la giusta collocazione, la degna importanza e la grande responsabilità etica, morale e religiosa.

“Questo libro è dedicato a tutte le persone che desiderano imparare ad avere profonda consapevolezza delle PAROLE della Bibbia e riuscire a proclamarle con autorevolezza e sicurezza”

Racchiude 35 anni di esperienza nella Chiesa condensati in 430 pagine di puro valore.

Non perdertelo per niente al mondo!”

Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino. Se anche tu vuoi ricevere il libro, clicca qui:


"Gridatelo dai tetti...."