Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO di Marilena Marino
Arrivati a questo punto consideriamo più nel dettaglio le tecniche, ovvero mi riferisco a tutti quegli strumenti particolari che ogni uomo utilizza per comunicare le proprie idee.
Gesù nella sua missione sulla terra ha usato le modalità semplici umane della parola, utilizzando la propria voce in mezzo alle folle in parabole o, nei momenti più colloquiali, nei dialoghi con gli apostoli.
Queste modalità semplici di Gesù con le parole, con il proprio corpo, con le proprie emozioni sono state lo strumento principale per spingere ogni persona alla conversione e al proprio progresso spirituale.
Ogni lettore dovrebbe quasi intimorirsi considerando che Dio ha predisposto le cose perché: con la bocca, con il corpo, con la mente e il nostro spirito potessimo aiutare altre persone a progredire nel personale cammino spirituale.
Il lettore per le sue comunicazioni utilizza ogni suono che esce dalla propria bocca e anche tutto quello che il proprio corpo comunica e anche quella parte emozionale individuale che l’oratore o il lettore trasmette mentre svolge la sua funzione.
Sottolineo ancora che il lettore non sta facendo uno spettacolo teatrale ma sta svolgendo una missione di un’importanza trascendentale e cioè “serve” la parola di Dio che ha il potere di salvare, che ha il potere di convertire, il potere di guarire lo spirito dell’uomo.
Questa è una missione importante! Il lettore, come dicevamo, fa da intermediario tra Dio e l’uomo; quindi va da sé che la sua responsabilità in questo ministero è alta per cui va messo il massimo impegno per catturare l’attenzione dell’Assemblea e coinvolgerla più possibile nei progetti predisposti da Dio.
Il Cristiano spesso veniva rappresentato nei dipinti come una persona con un orecchio molto grande e aperto: una persona che ascolta! Ma anche se la potenza dello Spirito di Dio potrebbe compiere qualsiasi miracolo su ogni uomo, Dio ha predisposto le cose in questo modo, cioè una modalità di parlare all’uomo attraverso le sue parole scritte nelle Sacre Scrittue ma che quotidianamente hanno bisogno per farsi carne di essere proclamate da un lettore nell’Assemblea.
Un lettore preparato può indurre l’Assemblea ad aprire l’orecchio dell’ascolto e farlo rimanere concentrato sulla Parola destinata alla coscienza di ogni uomo.
Ogni lettore è un esempio di coincidenza dell’umano con il divino se riesce ad avere un benefico effetto sulla condizione umana. Il Lettore deve superare ogni ostacolo e ogni distrazione che l’Assemblea possa avere.
La missione di ogni lettore è catturare la tensione spirituale di ogni persona nel momento liturgico in cui proclama dall’ambone la parola di Dio.
Considerando l’importanza di questa missione è altrettanto importante avere la padronanza degli strumenti espressivi della nostra voce ed essere lettori efficaci altamente qualificati nell’uso di ogni Carisma speciale che Dio ha messo a nostra disposizione.
Potremmo pensare che Dio non ha nessun bisogno di tutti questi sforzi, di tutte queste tecniche che suggeriamo di apprendere in questo libro, per comunicare le sue idee Divine. Certo Dio potrebbe non aver bisogno di niente, di nessuna chiesa, di nessun servizio religioso, di nessun libro, di nessun sermone, o di nessun lettore… ma resta il fatto che Dio dall’inizio ha istituito questa modalità continuando la tradizione degli Ebrei nelle sinagoghe e cioè di servirsi di Lettori umani che trasmettano la sua speranza spirituale ad altri essere umani.
Ogni lettore deve impegnarsi davanti a Dio per fare un uso appropriato completo e professionale di ogni strumento espressivo, di ogni Carisma spirituale e umano in proprio possesso per collaborare in questa missione.
E allora questo non può presentarsi all’ambone pensando che quello che deve fare è “solo” leggere un qualsiasi testo in modo semplicistico.
L’importanza di questo incarico è molto più impegnativa, poiché deve essere in grado di convogliare tutte le emozioni nella sua voce, partecipando anche se in modo impercettibile con il corpo, avere una chiara comprensione del brano e controllare la propria voce per proclamare adeguatamente la Parola.
Questa azione è molto più difficile di quello che può fare un attore di teatro che ha più libertà espressiva e un ventaglio di azioni più individuali. Ma il lettore sta presentando una Parola Divina in un certo senso incarnando una funzione sacramentale per cui deve controllare con sapiente equilibrio ogni singola parola e azione che compie di fronte all’Assemblea.
Per concludere questa introduzione una domanda diretta a te che leggi:
“ma tu in che misura e fino a che punto sei disposto a utilizzare e perfezionare tutti gli strumenti per la consegna e la lettura della parola di Dio?”
Dopo questa provocazione imbarazzante la strada che si apre è quella di TROVARE o RITROVARE la tua VOCE.
Sulla base di una corretta respirazione, si tratta di utilizzare al meglio le possibilità del tuo apparato vocale. Una buona voce dev’essere corposa e non debole, sicura e non tremolante, calda ma non acuta e stridente.
Per evitare, voci “ingoiate”, gutturali o nasali, occorre apprendere le funzioni dei nostri risonatori naturali (cavità orale, seni nasali, ecc.).
Per ottenere, una voce veramente personale, ciascuno dovrebbe individuare in quale registro (acuto, medio o grave) essa risuona più naturalmente. Solo attraverso una serie di esercizi specifici si possono ottenere risultati apprezzabili. Per andare più nel concreto possiamo affermare che:
La tua voce naturale e autentica è quella che usi durante
una conversazione normale parlata.
Le persone hanno bisogno di essere se stesse. Cerca di essere la persona che sta gustando un pasto, parlando di qualcosa di semplice in famiglia e godendosi la vita durante una vacanza. Quella voce sarà la più efficace, autentica e convincente.
Ciascuno ha la sua tonalità. Attorno ad essa la voce può variare dal grave all’acuto per esprimere la vasta gamma degli atteggiamenti e dei sentimenti umani. Un lettore idoneo deve esercitarsi su testi diversi per riuscire a trovare la voce che meglio si addice ai singoli brani.
Quindi quando accade che veniamo eletti e nominati per fare il servizio del lettore possiamo già avere un’esperienza strana sentendo la nostra voce amplificata dall’impianto sonoro della chiesa. Alcuni possono percepire come che sia “estranea” da loro stessi la voce che gli ritorna dai diffusori mentre sta leggendo o altri invece si meravigliano di sentire una così bella voce amplificata che stentano a riconoscersi.
Oltre a questo possono aggiungersi altre cause che potrebbero indurti ad “impostare” artificialmente o “teatralmente” o peggio quasi “radiofonicamente” la tua voce! Questo poi suonerà un pò innaturale e falso soprattutto per chi già ti conosce nella vita di tutti i giorni.
Altre cause possono innescarsi: dal fatto di sentirsi semplicemente a disagio nel momento di parlare in pubblico; o avere un timore reverenziale consideriamo che stai leggendo degli strani scritti un pò arcaici e per di più opera di Dio!
Altri motivi per non essere naturali, potrebbero essere il leggere troppo lentamente o velocemente o con voce cupa o poco comprensibile o troppo arrogante o troppo sacra o troppo tranquilla o troppo dolce o senza conferire la adeguata autorità.
E ancora dare troppo ascolto ai consigli degli “specialisti” che ti diranno come non deve o come deve “suonare” la tua voce quando leggi e quindi perdersi nei labirinti dei suggerimenti contrastanti degli amici e conoscenti. E peggio ancora dare troppa corda al proprio ego considerandosi migliori degli altri e anche più ”santi” e degni di tutti!
Il pericolo, per concludere, è che ognuno può immettere una certa parte del proprio modo di essere che disturba e distrae l’ascoltatore e fa sembrare la Voce del Lettore come innaturale, e questo trasmette falsità: perché siamo fuori o lontani dal nostro carattere normale.
In questi modi elencati sopra non saremo dei “testimoni” veri e dei “servitori” della parola di Dio.
Cosa fare?
Ascoltati: come sei al naturale quando parli con i tuoi amici con la tua famiglia o al lavoro. Registrati con un telefono durante le normali conversazioni familiari, senza pensare che ti stai registrando.
Poi registrati mentre proclami una lettura.
Confronta le due registrazioni e analizza le modalità differenti che usi, come usi le pause, il timbro, la velocità, l’intonazione e come esponi ritmicamente le frasi e in che modo riesci a comunicare le emozioni che provi.
Fai sentire le registrazioni a qualche amico sincero che possa aiutarti a rilevare le differenze: se ce ne sono poche stai andando bene; se invece trovi molte diversità devi lavorarci un pò e in questa sezione del libro cercheremo di aiutarti.
Una precisazione, per chi non ha mai fatto l’esperienza di registrare la propria voce e risentirsi. Ti avverto subito, quando ascolti te stesso registrato per la prima volta, odierai la tua voce. Il motivo è che quando parli con qualcuno, senti la tua voce in due modi diversi allo stesso tempo.
La voce esce dalla tua bocca e attraverso l’aria rimbalza sulle pareti e sui mobili e torna nel tuo orecchio. Ma allo stesso tempo, ti ascolti anche internamente. Questo avviene attraverso le ossa e i muscoli del collo, della testa e dell’orecchio. Il suono si conduce e trasmette tra i tuoi organi e viaggia più lentamente del primo. Ha un suono di basso smorzato. Se ti copri le orecchie con le mani e parli, sentirai come è la versione “interna” della tua voce.
Quando combini i due modi, ecco quella è la voce che sei abituato a sentire. Se ti registri e lo riproduci, senti solo la versione “esterna” della tua voce, che suona molto più metallica.
Dopo aver ascoltato il timbro della tua voce, analizza anche se ci sono difetti di pronuncia che il nostro modo di parlare colloquiale lascia passare nelle relazioni sociali; controlla se la grammatica viene sbagliata; se ci sono pesanti inflessioni regionali; e se le nostre parole sono ben scandite oppure qualche sillaba viene “bruciata” soprattutto nelle finali.
Insomma controlla se il tuo modo “naturale” di parlare non si sia impigrito in vizi di pronuncia o in modi colloquiali un pò troppo sregolati. Dobbiamo essere naturali, ma senza essere artificiosi o formali; dobbiamo indossare il ruolo che ci compete con eleganza e sentirci a nostro agio in modo che anche l’Assemblea percepisca questo nostro atteggiamento e si senta a suo agio per assorbire il messaggio della Parola.
Questo incarico è un dono prezioso, stai servendo la parola di Dio, non sono le tue parole quindi non devi AGGIUNGERE nulla e nemmeno TOGLIERE nulla, devi solo “proclamare” con la tua Voce.
Trova la tua vera voce, ma anche quella che stimola la tua passione. La voce che usi ogni giorno (il modo in cui parli, il modo in cui presenti le tue parole, il vocabolario che usi, tutto ciò che fai a un livello normale e colloquiale) ha un valore comunicativo immenso.
Una volta che hai trovato la tua voce, devi ascoltare te stesso.
E tu? Come pensi di essere?
Per svolgere seriamente l’incarico del Lettore, resta comunque un fatto:
che dovrai essere te stesso!
Ma raggiungere una prestazione seria e veritiera, significa ritagliarsi la propria nicchia e attingere a ciò che ti rende unico e ti distingue dagli altri. E oltre a sbloccare le riserve di fiducia, TU STESSO dovrai tenere a bada: delusioni e critiche che possono arrivarti.
Proclamare la Parola significa portare all’Assemblea la tua vera esperienza umana e le sue emozioni. Quindi, per farlo in modo autentico, dovrai attingere alle tue esperienze ed emozioni di vita. Più sarai naturale nella lettura e meno aggiungerai degli elementi personali ed egocentrici nella lettura lasciando così la parola di Dio in primo piano.
L’Assemblea deve essere messa a proprio agio con la nostra lettura, deve sentire che siamo persone naturali genuine e che ispiriamo fiducia, che affrontiamo questo incarico con sapienza e sincerità.
È così che renderai il tuo servizio credibile di fronte a tutti; ti impegni a connetterti con gli esseri umani e le persone a un livello ultra-personale. L’unico modo in cui puoi farlo è cercare la tua verità e convincere chi ascolta della tua coerenza.
È per questo che le tematiche di questo libro possono spesso sembrare una tortura emotiva e una terapia allo stesso tempo: dobbiamo cercare in profondità dentro di noi, a volte in luoghi profondi che vorremmo anche evitare. Quindi non aver paura di andare in queste zone, e di scoprire, imparare e mostrare continuamente chi sei veramente.
"Questo libro è dedicato a tutte le persone che desiderano imparare ad avere profonda consapevolezza delle PAROLE della Bibbia e riuscire a proclamarle con autorevolezza e sicurezza"
Racchiude 35 anni di esperienza nella Chiesa condensati in 430 pagine di puro valore.
Non perdertelo per niente al mondo!"
Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino.
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