Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO di Marilena Marino
Uno dei più importanti elementi espressivi della voce è il timbro o detto anche il colore.
È un pò difficile definire il colore perché mentre per gli altri elementi abbiamo dei criteri con quantità più misurabili; per questa componente siamo davanti a qualcosa di imponderabile fisicamente, paragonabile a un’emozione, a un sentimento.
L’effetto che produce la modifica del Timbro è quello del cambio di sonorità o di voce all’interno di una frase in modo che il testo proclamato assume un determinato valore espressivo che forse la punteggiatura non riesce a connotare perfettamente.
Per comprendere meglio il timbro possiamo fare un paragone con le immagini: cioè quando leggiamo in silenzio un testo scritto, gli occhi fanno da porta di ingresso per la Parola alla nostra coscienza umana; come se fosse una fotografia in bianco e nero.
Leggere ad alta voce la Parola aggiunge una dimensione che anche le orecchie ricevono, quindi è come se questa foto unidimensionale, ferma e silenziosa si trasformasse in un filmato in bianco e nero ma con l’aggiunta del sonoro.
Quando questa Parola viene letta è proclamata con il timbro e il colore giusto associato alla voce molte altre “dimensioni” comunicative si aggiungono alle immagini e all’audio e il tutto diventa come un “film a colori” multidimensionale che ha una capacità maggiore di trasmettere emozioni e sentimenti profondi.
Il lettore che legge la parola di Dio deve impegnarsi a dare colore, ad interpretare la lettura: l’importante è farlo nel modo giusto, cioè con estremo senso della misura. Non si può leggere in modo piatto, come se non c’interessasse ciò che presentiamo, al contrario, dobbiamo mettere tutto il nostro slancio, il nostro entusiasmo, la nostra gioia di annunciatori della Parola. Ma non si deve nemmeno eccedere nel colore, nell’interpretazione forzata, per il solo timore d’essere monotoni o per voler dare un taglio troppo personale.
Il colore dev’essere calibrato in funzione del tipo di lettura, dell’Assemblea che abbiamo di fronte, e altre variabili particolari.
È importante aiutarsi ed immedesimarsi cercando d’immaginare, sia prima sia durante la lettura, la scena che viene descritta nel brano che stiamo leggendo.
Un timbro ed una interpretazione diversa vanno date invece nell’omelia, o nelle iniziali o finali parole di saluto, nelle monizioni e nelle introduzioni; cioè nei momenti dove ci esprimiamo con pensieri e parole nostre personali allora è necessario usare una formula interpretativa più individuale, allo scopo di rendere i nostri interventi più convincenti ed ascoltati.
Se il Lettore usa in modo appropriato il Timbro questo può imprimere alla Parola alcune di queste caratteristiche positive:
Connotare un’atmosfera dove il messaggio può essere trasmesso in modo efficace.
Intrattiene l’ascoltatore coinvolgendolo in modo costruttivo spiritualmente.
Esprimere sentimenti, emozioni e stati d’animo per trasmettere l’essenza spirituale della Parola.
È quindi uno strumento efficace per convertire la “lettera” in pensieri spirituali e in “lettere Vive”.
Il timbro quindi si può paragonare a un “sentimento”; cioè la voce riflette e trasmette a chi ascolta “l’immagine sonora” di uno stato d’animo. È la particolare modulazione con cui noi articoliamo la voce per pronunciare frasi o parole.
La tonalità della nostra voce è una qualità unica specifica di ogni voce, ma questa ha la capacità di trasmettere la natura soggettiva o spirituale della parola di Dio.
La combinazione di queste coloriture sarà un risultato vocale unico di ciò che il lettore sente o pensa emotivamente di quel testo.
Dare una coloritura a dei testi o discorsi di cui noi stessi siamo gli autori certo risulterà molto più facile, perché è legata intimamente alla nostra personalità emotiva ed intellettuale; ma leggere brani di altri e soprattutto brani sacri e dare un’immagine sonora limpida e comprensibile è un compito ben più complesso.
Nel caso della lettura dei brani sacri coesistono due personalità, quella dello scrittore autore principale e quella del lettore; il risultato ottimale è quello che nessuna delle due personalità venga “mortificata”.
Il lettore dovrà quindi individuare e verificare i punti essenziali del testo sacro, quelli che contengono parole significative di importanza superiore alle altre e cercare di restituire la Parola con una calibrata misura interpretativa, evitando di farlo con ritmi eccessivi, ma puntare ad armonizzare il tutto valorizzando l’idea di base del testo.
Nella comunicazione è bene evitare una lettura sfilacciata, noiosa, fredda che fa notare il disinteresse del lettore, un tono di voce piatto monotono o cantilenante fa sicuramente distrarre chi ascolta fino ad annoiarlo. Ma anche evitare una lettura “cantante”, cioè ricca d’inflessioni non necessarie, con un Timbro innaturale o con cadenze sempre uguali, un pò falsa, forzata. Allo stesso modo evitare una lettura enfatica, cioè piena di “troppo” calore, che diventa enfasi scolastica, cioè esprime solo freddo convenzionalismo.
Quindi per connotare e mettere in risalto certi stati d’animo o i sentimenti che la parola di Dio vuole esprimere bisogna cambiare con un dosaggio misurato il timbro o il colore della voce: un argomento “triste” richiederà un tono più basso, un argomento “esaltante” al contrario un tono più brillante e gioioso.
Il Timbro o colore è uno degli strumenti più complessi ma anche più difficili da controllare. Quindi per questa missione non bisogna ricercare forzatamente un colore, un timbro esagerato; ma il lettore esperto ed educato saprà dosare la sua interpretazione senza che il troppo zelo personale tenda a sporcare e complicare la comunicazione invece di renderla più limpida e diretta.
Il metro sarà il gusto, la sensibilità, il senso estetico, che guideranno il lettore alla ricerca del giusto equilibrio dei chiaroscuri e delle inflessioni vocali di cui il testo avrà bisogno.
Il potere di questa missione potrebbe anche spaventarci in quanto ci avvicina alle emozioni che gli scrittori della parola devono aver provato mentre fissavano su carta le ispirazioni di Dio.
Ma quando riusciamo a “sentire” l’emozione che hanno avuto questi scrittori della Parola, dovremmo sentirci onorati e persino obbligati ad imprimere il nostro contributo vocale ed esprimerlo nella nostra lettura.
Immagina le volte in cui Gesù nella Parola, prima di guarire le persone, provava qualcosa di particolare che viene descritto così… “aveva compassione di loro”; questa descrizione ci fa immaginare come doveva essere evidente nel suo modo di parlare e nel suo timbro di voce questa compassione mentre si rivolgeva a loro. Ecco ora, anche tu sei incaricato ed onorato di presentare la parola di Dio all’Assemblea con lo stesso atteggiamento di compassione.
Il tuo timbro di voce attraverso la Parola può evocare sentimenti complessi e profondi che possono essere determinanti per aiutare chi ti ascolta a comprendere in profondità le intenzioni e l’ispirazione di Dio.
Se vogliamo che i nostri ascoltatori sperimentino la conversione dello spirito, il nostro impegno nella lettura deve essere veramente serio e chi ci ascolta deve “sentire” l’ispirazione che pervade la nostra proclamazione e percepire una concreta elevazione spirituale.
Questi sentimenti per essere veramente efficaci devono essere, vissuti e genuini; non possono essere una ipocrita “performance teatrale”. Il servizio del lettore deve partire dal cuore, dal nostro sentimento autentico, vissuto, nel messaggio che stiamo proclamando.
E attenzione a non cadere nel versante opposto quello di paralizzarsi e non usare le proprie capacità interpretative del timbro perché le riteniamo irrispettose, o ci sembra di essere troppo melodrammatici, o che la Parola è così “pia” che meglio leggerla in modo freddo, o che siamo timidi e impacciati, o che non abbiamo mai sentito altri che la leggono in modo così impegnato o peggio ancora perché non capiamo bene quello che la lettura vuole dirci……….. in questi casi forse è meglio che rinunci a svolgere questa missione!
Il timbro o colore può assumere sfumature estremamente diverse.
Esempio di frasi….
“da te, proprio non me l’aspettavo…..”
“vai via! non voglio più vederti!….”
“perché torni a quest’ora? dove sei stato? ….”
“non ne posso più!…”
“sei una persona molto particolare…..”
Il timbro o colore può connotare le frasi appena elencate con sfumature estremamente diverse.
La stessa parola o le frasi scritte sopra si possono dire in 100 modi diversi se impostiamo originali coloriture timbriche.
Prova, per sperimentare le varie possibilità, a pronunciare qualche frase connotandola con questi “colori”, con questi aggettivi qui sotto riportati:
Neutro dolce allegro incerto meravigliato arrogante disperato affettuoso bonario scherzoso drammatico solenne grave implorante umile minaccioso fiero ironico cordiale amoroso sincero malizioso romantico narrativo indifferente aggressivo violento volgare triste affermativo ansioso conclusivo interrogativo esplicativo sensuale squillante solenne bonario convincente imperioso afflitto lacrimoso iroso stupito arrabbiato angosciato apatico autoritario audace traditore brillante caustico attento compassionevole condiscendente fiducioso confuso oscuro ingannatore ribelle umiliante disperato disapprovante disgustato disprezzante sgomento sbrigativo irrispettoso dubbioso desideroso accattivante energico entusiasta frustrato grato altezzoso esitante impotente speranzoso impaziente incredulo indignato intrigante gioioso leggero razionale soddisfatto supplichevole elogiante meravigliato isterico sconsolato affettuoso scocciato cordiale imbarazzato amareggiato contrariato conciliante rasserenato…………… |
Ma la lista, come capite, potrebbe continuare aggiungendo anche connotazioni miste, unendo due o tre parole per descrivere nel dettaglio queste infinità di coloriture che possiamo dare ad una stessa frase.
Quindi gli scrittori delle sacre parole, nel modo in cui scrivono, possono suggerirci degli “indizi sul tono”, il colore, del brano ispirato da Dio.
Le frasi della Scrittura a volte cercano di descrivere i personaggi di una storia o particolari situazioni, emozioni, ruoli, comportamenti, temperamenti, motivazioni, personalità, umore e così via.
Il compito del lettore è quello di aiutare ad esprimere questa “colorazione” e trasmetterla a chi ascolta con l’impostazione del proprio timbro di voce nella proclamazione.
Riassumendo la Strategia pratica è :
1 – Capire a fondo il significato del testo
2 – Rileggerlo più volte silenziosamente
3 – Esercitarsi con la voce a trovare la giusta intonazione per esprimere quei sentimenti.
"Questo libro è dedicato a tutte le persone che desiderano imparare ad avere profonda consapevolezza delle PAROLE della Bibbia e riuscire a proclamarle con autorevolezza e sicurezza"
Racchiude 35 anni di esperienza nella Chiesa condensati in 430 pagine di puro valore.
Non perdertelo per niente al mondo!"
Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino.
Se anche tu vuoi ricevere il libro, clicca qui: