"Gridatelo dai tetti...."

Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO  di  Marilena Marino

Ora facciamo subito un piccolo esercizio per comprendere concretamente l’importanza della Punteggiatura!


Leggi
all’impronta e velocemente questo brano che è stato scritto volutamente senza punteggiatura. (da A.Sommer-Bodengurg, Vampiretto, Salani)

Antonio avrebbe voluto avere a portata di mano la bottiglia di succo di

mele che era in frigorifero ma la strada per raggiungerla era

lunga e passava per il corridoio buio Antonio

odiava il corridoio con la sua lampadina eternamente fulminata e

mai sostituita odiava i cappotti penzolanti dall’attaccapanni simili a mostri

galleggianti aveva raggiunto la cucina finalmente prese

la bottiglia dal frigorifero e tagliò una grossa fetta di torta al formaggio tese

l’orecchio per controllare se per caso nel frattempo non fosse già

cominciato il giallo una voce di donna diceva qualcosa probabilmente annunciava l’inizio

del film Antonio si mise la bottiglia sotto il braccio e partì al galoppo ma

non andò lontano già dal corridoio si rese conto che c’era qualcosa di strano si

fermò e si mise in ascolto la voce non si sentiva più poteva

significare solo una cosa qualcuno era entrato di soppiatto in camera sua e aveva spento il

televisore però i suoi genitori non erano in casa Antonio

sentì il cuore fare un balzo e battere all’impazzata uno strano

pizzicorino gli salì dallo stomaco fino in gola la

finestra della camera era aperta ricordò Antonio

un ladro poteva essere entrato dal balcone trattenne

il fiato e attese non accadde nulla allora

aprì lentamente la porta della sua camera nella

stanza c’era uno strano odore un tanfo di muffa e

di marcio simile a quello di una cantina misto a un sentore di

bruciaticcio che fosse il televisore

Ora rileggi a voce alta lo stesso branoma questa volta troveraila sua punteggiatura originale.

Cercaquindidi rispettareaccuratamentela punteggiatura.

Noterai una enorme differenza con il brano letto senza punti di riferimento e sentirai che il significato del brano diventa ora più chiaro ed espressivo.

 

Antonio avrebbe voluto avere a portata di mano la bottiglia di succo dimele che era in frigorifero,

ma la strada per raggiungerla era lunga e passava per il corridoio buio.

 

Antonio odiava il corridoio, con la sua lampadina eternamente fulminata e mai sostituita!

Odiava i cappotti penzolanti dall’attaccapanni,simili a mostri galleggianti.

 

Aveva raggiunto la cucina, finalmente!

Prese la bottiglia dal frigorifero e tagliò una grossa fetta di torta al formaggio.

Tese l’orecchio per controllare se, per caso, nel frattempo non fosse già cominciato il giallo.

Una voce di donna diceva qualcosa: probabilmente annunciava l’inizio del film.

Antonio si mise la bottiglia sotto il braccio e partì al galoppo.

Ma non andò lontano.

Già dal corridoio si rese conto che c’era qualcosa di strano.

Si fermò e si mise in ascolto.

La voce non si sentiva più.

Poteva significare solo una cosa:

qualcuno era entrato di soppiatto in camera sua e aveva spento il televisore!

Però i suoi genitori non erano in casa.

Antonio sentì il cuore fare un balzo e battere all’impazzata: uno strano pizzicorino gli salì dallo stomaco fino in gola.

La finestra della camera era aperta, ricordò Antonio, un ladro poteva essere entrato dal balcone!

Trattenne il fiato e attese.

 

Non accadde nulla. Allora aprì lentamente la porta della sua camera.

Nella stanza c’era uno strano odore: un tanfo di muffa e di marcio,

simile a quello di una cantina, misto a un sentore di bruciaticcio.

Che fosse il televisore?

Le funzioni della punteggiatura sono quelle di organizzare la costruzione dei periodi fra di loro.

Quando parliamo di punteggiatura subito pensiamo ai segni che troviamo all’interno delle pagine scritte; ma la sua importanza si avverte molto di più quando leggiamo un brano scritto rispettando la punteggiatura.

Ogni brano proclamato nella giusta maniera, interpretando bene la punteggiatura e le pause che questa suggerisce dona al testo una fondamentale chiarezza espressiva.

Leggendo un brano, la punteggiatura ci suggerisce i momenti in cui è bene sospendere la voce o inserire delle pause espressive più o meno lunghe; questa modalità di lettura riuscirà a suggerire una comprensibilità interpretativa degli elementi costitutivi del brano e comunicherà l’organizzazione generale delle varie sezioni del testo trasmettendo all’ascoltatore una limpidezza importante per la comunicazione.

Ad esempio il segno dei “due punti” divide molto bene la frase in due parti separate, la prima come presentazione, o una esposizione del tema, e la seconda chiarifica la narrazione o la soluzione del tema presentato.

In questo punto quindi la voce del Lettore dovrà inserire una pausa per chiarire ancor meglio le due sezioni e magari prima dei due punti un’intonazione di presentazione un pò sospensiva, che richiami l’attenzione e dopo i due punti una intonazione affermativa e di soluzione del tema.

La punteggiatura aiuta anche l’espressività che il Lettore può inserire nel brano. Certo la punteggiatura può suggerire e separare le varie frasi da leggere ma è l’intuito e la creatività del Lettore e la sua personalità che poi dà forma e colore al brano.
La punteggiatura aiuta il lettore ad interpretare bene ogni sezione ed applicare la giusta dose espressiva con la voce al fine di elevare la comunicazione oltre una fredda ed astratta correttezza formale.

La punteggiatura in un certo sento realizza una specie di danza delle parole, una alternanza di slanci e riposo, governato dalla sensibilità emotiva del lettore che riesce in questo modo a ben calibrare il rapporto fra chi parla e chi ascolta, dosando sapientemente, ma anche istintivamente, quelle frazioni di secondo di silenzio tra una parola e l’altra o tra una frase e l’altra, o tra un concetto e il successivo.


Questo uso delle
pause e dei silenzi riesce ad agganciare l’attenzione dell’ascoltatore.

Questi attimi di silenzio e di pausa, se gestiti e distribuiti con abilità e senso della misura, suscitano una istintiva forma di attesa, di curiosità nel seguito del discorso.

La tecnica e l’esperienza nell’usare queste leggere pause è importante; se uno abusa troppo nell’usarle diventa poi la lettura noiosa e innaturale; il ritmo della proclamazione deve fluire in modo efficace e l’uso di queste pause suggerite dalla punteggiatura deve essere usato come un servizio alla Parola.

L’equilibrio come in tutte le cose è importante e se qualcuno ne fa un uso intelligente riuscirà a creare in chi ascolta una attenzione “interessata”, un respiro complice che aiuterà chi ascolta a ricevere in modo lucido tutti i concetti e i messaggi che la Parola cerca di trasmettere.

Quindi… sapienza… nell’usare effetti e coloriture espressive altrimenti l’uso esagerato di queste può ottenere un risultato opposto e cioè confondere chi ascolta e distrarlo dal messaggio “arcano” della parola di Dio.

Ogni brano va studiato, non letto superficialmente, ma scrutato per individuare i punti cruciali del testo e valorizzarli con la propria vocalità.

Ogni intervento espressivo non deve essere frutto di regole da applicare in modo ottuso, ma il modo di esporre deve arrivare come fluido sciolto senza rendere spigolosa la lettura.


Riuscire in questo intento renderà piacevole l’ascolto, predisporrà i cuori delle persone ed evidenzierà la bellezza della Parola e del linguaggio adoperato, per giungere così ad una sapiente ed efficace comunicazione.

Riassumiamo in questa tabella le funzioni di ogni segno di punteggiatura:

,

La virgola indica una pausa molto breve, in certi punti quasi impercettibile, la pausa più breve di un periodo, è un segno di passaggio

;

il punto e virgola suggerisce una pausa media, una sosta nel discorso, una pausa un pò più lunga, serve per staccare pur mantenendo lo stesso concetto

.

il punto fermo indica una pausa forte ,

chiude un periodo ed apre un nuovo concetto

.¬

il punto e a capo indica una pausa lunga ,

chiude una sezione e ne apre una nuova

:

i due punti indicano una pausa media, che serve a introdurre un elenco, una spiegazione

o una conseguenza di quanto detto prima,

una breve pausa sospensiva

!

il punto esclamativo indica una pausa forte ed esprime:

gioia, sorpresa, dolore e così via

?

il punto interrogativo indica una pausa forte ed esprime

richiesta, dubbio, meraviglia…

i puntini di sospensione segnalano una pausa allungata,

perché indicano un’attesa

 

writing writer notes pen notebook 923882

Oggigiorno noi ci avvaliamo di tutta una serie di segni, la punteggiatura, che ci aiutano ad interpretare correttamente un testo. Ma nei testi antichi greci, latini la punteggiatura era quasi inesistente o in forma embrionale. I testi dell’ebraismo avevano soprattutto una tradizione orale e solo qualche segno era presente per distinguere i brani parlati da quelli cantati.

Quindi gli esegeti nei vari secoli successivi attraverso lo studio dei testi sacri hanno sempre più perfezionato le traduzioni e perfezionato sempre di più la punteggiatura in modo che, questi libri antichi, vengano compresi nel migliore dei modi nel nostro tempo contemporaneo.

Quindi la parola di Dio ci è arrivata oggi attraverso diverse traduzioni frutto di centinaia di studiosi che hanno dedicato la loro vita a rendere comprensibile il pensiero Divino con gli strumenti di scrittura che sono più decifrabili per noi oggi.

La scrittura nei testi antichi presentava diverse “problematiche” che solo grandi esperti potevano interpretare, ad esempio l’uso delle maiuscole in punti che potevano suggerire una nuova frase; alcuni pronomi riferiti a Dio ma messi in minuscolo; l’assenza delle virgolette nei dialoghi; virgole e punti e virgola al posto dei punti.

Nei salmi soprattutto le frasi sembravano continuare nel rigo successivo invece che concludersi nel rigo principale; e altre imperfezioni di questo genere.

Questa modalità antica della scrittura presa alla lettera, distruggerebbe sicuramente l’efficacia di una comunicazione chiara e colloquiale contenuta nei “messaggi” che Dio ha immesso nella Parola.

Uno dei compiti della Chiesa attraverso il lavoro di traduzione e interpretazione degli studiosi nelle varie epoche ha perfezionato e reso questi concetti spirituali chiari, leggibili e accessibili per noi oggi.

Nelle varie lingue esistono anche diverse varianti di punteggiatura che sono normalmente in uso nei testi di alcune lingue specifiche; ma questa ormai è diventata una modalità comune di comunicazione anche in altri ambiti come i matematici, i musicisti, i poeti, i fisici, e i cartografi, tutti hanno dei loro simboli particolari per perfezionare la comunicazione nel proprio settore.

In seguito a questo anche io vi suggerisco di adottare una vostra forma di “segni” che possono aiutarvi nella giusta lettura. Inventare una serie di segni che siano di aiuto all’espressione delle idee e della lettura nel modo più chiaro ed efficiente.

Certo ora non vi dico di … “scarabocchiare” i testi sacri con evidenziatori e pennarelli! Ma sicuramente in fase di esercitazione o di studio o di preparazione potete sempre fotocopiare certi brani magari ingrandendoli per la lettura e apporre questi segni-suggerimenti nelle fotocopie da usare in fase di studio; in modo che poi al momento della lettura in pubblico la vostra modalità risulti perfetta.

Questi brani fotocopiati per lo studio potrebbero anche essere raccolti e catalogati in un raccoglitore per un uso successivo ma, se non vi è di scandalo, potete anche usare una matita leggera per mettere questi segni in una seconda bibbia che userete per lo studio e la formazione.

Questa tabella può essere un suggerimento dei segni grafici, aggiuntivi e personalizzati, che potete utilizzare per questo lavoro:

Leggi Lentamente

Pallini da inserire all’inizio e alla fine delle parole da rallentare

Parentesi

( )

Per contornare frasi o parole che sono commenti o osservazioni

Legatura

Parentesi di legatura per unire parole che devono essere dette insieme

Preghiere o richieste

Ψ

Bracci in preghiera davanti a frasi da leggere con tenerezza o invocazione umile

Livelli di PAUSE

/ // /// //// /////

Barre da singole a multiple in base alla lunghezza della pausa che intendi applicare

Sottolineare

˄ ˄˄ ˄˄˄

Possono ricordarti di enfatizzare una frase o una singola sillaba segnando sopra 1 o 2 o più tendine

Minimizzare

˅ ˅˅ ˅˅˅

Per attenuare l’enfasi userai la tendina inversa

Crescendo

<

Per enfatizzare una parola o una frase in crescendo emozionale

Diminuendo

>

Per smussare una parola o una frase con una inflessione cadente

Triangolo

Usato per separare gli argomenti; questo segno definirà la fine di un argomento e il conseguente inizio di un altro. Questo segno può indicarti di leggere l’ultima frase in modo conclusivo, poi fare una pausa di separazione e iniziare il nuovo argomento con voce più brillante ed energica

Intonazione

Ť………

Un segno … con l’aggiunta di un aggettivo per suggerire il tono di voce adatto a quella frase

Lettura positiva o negativa

Uso di faccine davanti alle frasi da leggere in modo luminoso, o positivo o al contrario negativo o di disapprovazione.

Elenchi

9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1..!

Di fronte ad un elenco di nomi inserire per ogni nome un numero come un conto alla rovescia per capire quando progressivamente arrivi all’ultima parola dell’elenco.

Contatto visivo

Come una freccia o un occhio per ricordare che in quel punto devi stabilire un contatto visivo con l’Assemblea per sottolineare un passo importante.

Narrazione

Tipo pergamena per passare ad una modalità di lettura più narrativa

INVENTA

?????

Inventa altri tuoi simboli che possono aiutarti nella Lettura.

Trascrivere la prosodia


In fonologia, un tratto prosodico è una caratteristica che coinvolge più segmenti fonemici in simultaneità. Generalmente, un tratto prosodico fa riferimento a questi parametri acustici fondamentali:

la frequenza fondamentale, la sillaba, l’intensità, la velocità, la durata, laccentazione, il ritmo e altro, anche riferiti a respirazione, inspirazione, espirazione, il tono (al livello della parola) e lintonazione (al livello dell’enunciato).

I “fonemi” sono unità sonore minime, che di per sé sono sprovviste di significato, ma la combinazione dei “fonemi” tra loro acquisiscono nel loro integrato combinarsi una funzione distintiva, pertinente e riconoscibile.

Questi fonemi combinati sono detti prosodici perché riguardano la concatenazione del parlato e ne determinano l’andamento ritmico.

Possiamo cosi riconoscere nella funzione del parlare: l’elemento linguistico che è il contenuto di parte di una frase.

Il tratto prosòdico che riguarda la durata, l’accento, la cadenza con cui la voce governa i singoli fonemi, le parole.

Fino a considerare i più piccoli segmenti prosodici che sono caratterizzati dall’intonazione, accento e pausa, il timbro dell’eloquio.

L’intensità di queste singole parti determina i rafforzamenti distintivi dell’articolazione delle sillabe, il posizionamento degli accenti, le durate vocali che costituiscono i caratteri sia di una lingua sia della persona che parla.

Per comprendere meglio l’importanza e il rilievo che gli elementi prosodici hanno in una lingua, facciamo un esempio pratico, e quindi ponete attenzione alla diversa intonazione della stessa frase: (lo hai fatto)

enunciativa (lo hai fatto),

interrogativa (lo hai fatto?),

esclamativa (lo hai fatto!),

incidentale (– lo hai fatto –).

Il termine, prosodia, viene più comunemente usato per indicare il complesso delle regole riguardanti l’accentazione e la quantità delle vocali e delle sillabe, mentre in un’accezione più tecnica, particolarmente evidenziata nella linguistica moderna, con prosodia si tende piuttosto l’insieme di quegli elementi dinamici, melodici, quantitativi, che accompagnano e si sovrappongono alla catena parlata.

Più di recente la linguistica ha rivolto più attenzione alle caratteristiche foniche riguardanti la variazione d’intensità (volume), di altezza e di tempo, e ha posto nel giusto rilievo il fatto che per ogni lingua vi sono rapporti fonici particolari fra intensità e altezza di una parola.

La PROSODIA viene analizzata scientificamente anche con dei computer trasformando il suono parlato, attraverso “analizzatori di spettro acustico” che danno come risultato dei grafici più o meno ampi e densi che riportano graficamente l’ampiezza e l’evoluzione delle frasi parlate.

La voce è il mezzo di comunicazione più importante per l’uomo; per comunicare al meglio dobbiamo usare propriamente la nostra voce che diventa uno strumento espressivo e riesce così a comunicare le nostre emozioni, il nostro stato d’animo in modo completo, privo di ambiguità, chiaro ed efficace.

Anche solo per conversare con gli altri, in un gruppo, bisogna saper parlare e saper ascoltare, saper rispettare i tempi degli altri e individuare le pause in cui inserirsi, saper riconoscere i significati nelle intonazioni della voce, comunicare empatia e condividere argomenti.

Quindi è necessario saper modulare il volume, il tono e il ritmo della voce per trasmettere efficacemente emozioni e significati, ponendo l’accento su ciò che è importante e risolvendo le ambiguità nelle parole e nelle frasi.

È importante allora sapere quali sono questi strumenti che la voce ha a disposizione per comunicare e controllare i tratti prosòdici della voce che abbiamo elencato poco sopra.

Anche queste caratteristiche, in fase di studio, possiamo trascriverle con dei segni caratteristici che così durante la lettura ci possono “suggerire” i diversi caratteri prosodici da usare nella lettura.

Tabella semplificata di esempio:

TRATTI PROSODICI

TRASCRIZIONE

ESEMPIO

ACCENTO

dove diamo particolare ENFASI ad una sillaba

Rappresentata con una linea con accenti enfatici in prossimità delle parole

———-˄——˄—-˄˄—–

.il Signore Dio nostro..

TONO

è laltezza relativa di pronuncia di una sillaba

Si può rappresentare con una linea con segni particolari in corris-pondenza delle sillabe

—-#—-——#—-——

.il Signore Dio nostro..

INTONAZIONE è l’andamento melodico con cui è pronunciata una frase, cioè una catena parlata pronunciata con una sola emissione di voce.

Graficamente si può indicare con una linea curva che rappresenta visivamente la modulazione della frase ascendente, discendente o costante.

.il Signore Dio nostro..

INTENSITA’

il volume della voce la sua forza

Possiamo usare i segni musicali tradizionali da apporre sopra ai testi

pp p mf f ff fff

…crescendo<<<<<

..diminuendo >>>>

VELOCITA’

l’andamento dell’enunciazione

La velocità può essere indicata con i classici termini musicali

Adagio, Moderato, Allegro, Presto, Accelerando, Rallentando

TIMBRO

una caratteristica tipica di ogni voce che ci permette di riconoscere e distinguere una voce dall’altra

Il Timbro difficile da rappresentare; può essere descritto con gli aggettivi che ne descrivono le caratteristiche.

Dolce, aspro, graffiante, morbido, flautato, duro, argentino, squillante, chiaro, scuro, afono, sensuale, ecc.

 

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Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino. 
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"Gridatelo dai tetti...."