"Gridatelo dai tetti...."

Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO  di  Marilena Marino

La formazione biblica deve portare i Lettori a saper inquadrare le letture nel loro contesto e a cogliere il centro dell’annunzio rivelato alla luce della fede” (Ordo Lectionum Missae, Introduzione, 55).

Uno dei punti di partenza più importanti prima di presentare all’Assemblea una Parola è conoscere esattamente i contesti, il carattere che è stato immesso nella scrittura. Dio ha ispirato tutta la Sacra Scrittura come strumento per arrivare agli uomini: c’è stato anche tanto lavoro nella traduzione e nell’interpretazione, per questo dobbiamo cercare di capirla in profondità e assegnare il giusto valore ai testi; poiché le Scritture Sacre sono molto diverse, possiamo trovare la descrizione di avvenimenti storici, oppure le visioni dei Profeti, ma anche i consigli, le lettere, le esortazioni degli Apostoli, scritti in varie forme letterarie, per questo anche l’intonazione, il modo di leggere, sarà molto diverso se incontriamo una pagina lirica, un insegnamento, o una invocazione di aiuto.

Se pensiamo al significato, all’origine di una sola parola, dei suoi sinonimi, possiamo intuire che le frasi stesse e le strutture letterarie contenute nella Scrittura, nascondono tanti significati, pertanto è opportuno che prestiamo molta attenzione ad ogni parola, alle frasi specifiche, alla struttura della frase, alla sequenza di idee e al modo in cui si sviluppano.

Per esempio la minima sfumatura di due parole che significano quasi la stessa cosa, può evocare sentimenti e stati d’animo molto diversi, dandoci indizi che chiariscono la nostra comprensione e indicano come potremmo impostare la nostra pronuncia mentre leggiamo le parole ad alta voce.

Ad esempio: se ti avessero assegnato un personaggio in uno spettacolo di teatro, prima di creare la voce di questo personaggio, ti sarebbero state date più descrizioni, più caratteristiche del personaggio e avresti avuto l’opportunità di parlare magari con gli sceneggiatori, con il regista prima di lavorare per creare la voce che calzasse meglio al personaggio.

Quindi proprio come spenderesti il tempo e faresti la tua ricerca sul tuo personaggio per un ruolo di attore, per la preparazione alla lettura Sacra è lo stesso, devi dedicare tempo, provare, studiare, pensare a tutti gli aspetti che la Parola cerca di suggerirti.

Se allora il compito degli scrittori, degli scriba ispirati da Dio è stato quello di trasmettere in un modo accurato preciso completo ogni ispirazione che l’Onnipotente voleva inviare ai propri figli; puoi immaginare allora con quanta dedizione avranno lavorato per cercare di immettere nelle parole scritte tutti gli importanti messaggi ispirati da Dio, e con quanto impegno avranno sicuramente utilizzato ogni carisma personale e ogni strumento di scrittura di cui avevano competenza.

Questo loro sforzo nella scrittura ci suggerisce delle connotazioni importanti che ci fanno intuire la profondità, le caratteristiche e le ispirazioni particolari che Dio voleva trasmetterci.

Questo intenso lavoro che hanno adottato per caratterizzare e approfondire l’ispirazione divina ci suggerisce una responsabilità nello scoprire queste loro intenzioni nascoste nei Testi Sacri e usare queste caratteristiche come guida per dare una corretta interpretazione alla nostra lettura.

Quindi, così come gli scrittori si sono impegnati al massimo per comunicare le infinite idee spirituali di Dio, traducendole con le più giuste parole del linguaggio usato in quel tempo, è importante che noi siamo consapevoli di questo, nel momento che ci avviciniamo al Ministero del lettorato.

Sappiamo bene come Gesù nelle sue parabole sceglie attentamente le sue parole con un linguaggio semplice, chiaro, inequivocabile e comunica con potenza e verità i suoi insegnamenti agli ascoltatori. Gesù parlava agli Ebrei del tempo e attraverso le parabole impiegava parole semplici con significati concreti, materiali, per suggerire e sviluppare pensieri spirituali.

Sappiamo che nella storia della Chiesa, gli esegeti, i Padri della Chiesa, hanno studiato per anni l’origine e il significato di ogni singola parola, prima di dare una interpretazione autentica o impegnarsi nella traduzione in altre lingue.

Alcune parole, frasi o strutture letterarie ci indicano il carattere dei personaggi e ci suggeriscono il contesto dove quelle parole venivano proclamate; per questo è importante che prestiamo molta attenzione alle frasi che lo scrittore ha definito nella struttura del testo e facciamo attenzione alla sequenza di idee piene di significato che si intrecciano nella parola di Dio.

È fondamentale che anche noi ci chiediamo le ragioni perché lo scriba abbia scelto certe parole invece che altre.

Ogni più piccola sfumatura riesce ad evocare sentimenti e stati d’animo molto diversi, dandoci suggerimenti che riescono a chiarire e ad aiutare la nostra comprensione, in modo che possiamo impostare in modo coerente la nostra pronuncia e la nostra interpretazione mentre proclamiamo la Parola ad alta voce.

Ogni parola ha il suo carattere specifico e sappiamo che alcune parole prendono diversi significati nell’ambito di diverse lingue.

I testi sacri possono contenere: nomi, aggettivi, verbi, avverbi e così via per disegnare il “carattere” del racconto.

Possiamo fare alcuni esempi raggruppando e classificando i caratteri di queste parole in alcune categorie.


Parole esaltanti come: grandioso, più grande, magnanimo, superiore, divino, che suggeriscono la tensione dell’uomo verso l’infinito o la ricerca di qualcosa di grande oltre la realtà materiale.

Parole logiche come: vero, falso, perché, ne consegue, per concludere; che aiutano il ragionamento, che cercano di dirigere la mente della persona verso la Verità.

Parole di supplica: esortare, supplicare, pregare, chiedere, implorare, invocare, impetrare: che spingono a cercare di ottenere qualcosa di veramente essenziale.

Parole espansive: infinito, illimitato, immenso, sconfinato, eterno, per sempre, tutto, ovunque; che proiettano il tempo umano verso qualcosa di trascendente oltre la finitezza dell’uomo.

Parole autorevoli: vittorioso, comando, dominio, trionfo; che stabiliscono una gerarchia di grandezza, o danno il senso del vero potere di una situazione o di una persona.

Parole sprezzanti: vile, ignobile, spregevole, umile, spregevole, esecrabile, abbietto, alterato, contaminato, corrotto; che descrivono la realtà dell’uomo carnale.

Parole Cautelative: attenzione, avvertire, intuire, annunciare, captare, impossibile, non si deve, non si può; che guidano verso una direzione di prudenza o di saggezza.

Parole positive o negative: errore e verità, reale e irreale, buono contro cattivo, materiale e spirituale, mortale e immortale; che presentano il contrasto delle esperienze umane evidenziandone crudamente l’opposizione e la negatività contro la positività di alcune cose.

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Questi sono solo alcuni esempi molto sintetici.

Queste frasi si presentano come aggettivi, verbi, nomi, eccetera e riescono a connotare precisamente il contesto e il contenuto che la parola contiene e vuole proiettare al nostro Spirito.

Se i lettori studiando riescono ad identificare le differenze e la profondità di ogni parola, possono adattare nel migliore dei modi le loro voci per trasmettere agli ascoltatori queste differenze di carattere.

Chi ascolta sarà così aiutato ad apprezzare e a sintonizzarsi con il contesto dove Gesù, il Maestro, ha proclamato le sue parole.

Tentiamo di esprimere questa cosa detta sopra attraverso degli esempi.

Marco 12, 35-37 e poi Marco 13, 5-8:

Insegnando nel tempio, Gesù diceva: Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:

Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi.

Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio? E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.”

Marco 13, 5-8

Gesù si mise a dire loro: Badate che nessuno v’inganni! Molti verranno nel mio nome, dicendo: Sono io, e trarranno molti in inganno. E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori”.

Confrontando queste parole vediamo come ci sono due strutture diverse la prima per insegnare alcuni concetti nel tempio di fronte a tante persone magari anche scettiche; mentre la seconda rivolta privatamente ai propri apostoli per svelare una sapienza più avanzata anche se in modo semplice, con un linguaggio diretto concreto, ma anche misterioso.

Un altro esempio, prendiamo Matteo 9,1-8:

Salito su una barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati. Allora alcuni scribi dissero fra sé: Costui bestemmia. Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire Ti sono perdonati i peccati, oppure dire Alzati e cammina? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Alzati – disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e và a casa tua. Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini”.

In questo testo possiamo iniziare a connotare le diverse frasi che ci aiuteranno nella proclamazione; ad esempio: prima c’è un posizionamento spaziale, una indicazione geografica, come l’attraversamento del lago e la scena che poi si svolge in una città

Gli portano un paralitico, cioè il simbolo della misera realtà dell’uomo e dell’impossibilità di cambiare…

Gesù vede la loro fede, cioè ha scutato i loro volti e ha compreso i loro cuori, vuole confermare la loro fede.

Ordina con forza e autorità il perdono dei peccati, e possiamo capire il tono che in queste frasi Gesù ha usato.

Gli scribi dicono… fra sé… costui bestemmia anche qui si comprende la situazione, un mormorio di scandalo, ma senza il coraggio di dirlo apertamente…

  "Questo libro è dedicato a tutte le persone che desiderano imparare ad avere profonda consapevolezza delle PAROLE della Bibbia e riuscire a proclamarle con autorevolezza e sicurezza"
Racchiude 35 anni di esperienza nella Chiesa condensati in 430 pagine di puro valore. 
Non perdertelo per niente al mondo!"

Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino. 
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"Gridatelo dai tetti...."