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San Valentino vs San Cirillo e Metodio: 14 febbraio chi vincerà?

In tutto il mondo, o quasi, fuso orario permettendo, il 14 Febbraio si festeggia San Valentino però…
Pochi sanno che il santo cosiddetto degli innamorati non è il solo a festeggiare oggi, ma che si trova in compagnia dei due patroni d’Europa: San Cirillo e San Metodio. Avere un santo in famiglia è una cosa che accade di rado, soprattutto con i tempi che corrono. Averne addirittura due è un caso unico al mondo. I due santi, fratelli di sangue e nella fede, sono anche conosciuti come “gli apostoli degli slavi” e il 14 febbraio vengono festeggiati dalle religioni ortodosse, la cui chiesa romena a Sanremo, che ne porta i nomi, è un esempio.

I festeggiamenti di quest’anno saranno ancora più importanti dal momento che ricorre proprio oggi il loro bicentenario.

Ma cosa hanno fatto San Cirillo e San Metodio, e sopratutto, San Valentino rischia di essere spodestato dal trono di fiori e cioccolatini che il marketing ha voluto costruirgli?

Cirillo e Metodio, nacquero in Tessalonica e la loro opera di evangelizzazione avvenne in Moravia dove intrapresero il lavoro di traduzione dei libri sacri a scopo liturgico gettando le basi di tutta la letteratura nelle lingue dei popoli slavi. Per questo motivo i santi fratelli vengono considerati i padri della cultura, dalle suddette popolazioni.

Nel 1980 Giovanni Paolo II li nominò, assieme a San Benedetto, patroni d’Europa
San Valentino invece ha avuto un notevole successo da tempo immemorabile in quanto la sua festa risulterebbe tra le prime registrate nel calendario liturgico fin dal V Secolo. La tradizione è nata nei paesi anglosassoni dove ancora oggi viene festeggiato il “Saint Valentine’s Day”.

Di San Valentino la tradizione ne cita due, tutti due martiri e ricordati il 14 febbraio: il primo, sacerdote romano, amico dell’imperatore romano Gotico ma, avendo convertito il prefetto Asterio e tutta la sua famiglia, fu mandato al supplizio nel 268 e sepolto lungo la via Flaminia, dove sorse una chiesa a lui dedicata: il secondo Valentino, nato intorno al 175 ad Interamna (Terni), divenuto vescovo, fu chiamato a Roma dal filosofo Cratone per far guarire il figlio epilettico; ottenuto il miracolo tutta la sua famiglia si convertì al cristianesimo.
SAN VALENTINO, CHI ERA MAI COSTUI?
di Angelo Siro (da FilateliaReligiosa.it)

Come per molte altre feste di Santi anche quella dedicata a San Valentino è stata declassata! Anche se “la società dei consumi” non se ne è accorta.

Nel nuovo calendario liturgico il 14 febbraio vengono infatti festeggiati i Santi Cirillo e Metodio, i fratelli monaci, considerati “gli apostoli degli Slavi”, vissuti nel IX Secolo, inventori dell’alfabeto cirillico e proclamati da Papa Giovanni Paolo II compatroni d’Europa il 31 dicembre 1980 (con San Benedetto).

San Valentino invece ha avuto un notevole successo da tempo immemorabile in quanto la sua festa risulterebbe tra le prime registrate nel calendario liturgico fin dal V Secolo. La tradizione è nata nei paesi anglosassoni dove ancora oggi viene festeggiato il “Saint Valentine’s Day”.

Di San Valentino la tradizione ne cita due, tutti due martiri e ricordati il 14 febbraio: il primo, sacerdote romano, amico dell’imperatore romano Gotico ma, avendo convertito il prefetto Asterio e tutta la sua famiglia, fu mandato al supplizio nel 268 e sepolto lungo la via Flaminia, dove sorse una chiesa a lui dedicata: il secondo Valentino, nato intorno al 175 ad Interamna (Terni), divenuto vescovo, fu chiamato a Roma dal filosofo Cratone per far guarire il figlio epilettico; ottenuto il miracolo tutta la sua famiglia si convertì al cristianesimo. L’imperatore Marco Aurelio Claudio Quintillo ordinò la lapidazione e la decapitazione che avvenne il 14 febbraio del 273! Il suo corpo fu riportato a Terni dai giovani seguaci Procolo, Efebo e Apollonio che per questo atto subirono pochi giorni dopo la stessa sorte.

Finisce qui la storia (o meglio le storie) di San Valentino. Recenti studi hanno stabilito che il ruolo di questa “vita” fosse quello della propaganda monastica, ad uso del monastero benedettino esistente a Terni dal IX Secolo; il testo ha le caratteristiche canoniche replicate infinite volte nelle vite dei martiri dell’epoca! San Valentino è ritratto semplicemente come un uomo che visse pienamente la propria fede, annunciando con parole e opere il nome di Cristo.

In epoca moderna il testo della “Vita” fu manipolato; Valentino venne spogliato dei connotati monastici per essere rivestito di quelli del martire in difesa dell’ortodossia, in piena sintonia con la Controriforma. (I Santi nella storia – ed. San Paolo 2006).

E allora i bacetti, i fidanzatini… da dove arrivano? Sono numerose le leggende che sono entrate a far parte della cultura popolare sulla vita di San Valentino.

Bisogna risalire al IV secolo a.C. quando i Romani iniziarono a celebrare i Lupercali, festeggiamenti in onore del dio Lupercus, protettore delle greggi, nel mese di febbraio, mese in cui ci si preparava all’arrivo della primavera. Era tradizione pagana che i giovani partecipassero ad una “lotteria dell’amore” dove le coppie venivano estratte a sorte e potevano vivere per tutto l’anno in intimità. Questa tradizione rimase in vita fino al V Secolo dopo Cristo ed entrò in conflitto con i principi del Cristianesimo. Il Papa Gelasio I (492-496), per sopprimere la connotazione pagana della festa individuò in Valentino, martirizzato due secoli prima, proprio il 14 febbraio (secondo altre fonti il 24 febbraio), il santo su cui far convergere le caratteristiche “sentimentali” proprie dei Lupercali.

Quindi incominciarono a fiorire le più curiose leggende:

fu consacrato vescovo, su proposta di Papa Vittore (189-199) a soli 27 anni
come Vescovo donò una rosa a due giovani che stavano litigando e questi si riconciliarono…
unì in matrimonio una cristiana con un giovane centurione romano
numerose guarigioni e conversioni
promosse la festa della promessa e unì in matrimonio cristiano moltissime coppie
Valentino, in attesa dell’esecuzione, si innamorò della figlia del guardiano e prima di morire le lasciò un biglietto “dal vostro Valentino”… (ipotesi curiosa visto che, secondo le leggende, visse circa 100 anni). Da questa leggenda, nei Paesi Anglosassoni, si diffusero i “biglietti d’amore o di amicizia” che per gli americani si chiamano ancora oggi i “Valentine”.

La città di Terni l’assunse, nel 1644 come Patrono cittadino, anche se, pare che le reliquie fossero un dono di Papa Paolo II (1464-1471) alle nubili della città. Da allora Terni si è considerata la “città degli innamorati” e annualmente, nella Basilica a lui dedicata fin dal 1605, si celebrano importanti manifestazioni tra cui “Terni – San Valentino: un anno d’amore” che assegna ogni anno un riconoscimento a chi si è distinto per un atto d’amore.

Da molti anni il Comune di Terni promuove un annullo filatelico nel giorno del loro santo Patrono.


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