"Gridatelo dai tetti...."

“Tutto è grazia”

San Francesco di Sales, nato il 21 agosto 1567 a Thorens-Glières, in Savoia (oggi Francia), è stato un vescovo cattolico e dottore della Chiesa. È noto soprattutto per la sua opera di evangelizzazione e per la sua guida spirituale. Ecco una breve panoramica della sua vita:

  1. Gioventù e Formazione: Francesco nacque da una famiglia nobile. Fin da giovane, mostrò una profonda devozione religiosa. Dopo gli studi in diritto a Padova, contro la volontà di suo padre, scelse di seguire la vocazione ecclesiastica.
  2. Ordinazione e Missioni: Francesco fu ordinato sacerdote nel 1593. Inizialmente, desiderava vivere come eremita, ma il suo direttore spirituale, San Francesco di Sales, lo convinse a dedicarsi all’apostolato. Si unì a un gruppo di sacerdoti che cercavano di riconvertire la popolazione calvinista della Savoia al cattolicesimo.
  3. Vescovo di Ginevra: Nel 1602, Francesco di Sales fu nominato vescovo di Ginevra, una città a maggioranza calvinista. Qui affrontò numerose sfide, cercando di riconciliare le divisioni religiose e promuovere la tolleranza.
  4. Scritti Spirituali: Francesco di Sales è noto per i suoi scritti spirituali, tra cui “Introduzione alla vita devota” e “Trattato dell’amore di Dio”. Queste opere riflettono la sua saggezza spirituale e la sua visione dell’amore di Dio come accessibile a tutti.
  5. Ordine della Visitazione: Insieme a Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, Francesco di Sales fondò l’Ordine della Visitazione nel 1610, un’istituzione religiosa per donne che desideravano vivere una vita contemplativa.
  6. Morte e Canonizzazione: Francesco di Sales morì il 28 dicembre 1622. Fu canonizzato nel 1665 da papa Alessandro VII e dichiarato dottore della Chiesa nel 1877 da papa Pio IX.

San Francesco di Sales è riconosciuto come patrono dei giornalisti e degli scrittori a causa della sua abilità nel comunicare in modo chiaro e accessibile. La sua eredità spirituale vive attraverso i suoi insegnamenti e l’influenza duratura della sua guida pastorale.

La teologia di San Francesco di Sales è caratterizzata da un approccio gentile e adattabile, centrato sull’amore di Dio e sull’accessibilità della santità per tutti. Alcuni punti chiave della sua teologia includono:

  1. La Dottrina dell’Amore Divino: Francesco di Sales enfatizzò l’amore misericordioso di Dio. Sostenne che Dio ama ogni anima in modo unico e che la salvezza è aperta a tutti, indipendentemente dalla loro condizione o passato. Questa concezione amorevole di Dio è al centro della sua spiritualità.
  2. Universalità della Vocazione alla Santità: Contrariamente all’idea che la santità fosse riservata solo a coloro che abbracciavano la vita monastica, Francesco di Sales insegnò la possibilità della santità in tutte le vocazioni. La sua famosa frase “Tutto è grazia” riflette il suo convincimento che la santità può essere raggiunta in ogni stato di vita.
  3. Il Concetto di Dolcezza Spirituale: Francesco di Sales promosse la “dolcezza spirituale” come via per avvicinarsi a Dio. Invitò i fedeli a praticare la preghiera, la meditazione e le virtù cristiane con dolcezza, evitando la rigidità e la durezza. Questo approccio gentile si riflette nel suo celebre consiglio: “Si prende più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto.”
  4. La Spiritualità della Presenza di Dio: Francesco di Sales sottolineò l’importanza di vivere consapevolmente la presenza di Dio nella vita quotidiana. Invitò i credenti a cercare Dio nelle situazioni comuni e a portare la spiritualità nella vita di tutti i giorni.
  5. Accoglienza e Tolleranza: Data la sua missione di riconciliazione a Ginevra, Francesco di Sales promosse l’accoglienza e la tolleranza verso coloro che professavano fedi diverse. La sua gentilezza e rispetto per gli altri contribuirono alla sua reputazione di “gentiluomo di Dio”.

La teologia di San Francesco di Sales ha avuto un impatto significativo nella spiritualità cattolica, influenzando numerosi pensatori e guidando molti sulla via della santità attraverso un approccio amorevole e pratico alla fede. La sua eredità è ancora viva oggi, specialmente attraverso l’Ordine della Visitazione e la diffusione dei suoi scritti spirituali.

L’approccio di San Francesco di Sales alla teologia ha lasciato un’impronta duratura anche nell’ambito della direzione spirituale. La sua metodologia è enfatizzata nei suoi scritti e lettere pastorali, tra cui la celebre “Introduzione alla vita devota”. Alcuni aspetti chiave includono:

  1. La Dolcezza nella Direzione Spirituale: Francesco di Sales è noto per la sua dolcezza e pazienza nel guidare gli altri sulla via spirituale. Ha sottolineato l’importanza di adattare la direzione spirituale alle esigenze individuali, evitando severità eccessiva e incoraggiando anziché scoraggiare.
  2. La Consapevolezza della Propria Debolezza: Ha insegnato che la consapevolezza della propria debolezza è essenziale per il progresso spirituale. Invitava le persone a crescere nella virtù con gradualità, affrontando con pazienza e fiducia le proprie imperfezioni.
  3. La Preghiera e la Meditazione: Francesco di Sales ha posto un forte accento sulla preghiera e la meditazione come mezzi per sviluppare una relazione personale con Dio. Ha incoraggiato la regolarità nella preghiera quotidiana e ha sottolineato la sua importanza nel nutrire la vita spirituale.
  4. La Libertà Interiore: Ha insegnato l’importanza della libertà interiore, indicando che la vera virtù non è forzata ma libera scelta. Invitava i fedeli a compiere le azioni virtuose con gioia e consapevolezza, senza sentirsi schiavi della perfezione esteriore.
  5. La Devotio Moderna: San Francesco di Sales ha tratto ispirazione dalla tradizione della Devotio Moderna, promuovendo una forma di devozione che integrasse la spiritualità contemplativa con l’azione pratica nella vita quotidiana.

La sua eredità nella direzione spirituale è stata particolarmente apprezzata, tanto che è diventato il patrono dei direttori spirituali. La sua saggezza e il suo approccio amorevole continuano a guidare coloro che cercano una vita spirituale più profonda e un rapporto più intimo con Dio. La sua santità, improntata alla dolcezza e all’umiltà, rimane un faro luminoso per coloro che desiderano seguire la via della fede con cuore aperto e amorevolezza.

DALLA “INTRODUZIONE ALLA VITA DEVOTA”
“Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna “secondo la propria specie” (Gn 1, 11). Lo stesso comando si rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producono frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione.
La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta, bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona.
Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l’artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso, e il religioso si espone a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Questo errore si verifica tuttavia molto spesso. No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera, ma anzi perfeziona tutto e, quando contrasta con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.
L’ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l’unisce alla devozione. La cura della famiglia è rèsa più leggera, l’amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili”.


"Gridatelo dai tetti...."