L’11 FEBBRAIO SI FESTEGGIA LA MADONNA DI LOURDES

L’11 FEBBRAIO SI FESTEGGIA LA MADONNA DI LOURDES

L’11 febbraio 1858 la Madonna apparve per la prima volta a Bernardette Subirous nella grotta di Massabielle, tra i Pirenei francesi. Da allora, questo luogo è divenuto meta incessante di pellegrinaggi da ogni parte del mondo. Sono circa una settantina i miracoli di guarigione giudicati inspiegabili e riconosciuti dalla Chiesa che l’11 febbraio, per volontà di San Giovanni Paolo II, celebra la Giornata mondiale del malato

Ogni anno Lourdes è meta incessante di circa 5 milioni di ammalati che invocano protezione e conforto. La grotta in mezzo ai Pirenei francesi evoca le apparizioni mariane più famose della storia, riconosciute ufficialmente dalla Chiesa. Avvennero nel 1858 ed ebbero come protagonista una ragazza di quattordici anni, Bernadette Soubirous.
La Vergine le apparve per ben diciotto volte in una grotta, lungo il fiume Gave. Le parlò nel dialetto locale, le indicò il punto in cui scavare con le mani per trovare quella che si rivelerà una sorgente d’acqua, al contatto con la quale sarebbero scaturiti molti miracoli. Tutto ebbe inizio giovedì, 11 febbraio 1858, quando Bernadette si recò a raccogliere legna secca nel greto del fiume Gave, insieme ad una sorella e ad una loro amica. Un rumore che proveniva dal cespuglio che si trovava nella grotta attirò la ragazzina alla quale apparve la Vergine presentandosi come Immacolata concezione e confermando quindi  il dogma del concepimento immacolato di Maria promulgato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854, quattro anni prima.

Per questo l’11 febbraio la Chiesa celebra la memoria della Madonna di Lourdes alla quale San Giovanni Paolo II volle associare la Giornata Mondiale del Malato. Le apparizioni di Lourdes vennero ufficialmente riconosciute dal vescovo di Tarbes il 18 febbraio del 1862. Ben presto fu eretta una grande chiesa così come la Vergine aveva richiesto. Lourdes divenne subito il più celebre dei luoghi mariani. Un ufficio speciale (le Bureau médical) fu incaricato di vagliare scientificamente le guarigioni che iniziarono a verificarsi immediatamente. Di miracoli finora ne sono stati riconosciuti una settantina, ma di fatto sono molti di più. Ancora più numerose sono le conversioni.

IL RACCONTO DELLE PRIME APPARIZIONI

Quella mattina dell’11 febbraio 1858 era un giovedì grasso e a Lourdes faceva tanto freddo. In casa Soubirous non c’era più legna da ardere. Bernadette, che allora aveva 14 anni, era andata con la sorella Toinette e una compagna a cercar dei rami secchi nei dintorni del paese. Verso mezzogiorno le tre bambine giunsero vicino alla rupe di Massabielle, che formava, lungo il fiume Gave, una piccola grotta. Qui c’era “la tute aux cochons”, il riparo per i maiali, un angolo sotto la roccia dove l’acqua depositava sempre legna e detriti. Per poterli andare a raccogliere, bisognava però attraversare un canale d’acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume. Toinette e l’amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell’acqua fredda. Bernadette invece, essendo molto delicata e soffrendo d’asma, portava le calze. Pregò l’amica di prenderla sulle spalle, ma quella si rifiutò, scendendo con Toinette verso il fiume. Rimasta sola, Bernadette pensò di togliersi anche lei gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un gran rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non ci fosse nell’aria neanche un alito di vento. Poi la grotta fu piena di una nube d’oro, e una splendida Signora apparve sulla roccia.
 

La Signora aveva l’aspetto di una giovane di sedici o diciassette anni. Vestita di bianco, con una fascia azzurra che scendeva lungo l’abito, portava sulla testa un velo bianco che lasciava intravedere appena i capelli ricadendo all’indietro fino all’altezza della fascia. Dal braccio le pendeva un grande rosario dai grani bianchi, legati da una catenella d’oro, mentre sui piedi nudi brillavano due rose, anch’esse di un oro lucente. Istintivamente, Bernadette s’inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò fare, unendosi alla sua preghiera con lo scorrere silenzioso fra le sue dita dei grani del Rosario. Alla fine di ogni posta, recitava ad alta voce insieme a Bernadette il Gloria Patri. Quando la piccola veggente ebbe terminato il Rosario, la bella Signora scomparve all’improvviso, ritirandosi nella nicchia, così come era venuta. Tre giorni dopo, il 14 Febbraio, Bernadette – che ha subito raccontato alla sorella e all’amica quanto le è accaduto, riferendo della cosa anche in casa – si sente chiamata interiormente verso la grotta di Massabielle, munita questa volta di una bottiglietta di acqua benedetta che getta prontamente sulla S. Vergine durante la nuova apparizione, perché, così le è stato detto, su queste cose non si sa mai e potrebbe anche essere il diavolo a farle un tiro mancino… La Vergine sorride al gesto di Bernadette e non dice nulla. Il 18 febbraio, finalmente, la Signora parla. “Non vi prometto di farvi felice in questo mondo – le dice – , ma nell’altro. Volete farmi la cortesia di venire qui per quindici giorni?”. La Signora, quindi, confida a Bernadette tre segreti la giovane deve tenere per sé e non rivelare mai a nessuno.

La Francia, patria del Positivismo

La Provvidenza non sceglie a caso il luogo in cui manifestarsi in maniera così dirompente. Siamo nella Francia del XIX secolo, in cui trionfa la filosofia positivista secondo cui l’uomo, nella sua bontà o, al contrario, nella sua cattiveria, è interamente determinato dall’essere inserito in una società che sia, appunto, buona o cattiva. Maria a Lourdes sovverte tutto questo, ricordando l’esistenza del peccato originale e del libero arbitrio. Dunque, prima di agire sulla società, dice Maria, bisogna agire sul cuore dell’uomo. Bisogna convertirsi.

11 febbraio 1858

Per lanciare al mondo il suo messaggio di preghiera e carità, la Madonna sceglie Bernadette, una pastorella di 14 anni. Fa molto freddo a Lourdes quel giorno, così la giovane, assieme alla sorella e a un’amica, va a raccogliere legna dalle parti della grotta di Massabielle. Rimasta indietro rispetto alle altre, all’improvviso avverte come un colpo di vento, ma non vede le cime degli alberi scuotersi, poi una grande luce e, attraverso questa, la figura bianchissima di una giovane. Non le parla, la Signora, ma le insegna a fare correttamente il segno della croce e insieme, in silenzio, recitano il Rosario. Al termine della preghiera la visione scompare.

“Io sono l’Immacolata Concezione”

Tre giorni dopo, il 14 febbraio, Bernadette sente il desiderio irrefrenabile di tornare alla grotta, ma lo fa portando con sé dell’acqua benedetta. Quando la Signora appare, cerca di aspergerla, ma lei resta lì, sorride e insieme ricominciano a recitare il Rosario. È il 18 febbraio la prima volta che la Signora parla a Bernadette e le raccomanda di tornare per 15 giorni, di dire ai sacerdoti di recarsi in quel luogo in processione e di edificarvi una chiesa. Il 25 febbraio la Signora chiede a Bernadette di mangiare l’erba e di scavare: così scaturirà l’acqua della fonte miracolosa in cui ancora oggi i malati si immergono pregando per la propria guarigione. Finalmente, il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, la Madonna si rivela: “Sono l’Immacolata Concezione”, dice, e Bernadette lo ripete al parroco. Non poteva sapere, una pastorella, che il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria era stato stabilito appena quattro anni prima da Papa Pio IX. Sono tante le cose che Maria rivela a Bernadette nei loro incontri, ma soprattutto indica a lei e al mondo il Cielo e la santità come unico obiettivo della vita terrena e la penitenza per l’eliminazione dal mondo del peccato come unico mezzo che l’uomo ha per raggiungerla.

Lourdes, santuario mariano internazionale

Le apparizioni di Lourdes hanno attirato a Massabielle fin dall’inizio molti curiosi, con l’inevitabile bagaglio di scetticismo. La stessa Bernadette fu sottoposta a esami medici e interrogata dalle autorità ecclesiastiche, finché Maria non concesse che si verificassero degli eventi prodigiosi in modo che alcuni credessero. Fu costruita una chiesa, e nel 1862 arrivò dal vescovo di Tarbes la lettera pastorale con cui Lourdes fu consacrata alla sua vocazione di santuario mariano internazionale.

Cosa fa Dio in Vacanza?

Cosa fa Dio in Vacanza?

Ciò che Dio ha fatto durante le mie vacanze estive e probabilmente anche le tue( Tratto da un racconto)

parco nazionale delle montagne

Il peccato riporta le sue piccole vittorie, ma il Dio dell’amore è molto più grande..

Non sono riuscito a dormire l’ultima notte del nostro soggiorno di agosto al campeggio KOA fuori dal Glacier National Park, dove la nostra famiglia stava festeggiando una riunione. È stata una settimana da capogiro. Seguendo il consiglio di amici, avevamo guidato dal Kansas attraverso il Wyoming fino al Montana e avevamo alloggiato nei campeggi dei parchi nazionali Grand Tetons e Yellowstone.

Così sono andato a fare una passeggiata alle 4 del mattino e ho pensato a cosa Dio ha fatto durante le mie vacanze estive. 

Innanzitutto, ho visto l’amore di Dio nel mondo naturale. 

La vacanza è arrivata dopo che ho registrato l’episodio del mio podcast Extraordinary Story incentrato sulle parole di Gesù sui gigli del campo, che un autore chiama “una passeggiata attraverso il Giardino dell’Eden al fianco del meraviglioso Creatore, una passeggiata curativa intesa a apri i nostri occhi e cura l’inquietudine del nostro cuore attraverso la contemplazione del mondo naturale che ci circonda”.

Quel giorno, ho capito cosa intendeva sulla Going-to-the-Sun Road del Montana, con scogliere a strapiombo che torreggiano su di noi da un lato e precipitano in un abisso dall’altro. Le nebbie si muovevano al rallentatore oltre i sempreverdi e l’acqua bianca scendeva a cascata lungo scogliere frastagliate. Continuava a venirmi in mente una frase, così l’ho detta ad alta voce nel furgone: “Dio ha creato tutto questo pensando a noi”. 

Questo è innegabilmente vero. 

Dio ha dato agli esseri umani la capacità unica di apprezzare la bellezza – e poi ha reso la terra straordinariamente bella perché ci ama. O meglio, poiché Egli è fuori dal tempo, ciò a cui assistiamo in ogni momento è il suo atto creativo originale, che travolge noi e tutti nella storia con la verità della sua bellezza e bontà.

In secondo luogo, ho visto l’amore di Dio nella mia famiglia.

In realtà, Dio non solo ci benedice con il suo atto creativo, ma ci invita a farlo. Insieme alla bellezza della natura nel Giardino dell’Eden, Dio ha donato al suo popolo l’amore sponsale che doveva “essere fecondo e moltiplicarsi”.

Per me, ciò significava che mentre camminavo per il campeggio di notte, passavo davanti a figli, figlie, nipoti, zii, cugini e suoceri addormentati. 

Alla cena di riunione di famiglia di quel giorno, avevo visto parenti in magliette Harley-Davidson chiacchierare con gli amministratori della scuola Montessori, guardalinee chiacchierare con dirigenti aziendali e adolescenti giocare con entusiasmo al “mostro di lava” nel parco giochi con nipoti e nipoti.

La famiglia passa in secondo piano per gran parte dell’anno, ma durante le vacanze si vede quanto sia potente.

Terzo: ho visto quanto è fragile tutto ciò.

Bisogna ammettere che mentre assistevo alla maestosità della bellezza della montagna, la vedevo attraverso i finestrini sporchi di un furgone disseminato di involucri di snack alla frutta, bottiglie d’acqua, tovaglioli e il contenuto di borse per pannolini rovesciate. I boschi erano disseminati di una raccolta meno concentrata dello stesso tipo di cose, incluso almeno un involucro di snack che è esploso fuori dalla mia porta e in aria, più velocemente di quanto potessi correre.

E, a parte il mio unico commento su Dio, la nostra conversazione familiare era per lo più fatta di forti lamentele per i piedi puzzolenti, valutazioni rabbiose dell’egoismo degli altri e discussioni su ciò che qualcuno diceva e su come lo diceva .

Per quanto il nostro viaggio abbia evocato il Giardino dell’Eden, ha anche reso molto chiaro che il Giardino dell’Eden è scomparso, scambiato con il peccato.

Quarto: ho visto il cielo.

A nord, dove eravamo noi, il sole resta alto fino a molto tardi in agosto. Durante la mia passeggiata alle 4 del mattino, mi sono reso conto che era la prima volta che ero uscito nel buio più totale, ho alzato lo sguardo e ho visto il vasto cielo pieno di stelle.

Aristotele guardò queste stelle e decise di voler vivere la sua vita in armonia con il logos, l’ordine dell’universo, la logica al centro delle cose. Ma voleva farlo attraverso il miglioramento personale, non il dono di sé.

San Giovanni guardò questo cielo e scrisse “il Verbo si fece carne” – il Logos si fece uomo. Dopo che abbiamo distrutto il Giardino che ci ha donato, Gesù ha fatto per noi la via del ritorno riversandosi sulla croce e nei sacramenti. Ora, unendo la nostra donazione alla sua, possiamo risorgere dai nostri peccati e unirci all’Amore che è alla radice di tutto.

Dante guardò le stesse stelle al termine del suo lungo viaggio e disse: “Qui la mia visione esaltata perdette la sua potenza e il mio desiderio fu trascinato dall’Amore che muove le stelle”.

Il peccato ottiene le sue piccole vittorie, ma il Dio dell’amore è molto più grande e combatte al nostro fianco per la bellezza, la verità e la bontà in ogni passo del cammino. Questo è ciò che Dio ha fatto durante le mie vacanze estive.

Papa Francesco a Dubai

Papa Francesco a Dubai

Dal 1° al 3 dicembre per la Cop28”

“Accogliendo l’invito di Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, Presidente degli Emirati Arabi Uniti”, Papa Francesco si recherà, “come annunciato”, a Dubai, dal 1° al 3 dicembre, in occasione della prossima Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP-28). A dichiararlo ai giornalisti è il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.

Il Papa alla Cop28 di Dubai per rilanciare l’appello ad un’azione urgente per il clima

Per la prima volta alla “Conferenza delle Parti”, per la seconda negli Emirati Arabi Uniti dopo il viaggio del 2019 ad Abu Dhabi, Francesco sarà presente dall’1 al 3 dicembre tra i leader del mondo per ribadire appelli, aspettative e speranze già espressi nella Laudate Deum

Il “grido” di Francesco perché il mondo si impegni a dare una risposta alla crisi climatica, il grido, cioè, lanciato nella Laudato si’ e poi cristallizzato nella Laudate Deum, risuonerà a dicembre a Dubai. Nel futuristico emirato, città di opulenza e architetture ultra moderne, tra i maggiori esportatori di energia fossile ma, al contempo, grande investitore in energie rinnovabili, si svolgerà la Cop28, il più importante appuntamento dell’anno organizzato dall’Onu in cui i leader mondiali dovranno fare il punto su progressi e ritardi in quella che il Papa, mutuando San Francesco, definisce “la cura della nostra Casa comune”.

La partecipazione del Papa 

“Laudate Deum”, il grido del Papa per una risposta alla crisi climatica

“Laudate Deum”, il grido del Papa per una risposta alla crisi climatica

La “Conferenza delle Parti” aprirà i battenti il prossimo 30 novembre fino al 12 dicembre e questa ventottesima edizione vedrà per la prima volta la partecipazione di un Pontefice, Francesco, al suo secondo viaggio negli Emirati Arabi Uniti, dopo la trasferta ad Abu Dhabi del febbraio 2019 che è stata occasione della firma della storica Dichiarazione sulla Fratellanza Umana.

Il viaggio internazionale, il 45.mo del pontificato e il sesto del 2023, è stato confermato oggi dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. “Accogliendo l’invito di Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sua Santità Papa Francesco si recherà, come annunciato, a Dubai, dal 1° al 3 dicembre 2023, in occasione della prossima Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP-28)”, si legge nel comunicato, senza ulteriori informazioni sul programma.

L’annuncio di Francesco

Già il Papa stesso aveva annunciato la sua presenza nella recente intervista al Tg1: “Sì, andrò a Dubai. Credo che partirò il 1° dicembre fino al 3 dicembre. Starò tre giorni lì”, ha detto Francesco ricordando che proprio una Cop, la numero 21 del 2015 svoltasi a Parigi, aveva dato l’impulso per la stesura dell’enciclica sociale Laudato si’.

“Io ricordo che quando sono andato a Strasburgo, al Parlamento europeo, e il presidente Hollande ha mandato la ministra dell’ambiente Ségolène Royal a ricevermi e lei mi ha chiesto: ‘Ma lei sta preparando qualche cosa sull’ambiente? Lo faccia prima dell’incontro di Parigi’. Io ho chiamato alcuni scienziati qui, che si sono affrettati, è uscito Laudato si’ che è uscito prima di Parigi. E l’incontro di Parigi è stato il più bello di tutti. Dopo Parigi tutti sono andati indietro e ci vuole coraggio per andare avanti in questo”, ha raccontato Jorge Mario Bergoglio.

Aspettative e speranze

Laudate Deum e la COP28

Ora, alla luce della Laudate Deum pubblicata il 4 ottobre scorso, giorno della memoria liturgica del Santo d’Assisi dal quale ha preso il nome e la missione, Francesco vuole farsi presente anche fisicamente a questo importante consesso internazionale sul quale, peraltro, gravano le recenti tensioni in Europa e in Medio Oriente.

Il Papa ha dedicato uno intero capitolo della esortazione apostolica all’appuntamento di Dubai: “Cosa ci si aspetta dalla Cop28 di Dubai?” è il titolo e in esso si condensano le attese e le speranze del Vescovo di Roma che guarda alla realtà di Dubai dove, afferma, “le compagnie petrolifere e del gas ambiscono lì a nuovi progetti per espandere ulteriormente la produzione”. “Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico, perché significherebbe esporre tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti del cambiamento climatico”, scrive.

Punto di svolta

“Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la Cop28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente”, si legge ancora nella esortazione papale. “Questa Conferenza può essere un punto di svolta, comprovando che tutto quanto si è fatto dal 1992 era serio e opportuno, altrimenti sarà una grande delusione e metterà a rischio quanto di buono si è potuto fin qui raggiungere”.

L’apprezzamento del presidente della Cop28 

Il presidente di COP28: "Ridurre 22 gigatonellate di emissioni entro il 2030"

Il presidente di COP28: “Ridurre 22 gigatonellate di emissioni entro il 2030”

Le preoccupazioni del Papa erano state condivise anche da Sultan Al Jaber, ministro dell’Industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi e presidente della Cop28., che Papa Francesco ha ricevuto l’11 ottobre scorso nel Palazzo Apostolico. In una intervista con i media vaticani, Al Jaber esprimeva l’apprezzamento degli Emirati Arabi Unirti per il “fermo sostegno” del Papa “a un’azione positiva per il clima al fine di promuovere il progresso umano” e ribadiva pure l’impegno del suo Paese “a fare tutto il possibile per unire le parti, garantire l’inclusività, ottenere impegni e azioni chiari e fornire un’azione climatica ambiziosa per le persone in tutto il mondo”. Quindi delineava il “punto fermo” che guida i partecipanti alla Conferenza, “mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi Celsius”, e l’obiettivo principale: “Ridurre 22 gigatonnellate di emissioni entro il 2030”. “Il cambiamento climatico ci sta già influenzando”, diceva il ministro, “dobbiamo adattarci a questo cambiamento”. 

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-11/papa-francesco-viaggio-dubai-cop28-clima.html

GMG Lisbona “In fretta si va”

GMG Lisbona “In fretta si va”

l’inno in italiano della Gmg 2023 di Lisbona

È la versione italiana di “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno della Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023, ispirata al tema della GMG Lisbona 2023

"In fretta si va": l'inno della Gmg 2023 di Lisbona in italiano

“In fretta si va”, è la versione italiana di “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno della Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023, ispirata al tema della GMG Lisbona 2023 («Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39).

Il Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile della Cei ha affidato la versione italiana al musicista Valerio Baggio e al paroliere Valerio “Lode” Ciprì che ha tradotto il testo, entrambi già autori di celebri inni.

La voce italiana è della giovane cantante Benedetta Belotti.

L’inno della Gmg 2023 si sviluppa intorno al “sì” di Maria e della sua fretta di incontrare la cugina Elisabetta. “Há Pressa no Ar” ha testi di João Paulo Vaz, sacerdote, e musica di Pedro Ferreira, professore e musicista, entrambi della diocesi di Coimbra, nel centro del Portogallo. Gli arrangiamenti sono del musicista Carlos Garcia.

Il tema è stato registrato in due versioni in portoghese e nella versione internazionale (portoghese, inglese, spagnolo, francese e italiano). La versione italiana mantiene la musica originale, grazie alle parole di Valerio “Lode Ciprì” tra i fondatori del Gen Rosso, e resta aderente al testo originale mantenendosi assonante con esso. Nel cantare questo inno, i giovani di tutto il mondo sono invitati a identificarsi con Maria, rendendosi disponibili al servizio, alla missione e alla trasformazione del mondo.


“Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39): è questo il tema del Messaggio del Santo Padre ai giovani in occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà celebrata nelle Chiese particolari il prossimo 20 novembre 2022 e a livello internazionale a Lisbona dal 1 al 6 di agosto 2023.

La città della gioia

Una nuova esperienza legata alla GMG che unirà il Parco del Perdono e la Fiera delle Vocazioni.

Una nuova esperienza legata alla GMG di Lisbona è la Città della Gioia, un luogo che unirà il Parco del Perdono e la Fiera delle Vocazioni e dove scoprire Cristo attraverso esperienze di gioia cristiana. I giovani saranno provocati attraverso incontri, eventi, conversazioni, momenti di preghiera. Un modo per mettersi in discussione e confrontarsi con l’altro, con il diverso, sperimentando l’armonia, il perdono di Dio e la sua misericordia.

Un percorso insomma, ricco di stimoli dal Parco del Perdono dove ci saranno a disposizione 150 confessionali, alla Fiera Vocazionale in ci saranno testimonianze sulla vocazione

Maria si alzò e andò in fretta (Lc 1,39) è la citazione biblica scelta da Papa Francesco come motto della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà per la prima volta in Portogallo, nella capitale Lisbona, dall’1 al 6 agosto 2023. La frase biblica apre il racconto della Visitazione (la visita di Maria alla cugina Elisabetta), episodio successivo all’Annunciazione (l’annuncio dell’angelo a Maria che sarebbe stata madre del Figlio di Dio, tema della GMG a Panama).

Durante l’Annunciazione l’angelo dice a Maria che sua cugina, ritenuta sterile, è incinta. Dopo aver risposto all’angelo Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38), è allora che Maria parte per Ain Karim, un villaggio vicino a Gerusalemme dove Elisabetta viveva e attendeva la nascita di Giovanni, che sarebbe diventato San Giovanni Battista.

Maria di Nazaret è la grande figura del cammino cristiano: ci insegna a dire di sì a Dio. Nell’episodio biblico della Visitazione l’atto di alzarsi in piedi presenta Maria sia come donna di carità sia come missionaria. Partire in fretta rappresenta l’atteggiamento indicato da Papa Francesco per la GMG di Lisbona: «che l’evangelizzazione dei giovani sia attiva e missionaria, perché così riconosceranno e testimonieranno la presenza del Cristo vivente».

Rivolgendosi in particolare ai giovani, e sfidandoli ad essere coraggiosi missionari, il Papa nell’Esortazione apostolica Christus vivit scrive: «Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti, non per alcuni» (CV 177).

A Lisbona ritroveremo insieme la gioia dell’abbraccio fraterno. Papa Francesco” La Gmg è un pellegrinaggio e non un semplice viaggio: è darsi l’opportunità di lasciarsi raccontare quanto siamo preziosi per il Signore, quanto gli stiamo a cuore; ed è scoprire che la Chiesa siamo noi, sognando di poter far qualcosa per renderla sempre più bella”.

Maria del Monte Carmelo

Maria del Monte Carmelo

La Beata Vergine del Monte Carmelo: Storia e Devozione

Introduzione: La Beata Vergine del Monte Carmelo è un’icona venerata nella tradizione cattolica e una figura di grande importanza per l’Ordine Carmelitano. Conosciuta anche come la Madonna del Monte Carmelo, è oggetto di devozione da parte di milioni di fedeli in tutto il mondo. In questo articolo, esploreremo la storia di questa figura spirituale e la sua significativa influenza sulla spiritualità carmelitana.

Origini storiche: Le origini della devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo risalgono al XII secolo, nella regione del Monte Carmelo in Palestina. Il Monte Carmelo, una montagna nella Terra Santa, è stato da lungo tempo un luogo di ricerca spirituale e ritiro per eremiti e monaci. Nel corso degli anni, un gruppo di eremiti si è stabilito sul Monte Carmelo, fondando l’Ordine dei Frati dell’Antica Osservanza del Monte Carmelo, noto come Carmelitani.

La leggenda narra che nel 1251, la Vergine Maria apparve a San Simone Stock, un carmelitano inglese, consegnandogli il “Santo Scapolare del Carmelo” come segno di protezione e promettendo la sua intercessione per coloro che lo indossano con fede. Questa apparizione è stata fondamentale per l’espansione della devozione mariana nel Carmelo e ha contribuito a consolidare il legame tra la Vergine Maria e l’Ordine Carmelitano.

Devozione e simbolismo: La devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo è spesso associata al “Santo Scapolare del Carmelo”. Lo scapolare, un piccolo pezzo di tessuto marrone, rappresenta l’appartenenza all’Ordine Carmelitano e la protezione materna della Vergine Maria. I fedeli che indossano lo scapolare esprimono la loro dedizione alla Madonna del Monte Carmelo e la loro fiducia nella sua intercessione.

La Madonna del Monte Carmelo viene anche spesso raffigurata con Gesù Bambino tra le braccia. Questa immagine sottolinea la sua maternità spirituale e la sua presenza accogliente per i devoti. Inoltre, la montagna stessa, il Monte Carmelo, viene interpretata come un simbolo della ricerca spirituale, della preghiera e dell’ascetismo praticati dall’Ordine Carmelitano.

Influenza spirituale: La Beata Vergine del Monte Carmelo ha avuto un’enorme influenza sulla spiritualità carmelitana. La sua figura è stata un’ispirazione per i carmelitani nel loro impegno verso la preghiera contemplativa, la ricerca di Dio e l’imitazione di Maria come modello di fede. I Carmelitani cercano di seguire il suo esempio di umiltà, obbedienza e disponibilità alla volontà di Dio.

La Madonna del Monte Carmelo è diventata anche un simbolo di speranza e conforto per molti fedeli cattolici. La sua intercessione è invocata nelle difficoltà, nelle prove e nelle preoccupazioni quotidiane. I devoti rivolgono a lei con fiducia, chiedendo la sua protezione materna e il suo aiuto nella vita spirituale.

La devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo si estende ben oltre l’Ordine Carmelitano. Molte chiese cattoliche in tutto il mondo hanno santuari dedicati alla Madonna del Monte Carmelo, dove i fedeli si recano in pellegrinaggio per onorarla e pregare. In queste occasioni, viene solitamente celebrata una messa speciale e i devoti possono ricevere la benedizione dello scapolare o rinnovare la loro consacrazione a Maria.

La festa liturgica della Beata Vergine del Monte Carmelo viene celebrata il 16 luglio di ogni anno. Durante questa festa, i carmelitani e i fedeli cattolici rendono omaggio alla Madonna del Monte Carmelo attraverso la preghiera, la partecipazione alla messa e l’esposizione dell’immagine sacra. È un momento di gioia e gratitudine per la presenza e l’intercessione di Maria nelle vite dei fedeli.

La Beata Vergine del Monte Carmelo occupa un posto di grande importanza nella tradizione cattolica e nell’Ordine Carmelitano. La sua apparizione a San Simone Stock e la devozione allo scapolare hanno alimentato una profonda spiritualità e una forte connessione con la Vergine Maria. I fedeli che si affidano a lei sperano di ricevere la sua protezione, il suo sostegno e la sua guida nella vita spirituale.

La devozione alla Madonna del Monte Carmelo è una fonte di conforto e ispirazione per molti credenti che cercano una connessione più profonda con Dio attraverso la preghiera e la fede. La sua figura materna e la sua intercessione hanno un impatto significativo sulla vita spirituale dei fedeli, incoraggiandoli a vivere una vita di amore, umiltà e adesione alla volontà divina.

Il Monte Carmelo, situato lungo la costa nord-occidentale di Israele, è una montagna di grande importanza storica e spirituale. La sua storia risale a migliaia di anni fa e ha svolto un ruolo significativo nella Bibbia e nella tradizione religiosa.

Nella Bibbia, il Monte Carmelo è associato al profeta Elia, uno dei profeti più noti dell’Antico Testamento. Secondo il libro dei Re, Elia si scontrò con i profeti del dio pagano Baal sul Monte Carmelo per dimostrare il potere di Yahweh, il Dio d’Israele. In questa famosa sfida, Elia costruì un altare e chiese a Dio di inviare il fuoco dal cielo per consumare l’offerta sacrificale. Il miracolo avvenne, dimostrando la supremazia del Dio di Israele. Questo evento consolidò la reputazione del Monte Carmelo come luogo sacro.

Nel corso dei secoli, il Monte Carmelo è stato un luogo di ritiro e ricerca spirituale per monaci e eremiti. Nel XII secolo, un gruppo di eremiti latini si stabilì sulle pendici del monte, fondando l’Ordine dei Frati dell’Antica Osservanza del Monte Carmelo, conosciuto come Carmelitani. Questo ordine monastico sviluppò una forma di spiritualità contemplativa e si dedicò alla preghiera e all’ascetismo.

Durante il periodo delle Crociate, i Carmelitani divennero una comunità riconosciuta e ottennero diversi privilegi e donazioni di terre da parte dei sovrani europei. Nel XIII secolo, a seguito della conquista della Terra Santa da parte dei musulmani, i Carmelitani furono costretti a lasciare il Monte Carmelo e cercarono rifugio in Europa.

Nel corso dei secoli successivi, l’Ordine Carmelitano si diffuse in tutto il mondo e mantenne una forte devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo. Tuttavia, il Monte Carmelo stesso rimase una terra di conflitto e cambiamenti politici. Durante la dominazione ottomana, il monte divenne un’area di insediamento agricolo e fu ripopolato da coloni drusi e beduini.

Nel corso del XX secolo, il Monte Carmelo è tornato al centro dell’attenzione quando l’insediamento di Haifa è stato fondato nella sua base. Haifa è diventata una città importante in Israele, sede di importanti istituzioni e un centro industriale e commerciale.

Oggi, il Monte Carmelo è una meta turistica popolare grazie alla sua bellezza paesaggistica, alla presenza di riserve naturali e alla vista panoramica sulla baia di Haifa. Il monte ospita anche importanti siti religiosi come il Monastero di Stella Maris e il Santuario di Elia.

In conclusione, il Monte Carmelo in Israele ha una ricca storia che abbraccia sia il contesto biblico che quello monastico. Da Elia al monachesimo carmelitano, il monte ha svolto un ruolo significativo nella tradizione religiosa e nella spiritualità. Oggi, continua ad essere

un luogo di grande importanza per i pellegrini e i visitatori che desiderano esplorare la sua storia e bellezze naturali. Oltre ai siti religiosi, il Monte Carmelo offre sentieri escursionistici panoramici, riserve naturali con una ricca flora e fauna, e la possibilità di godere di viste spettacolari sulla costa mediterranea.

Haifa, la città situata ai piedi del Monte Carmelo, è una vibrante e diversificata comunità che riflette l’influenza di diverse culture e religioni. La città è anche sede dell’Università di Haifa, un importante centro accademico in Israele.

Il Monte Carmelo e la sua regione circostante hanno affrontato sfide come conflitti, cambiamenti politici e sviluppo urbano nel corso dei secoli. Nonostante ciò, la bellezza e la spiritualità del Monte Carmelo continuano a ispirare coloro che visitano la regione.

La storia del Monte Carmelo e la sua importanza spirituale nella tradizione religiosa hanno contribuito a mantenerne il fascino e l’attrattiva per i pellegrini e i turisti di tutto il mondo. La sua posizione geografica unica, la ricchezza della sua storia e la sua connessione con le tradizioni bibliche e monastiche lo rendono un luogo di grande interesse sia dal punto di vista religioso che culturale.

Che sia per la sua storia biblica, il monachesimo carmelitano o le bellezze naturali che offre, il Monte Carmelo rimane un luogo di significato e ispirazione per coloro che desiderano esplorare la loro fede, la spiritualità e la bellezza della Terra Santa.

Dal 28 al 30 aprile il Papa in Ungheria

Dal 28 al 30 aprile il Papa in Ungheria

Cristo è il nostro futuro è il motto di questo viaggio apostolico di Papa Francesco

Nel logo, l’elemento centrale è il Ponte delle Catene di Budapest, il più antico ponte ungherese che attraversa il Danubio. Simbolo della capitale e del Paese, in origine costruito per collegare le città di Buda e Pest, vuole rievocare il pensiero, più volte richiamato dal Papa, dell’importanza di costruire ponti tra gli uomini.

«Accogliendo l’invito delle autorità civili ed ecclesiali, Papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Ungheria dal 28 al 30 aprile 2023, visitando la città di Budapest». Lo ha reso noto stamane una dichiarazione del direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.

Per il Pontefice si tratta di un ritorno nella capitale ungherese, dove si era già recato il 12 settembre 2021 per celebrare, nella piazza degli Eroi, la messa conclusiva del 52° Congresso eucaristico internazionale. Ma si era trattato di una sosta di poche ore — durante le quali aveva anche incontrato presso il museo delle Belle arti il presidente della Repubblica e il primo ministro, poi i vescovi  e infine i rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e alcune comunità ebraiche del Paese — prima di ripartire alla volta di Bratislava, in Slovacchia.

Stavolta invece è stato organizzato un programma — anch’esso reso noto oggi — con le caratteristiche di un viaggio internazionale, il 41° del pontificato, secondo di questo 2023.

Il cuore del viaggio sarà poi il 29 aprile quando incontrerà i profughi nella chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria

Nei tre giorni che trascorrerà a Budapest, il Papa pronuncerà cinque discorsi e un’omelia, seguita dalla recita del Regina Caeli.

La partenza è prevista venerdì 28 dall’aeroporto di Fiumicino, con arrivo verso le 10 nello scalo internazionale della capitale ungherese, dove avrà luogo l’accoglienza ufficiale. Successivamente presso il Palazzo Sándor si svolgeranno, nel piazzale, la cerimonia di benvenuto e, all’interno, la visita di cortesia alla presidente della Repubblica. Seguiranno gli incontri con il primo ministro e, nell’ex monastero carmelitano, con le autorità, i rappresentanti della società civile e il corpo diplomatico. In quest’ultima circostanza è previsto il primo discorso del viaggio. Nel pomeriggio l’appuntamento con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminaristi e gli operatori pastorali ungheresi nella concattedrale di Santo Stefano.

La giornata di sabato 29 inizierà con una visita privata ai bambini dell’istituto Beato László Batthyány-Strattmann. Dopodiché Francesco incontrerà poveri e rifugiati presso la chiesa di Santa Elisabetta d’Ungheria e, nel pomeriggio, dapprima i giovani presso la Papp László Budapest Sportaréna, quindi, in privato, i membri della compagnia di Gesù nella nunziatura apostolica.

Infine domenica 30 il Papa al mattino celebrerà la messa nella piazza Lajos Kossuth e nel pomeriggio incontrerà il mondo accademico e della cultura presso la facoltà di Informatica e Scienze bioniche dell’Università cattolica Péter Pázmány. Al termine, verso le 17.30, raggiungerà l’aeroporto per la cerimonia di congedo dall’Ungheria.

 Dal 28 al 30 aprile  il Papa in Ungheria  QUO-048

Idea Progettazione a cura di Marilena Marino Vocedivina.it