«Siano tranquilli quelli che ti amano! Sia pace nelle tue mura e sicurezza nei tuoi palazzi!»” (Salmo 122:6-7)
“Le tue porte, Gerusalemme,
saranno ricostruite
con zaffiro e smeraldo, le tue mura saranno fatte di pietre preziose. Le tue torri, Gerusalemme, saranno d’oro
e tutti i tuoi bastioni di oro puro.
Le vie di Gerusalemme saranno lastricate con pietre preziose.
Dalle porte di Gerusalemme si alzeranno inni di gioia,
tutte le sue case canteranno: ‘Alleluia! Sia benedetto il Dio d’Israele’.
I fedeli benediranno sempre il Signore che è santo.”
Gerusalemme è una città unica al mondo, ricca di storia, cultura e spiritualità. Visitare Gerusalemme significa immergersi in un’atmosfera senza tempo, dove si incontrano le tre grandi religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islam.
Provo a descrivervi i luoghi principali di questa città affascinante e suggestiva.
La Città Vecchia
Il cuore di Gerusalemme è la Città Vecchia, circondata da mura antiche e divisa in quattro quartieri: ebraico, musulmano, cristiano ed armeno. Qui si trovano alcuni dei siti più sacri e importanti per le tre fedi, come il Muro del Pianto, la Spianata delle Moschee e la Basilica del Santo Sepolcro. La Città Vecchia si può esplorare a piedi, seguendo le strette vie lastricate di pietra, i vicoli colorati dai bazar e le tracce della storia millenaria di Gerusalemme.
Il Muro del Pianto
Il Muro del Pianto o Muro Occidentale è l’unico reperto rimasto del Secondo Tempio di Gerusalemme (516 aC-70 dC)
Il Muro del Pianto è il luogo più sacro per gli ebrei, poiché rappresenta l’unico resto del Tempio di Gerusalemme distrutto dai Romani nel 70 d.C. Il Muro è lungo 488 metri, ma solo una parte è visibile nella piazza che lo fronteggia. Qui gli ebrei si recano per pregare e inserire dei bigliettini con le loro richieste tra le fessure delle pietre. Il venerdì sera si assiste alla cerimonia dello Shabbat, il giorno sacro della settimana.
Il lamento dell’esiliato a Babilonia dopo la caduta di Gerusalemme nel 587 a.C.
La Spianata delle Moschee
La Spianata delle Moschee è il terzo luogo più sacro per l’islam dopo La Mecca e Medina. Qui sorgeva il Tempio di Salomone ed è qui che il profeta Maometto salì al cielo secondo la tradizione musulmana. La Spianata ospita due splendide moschee: la Cupola della Roccia, con la sua cupola dorata che domina il panorama della città, e la Moschea di Al-Aqsa, con i suoi archi decorati. L’accesso alla Spianata è consentito solo ai musulmani; gli altri visitatori possono ammirarla dal Monte degli Ulivi o dalla Porta dei Magrebini.
La Basilica del Santo Sepolcro
La Basilica del Santo Sepolcro è il luogo più sacro per i cristiani, poiché custodisce il sepolcro di Gesù Cristo e il Golgota (Calvario), il luogo della sua crocifissione. La Basilica è un complesso architettonico che racchiude diverse cappelle gestite da varie confessioni cristiane (ortodossa greca, cattolica romana, armena apostolica ecc.). All’interno si possono ammirare opere d’arte di grande valore storico-artistico come l’Edicola del Santo Sepolcro o l’Altare del Golgota.
Santo Sepolcro
La Città Nuova
Oltre alla Città Vecchia ci sono altre zone interessanti da visitare nella parte moderna di Gerusalemme. Una di queste è il Mercato Mahane Yehuda, un vivace mercato all’aperto dove si possono trovare frutta fresca,
verdura, spezie, dolci, prodotti tipici e molto altro ancora. Un altro luogo da non perdere è Yad Vashem, il Museo dell’Olocausto
che documenta la tragedia degli Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale attraverso testimonianze, foto, video e oggetti personali. Infine, si può salire sul Monte degli Ulivi per godere di una vista panoramica sulla città e visitare alcuni siti religiosi come il Giardino dei Getsemani e la Tomba della Vergine Maria.
Tomba della Vergine Maria.
Giardino del Getsemani
Gerusalemme è una città che suscita emozioni intense e contrastanti in chi la visita. È il luogo sacro per le tre grandi religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islam e anche il teatro di conflitti storici e attuali che ne minacciano la pace e la convivenza. Ma è anche una città ricca di bellezza, cultura e spiritualità, che offre al visitatore esperienze uniche e indimenticabili.
Voglio condividere con voi le emozioni che ho provato nel vedere i luoghi più significativi di Gerusalemme, sperando di trasmettervi un po’ dello stupore di questa città anche se è impossibile raccontare tutti i posti che ho visitato, ognuno degno di essere descritto come si deve ma questo è solo un piccolo approccio iniziale…ne citerò alcuni..
La prima tappa è stata la Città Vecchia, circondata da mura imponenti e divisa in quattro quartieri: armeno, cristiano, ebraico e musulmano. Entrando dalla Porta di Giaffa si respira subito l’atmosfera antica e multiculturale della città. Si cammina tra vicoli stretti e affollati, dove si incontrano negozi di souvenir, bancarelle di spezie, chiese, sinagoghe e moschee.
Souvenir, bancarelle di spezie
Uno dei luoghi più emozionanti è il Muro del Pianto (o Kotel), l’unico resto del Tempio di Gerusalemme distrutto dai Romani nel 70 d.C. È il luogo più sacro per gli Ebrei, che vi si recano per pregare e inserire dei bigliettini con le loro richieste tra le fessure delle pietre. Ho provato un senso di rispetto e commozione nel vedere tanta devozione e speranza.
Un altro luogo che mi ha colpito è la Basilica del Santo Sepolcro (o Chiesa della Resurrezione), il luogo dove secondo la tradizione cristiana Gesù fu crocifisso, sepolto e risorto. La basilica è un complesso architettonico composto da diverse cappelle gestite da varie confessioni cristiane. Al suo interno si trovano il Golgota (il luogo della crocifissione), l’Edicola (la tomba vuota di Gesù) e la Pietra dell’Unzione (dove fu preparato il corpo di Gesù per la sepoltura). Ho provato una forte emozione nel toccare questi luoghi così carichi di storia e fede.
Infine ho visitato la Spianata delle Moschee (o Monte del Tempio), il terzo luogo più sacro per i Musulmani dopo La Mecca e Medina. Qui sorgono due splendide moschee: la Cupola della Roccia (dove secondo la tradizione islamica Maometto salì al cielo) e la Moschea al-Aqsa (la prima direzione della preghiera islamica prima della Mecca). Ho provato una sensazione di meraviglia nel vedere i colori brillanti delle cupole dorate e dei mosaici azzurri.
Gerusalemme è una città che mi ha fatto vivere emozioni contrastanti: da una parte ho sentito la gioia di scoprire luoghi ricchi di significato spirituale; dall’altra ho avvertito il dolore di vedere le ferite ancora aperte dei conflitti tra popoli diversi. Spero che un giorno Gerusalemme possa essere davvero una città di pace.
Per concludere voglio condividere con voi alcuni versetti della sacra scrittura che parlano di Gerusalemme, la città santa e amata da Dio. Gerusalemme è il luogo dove si è manifestata la gloria di Dio, dove ha stabilito il suo tempio, dove ha inviato il suo Figlio Gesù Cristo per la salvezza del mondo. Gerusalemme è anche il simbolo della Chiesa e della patria celeste, verso cui siamo pellegrini sulla terra.
Ecco alcuni versetti che ho scelto per voi:
“Ma io ho posto il mio re sul Sion mio santo monte”. (Salmo 2:6)
“Gerusalemme è edificata come città salda e compatta. Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore: è legge per Israele rendere grazie al nome del Signore.” (Salmo 122:3-4)
“Prega per la pace di Gerusalemme: «Siano tranquilli quelli che ti amano! Sia pace nelle tue mura e sicurezza nei tuoi palazzi!»” (Salmo 122:6-7)
“Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio; perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia; come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. Poiché come la terra fa germogliare i suoi germogli e come un giardino fa spuntare i suoi semi così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni. Per amore di Sion non tacerò e per amore di Gerusalemme non mi darò pace finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada.” (Isaia 61:10 – 62:1)
Per amore di Sion non mi terrò in silenzio,
per amore di Gerusalemme non mi darò pace,
finché non sorga come stella la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada (Ap 21, 2)
I pellegrinaggi a Gerusalemme
“Tre volte all’anno celebrerai una festa in mio onore. Osserva la festa dei Pani non lievitati: nella ricorrenza del mese di Abib, il mese in cui sei uscito dall’Egitto, devi mangiare per sette giorni pane non lievitato, come io ti ho comandato.
Nessuno osi presentarsi al mio santuario a mani vuote. Osserva la festa della Mietitura, quando inizi a raccogliere quel che hai seminato nel tuo campo. Osserva la festa del Raccolto, al termine dell’anno quando raccoglierai il frutto dei tuoi lavori nei campi. In queste tre feste annuali gli uomini si presenteranno a me, il Signore vostro Dio, nel mio santuario”. – Es 23:14-
Tre Feste annuali dovevano essere celebrate, per ordine di Dio, a Gerusalemme. Da tutta Israele, almeno gli uomini dovevano recarsi in pellegrinaggio nella città santa. Queste tre occasioni riguardavano:
- Primo pellegrinaggio. Pasqua e Festa dei Pani Azzimi, dal 15 al 21 nissàn.
- Secondo pellegrinaggio. Festa di Pentecoste, detta anche Festa delle Settimane e Festa della Mietitura, nel mese di sivàn.
- Terzo pellegrinaggio. Festa delle Capanne, detta anche Festa del Raccolto, dal 15 al 21 tishrì.
Queste tre Feste fanno parte delle “solennità del Signore”, da celebrarsi “come sante convocazioni” (Lv 23:2). La parola resa “solennità” è nel testo ebraico מֹועֲדֵי (moadè), stato costrutto di מֹועֲדִים (moadìm), che può essere resa “appuntamenti”: si tratta dei momenti d’incontro con Dio, delle sue sante Festività. In Sl 104:19 è detto che Dio “ha fatto la luna per stabilire i מֹועֲדִים [moadìm]”. La versione PdS traduce “per segnare il tempo”; NR, “per stabilire le stagioni”; TNM, “per i tempi fissati”. La verità è che Dio ha fatto la luna per indicare i מֹועֲדִים (moadìm), le sue sante solennità. Le Feste bibliche vanno quindi osservate secondo il calendario lunare biblico.
Il popolo d’Israele era protetto da Dio stesso mentre la popolazione si recava a Gerusalemme per i tre pellegrinaggi: “Io scaccerò davanti a te delle nazioni e allargherò i tuoi confini; nessuno oserà appropriarsi del tuo paese, quando salirai, tre volte all’anno, per comparire alla presenza del Signore, che è il tuo Dio” – Es 34:24.
Il fatto che siano comandati di compiere questi tre pellegrinaggi in modo specifico gli uomini, non esclude (e, di fatto, non escluse) la partecipazione dell’intera famiglia. Da 1Sam 1:7, ad esempio, sappiamo che Anna madre di Samuele partecipava.
Queste tre Feste erano intimamente legate alla raccolta (Es 23:14-17). La Festa dei Pani Azzimi iniziava il 15 nissàn e coincideva con la raccolta dell’orzo; il giorno dopo il sabato settimanale (nostra domenica) che cadeva durante questa Festa (Lv 23:15), il sommo sacerdote doveva agitare dinanzi a Dio un covone di spighe tratto dalle primizie della raccolta dell’orzo. La Festa delle Settimane o Pentecoste cadeva il 50° giorno, nuovamente domenica (per noi), dopo quella domenica in cui si offriva il covone; era la Festa “delle primizie della mietitura del frumento” (Es 34:22). La Festa delle Capanne o della raccolta iniziava il 15° giorno del mese di etanìm o tishrì e concludeva allegramente l’anno agricolo. Erano quindi occasioni adatte perché le famiglie al completo facessero festa. – Dt 16:14,15.
“Che gioia quando mi dissero: ‘Andremo alla casa del Signore!’. E ora i nostri passi si fermano alle tue porte, Gerusalemme”. – Sl 122:1,2,
Una di queste occasioni, narrata dal Vangelo, vide Yeshùa dodicenne partecipare al pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua, secondo l’uso ebraico (Lc 2:42). Giuseppe Flavio calcolò l’ammontare della folla per la Pasqua a circa tre milioni di persone (Guerra Giudaica, 6,9,3). Proprio perché le famiglie partecipavano con tutta la parentela, quando la carovana con i genitori di Yeshùa ripartì, non ci si rese subito conto che lui mancava. Poteva essere con qualche parente o amico della comitiva (ormai aveva dodici anni). Fu solo alla prima tappa che, non trovandolo, tornano a Gerusalemme, dove lo ritrovarono al Tempio. – Lc 2:48.
Le Festività sacre di Dio davano modo agli israeliti di riservare del tempo per rendere culto a Dio e per meditare sulla sua santa Legge, stando insieme come popolo. Avevano anche occasione di viaggiare e di conoscere la Terra che Dio aveva dato loro. Quei pellegrinaggi erano davvero motivo di contentezza. Dopo che Gerusalemme fu distrutta, il profeta descrive il profondo abbattimento della popolazione richiamando la mancanza delle Feste: “Le strade di Sion sono in lutto perché nessuno va più alle feste, le sue piazze sono deserte”, “[Dio] ha ridotto il suo tempio a un giardino
devastato, ha demolito il luogo dove incontrava il suo popolo. Il Signore ha fatto dimenticare in Sion le feste e il sabato” (Lam 1:4;2:6, PdS). Allo stesso modo, le Feste sono prese a immagine della condizione migliore. Il profeta annuncia: “Tu, popolo di Dio, canterai come in una notte di festa. Sarai gioioso come quando, al suono del flauto, sali alla montagna del Signore, la Roccia d’Israele”. – Is 30:29
Essendo la società ebraica agricola, gli israeliti dipendevano dalla benedizione di Dio sulla terra. Le tre grandi Feste che richiedevano il pellegrinaggio a Gerusalemme, avvenivano all’inizio della primavera (mietitura dell’orzo), nella tarda primavera (mietitura del frumento) e a fine estate (resto del raccolto). Erano occasioni non solo di grande allegria ma anche di profonda gratitudine verso Dio che aveva assicurato la pioggia necessaria perché il paese fosse produttivo. Dio aveva promesso al suo popolo: “Nella terra in cui andate ci sono monti e valli, e il suolo è irrigato dalla pioggia. Il Signore, vostro Dio, si prende cura di questa terra e la rende sempre rigogliosa dall’inizio alla fine dell’anno. Se ubbidirete veramente agli ordini che oggi vi comunico: se amerete il Signore, vostro Dio, e lo servirete con tutto il cuore e con tutta l’anima, egli farà scendere la pioggia sui vostri campi nella stagione giusta, in autunno e in primavera, e voi ne ricaverete frumento, vino e olio. Il Signore farà crescere nei pascoli l’erba per il vostro bestiame. Avrete sempre da mangiare e da saziarvi!”. – Dt 11:11-15.
Riusciamo a immaginare la grande impressione che doveva fare Gerusalemme in piena festa? Mentre si saliva alla città santa, che è a un’altitudine di circa 700 m, la capitale d’Israele era già visibile a distanza. L’emozione cresceva. Più grande impressione doveva fare il Tempio che spiccava meraviglioso e imponente. L’emozione cresceva quando il suono delle trombe segnava l’inizio delle cerimonie sacre.
Spero che questi versetti ci faccianoo riflettere sulla bellezza e l’importanza di Gerusalemme nella storia della salvezza.
Tutta la Sacra Scrittura è piena di tesori nascosti nella Parola di Dio!
Canto dei pellegrini. Salmo di Davide.
Che gioia quando mi dissero:
‘Andremo alla casa del Signore!’.
E ora i nostri passi si fermano alle tue
porte, Gerusalemme.
Gerusalemme, città ben costruita,
raccolta entro le tue mura!
A te salgono le tribù,
le tribù del Signore.
Qui Israele deve lodare
il nome del Signore.
Qui, nel palazzo di Davide,
siedono i re a rendere giustizia.
Pregate per la pace di Gerusalemme.
Dite: ‘Sicurezza per chi ti ama,
pace entro le tue mura,
prosperità nei tuoi palazzi!’.
Per amore dei miei parenti e vicini
io dico: ‘Pace su di te!’.
Per amore della casa del Signore, nostro Dio,
voglio chiedere per te ogni bene.
Isaia 2:3
Molti popoli vi accorreranno, e diranno:
«Venite, saliamo al monte del SIGNORE,
alla casa del Dio di Giacobbe;
egli ci insegnerà le sue vie,
e noi cammineremo per i suoi sentieri».
Da Sion, infatti, uscirà la legge,
e da Gerusalemme la parola del SIGNORE.
Salmi 122:6
Pregate per la pace di Gerusalemme!
Quelli che ti amano vivano tranquilli.
Salmi 128:5
Il SIGNORE ti benedica da Sion!
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita.
Salmi 137:6
resti la mia lingua attaccata al palato,
se io non mi ricordo di te,
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
Cantico 2:7
Figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro
per le gazzelle, per le cerve dei campi,
non svegliate, non svegliate l’amore mio,
finché lei non lo desideri!
Cantico 8:4
Figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro,
non svegliate, non svegliate l’amor mio,
finché lei non lo desideri!
Isaia 33:20
Contempla Sion, la città delle nostre solennità!
I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, soggiorno tranquillo,
tenda che non sarà mai trasportata,
i cui picchetti non saranno mai divelti,
il cui cordame non sarà mai strappato.
Salmi 122:6
Pregate per la pace di Gerusalemme!
Quelli che ti amano vivano tranquilli.
Cantico 5:8
Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate il mio amico,
che gli direte?
Che sono malata d’amore.
Idea Progettazione di Marilena Marino Vocedivina,it