"Gridatelo dai tetti...."

Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO di Marilena Marino

Il contatto visivo in prossimità della Parola può suggerire l’importanza del concetto; una mano che si estende verso l’esterno descrive questo senso di allungamento; anche l’aumento di volume su queste parole racconta questa espansione delle parole.

Nella Bibbia quando incontriamo delle frasi scritte in corsivo significa che quella frase è una citazione che troviamo anche in un altro libro della Bibbia e in genere ci sono a fianco dei riferimenti che indicano il libro e il versetto dove troviamo le stesse parole.

Quindi è come se quelle frasi hanno un valore doppio, poiché richiamano un altro libro importante spesso dell’antico testamento. Questo significa che quelle parole hanno radici profonde e che tendono a dare più forza, e confermano la verità al brano che le contiene.

Questo ci suggerisce di usare un volume più alto per il corsivo, con un’enfasi particolare, ufficiale, forte e affermativa; quindi aggiungere adeguate pause, prima e dopo la citazione in corsivo, per staccare il brano in corsivo e dare proprio l’impressione che si sta leggendo qualcosa di “esterno”, al brano che stiamo proclamando in quel momento, ma che nello stesso tempo, la citazione ci conferma il valore e l’ importanza del brano declamato.

 

man standing near cross during night

Le virgolette (“) (“….”) sono usate per racchiudere parole citate dalla fonte originale, o per distinguere il dialogo dalla narrazione. Vanno sempre in coppia (in apertura e in chiusura)

Le virgolette sono usate per contraddistinguere una frase come citazione, o l’inizio di un discorso diretto e la sua chiusura. Alcune racchiudono lunghi dialoghi tra vari personaggi, ma altre volte possono racchiudere solo una parola o una frase molto breve.

L’interpretazione che suggeriscono dipende dal contesto, ma comunque è bene usare una breve pausa prima e dopo le virgolette; questo aiuta la comprensione dell’Assemblea nel separare la citazione dalle parti del narratore o i vari dialoghi tra i personaggi e il narratore.

In alcuni testi dove compaiono dei pronomi personali come: tu, noi, tuo, nostro, te; possono essere una occasione per coinvolgere ed attirare l’attenzione in modo più diretto, intimo ed efficace.

Vedi questi riferimenti: Genesi 16,11; Giovanni 4,10; Romani 10,8; Giovanni 8,(39,53,54); Luca 24,29; ecc.

In questi punti va sfruttata l’occasione per usare il contatto visivo diretto al fine di impressionare chi ascolta che il messaggio della Parola riguarda direttamente lui. Così il volume sarà un pò più alto e la proiezione della voce più diretta all’Assemblea; le pause saranno dosate per enfatizzare l’impatto personale.

Il clima emozionale avrà una empatia avvolgente, ma con una tonalità convinta, che richiama l’attenzione al fatto che questa Parola non è un messaggio indistinto per la massa, ma è stata concepita dall’amore di Dio per “Te” personalmente.

 

  Questo libro è dedicato a tutte le persone che desiderano imparare ad avere profonda consapevolezza delle PAROLE della Bibbia e riuscire a proclamarle con autorevolezza e sicurezza”
Racchiude 35 anni di esperienza nella Chiesa condensati in 430 pagine di puro valore.
Non perdertelo per niente al mondo!”

Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino.
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"Gridatelo dai tetti...."