"Gridatelo dai tetti...."

Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO  di  Marilena Marino

Nell’Assemblea liturgica tutti meritano di ascoltare la parola di Dio nel migliore dei modi. Per ottenere questo è necessario parlare ad alta voce e chiaramente in modo che le persone dell’ultima fila possano sentire e capire bene, considerando anche le persone più anziane con un udito meno sensibile.

Il volume è dato dall’ampiezza dell’onda sonora che imprimiamo con la nostra voce e che può essere modulato e variato per riflettere più precisamente il carattere dell’idea che viene letta.

Il volume dipende dalla potenza di fiato con cui carichiamo il suono che esce dalla nostra bocca; quanto più fiato impieghiamo quanto maggiore sarà il volume ottenuto.

Al contrario se smorziamo la forza di uscita del nostro fiato minore sarà la potenza del volume della nostra voce.

La lettura in pubblico richiede anche che si parli con un volume più alto di quello che si userebbe nella comune conversazione, anche in presenza di un microfono.

Di fronte ad un pubblico, bisogna sempre parlare rivolgendosi alle persone dell’uditorio che sono più lontane, sia per aumentare la “portata” della voce, sia per abbracciare con il nostro sguardo l’intera assemblea.

Quindi il lettore uscirà con un volume più debole in determinati passi più intimi e delicati del discorso e più forte e imperativo nei testi più aggressivi. Spetta al lettore con uno studio preventivo o attraverso la creatività personale di individuare il carattere del brano che leggerà e usare le giuste variazioni di volume.

A volte determinate “condizioni ambientali” richiedono di utilizzare un volume vocale più forte è impegnativo. Se lo spazio liturgico è munito di un adeguato sistema di amplificazione sonora la preoccupazione per il volume sonoro della propria voce è più agevolata; i microfoni e i sistemi di diffusione sonora possono aiutarci e se utilizzati bene possono dare man forte ad apportare importanti modifiche alla voce.

Quando il testo richiede di parlare molto forte ti consiglio di “allontanarti” un poco dal microfono ma quando invece c’è un brano che va presentato a bassa voce il consiglio è quello di avvicinarti al microfono.

Anche Gesù avrà usato un volume di voce molto potente quando rovesciò i tavoli dei cambiavalute nel tempio e forse arrivando pure a gridare; in altre situazioni Gesù “sussurra” con parole molto gentili e misericordiose qualcosa di personale agli apostoli.

Quindi un volume “debole” suggerisce il raccoglimento di un brano soffuso e delicato; un volume forte caratterizza un brano con parole scagliate come rimproveri o come decise affermazioni.

Quindi è importante usare il volume della voce nel modo più coerente; ma spesso questo viene utilizzato male o addirittura completamente dimenticato, conferendo alla lettura una modalità assolutamente monotona, debole, sciatta, senza espressione, senza emozione.

Un’altra componente per il volume della voce è la spinta del flusso d’aria tra le corde vocali. Il volume si ottiene anche attraverso la “direzione” che imprimiamo all’aria che esce dalla nostra bocca.

Importante ricordare che il suono si trasmette verso chi ascolta attraverso onde acustiche che mettono in vibrazione l’aria e, per fare un esempio che rende l’idea, le onde acustiche sono come quei cerchi concentrici che si creano quando gettiamo un sasso nell’acqua.

Cioè se leggiamo a testa bassa con la bocca che punta sul libro poggiato sull’ambone, la spinta dell’aria che esce dalla nostra bocca si infrange sull’ambone, sullo stesso libro e la potenza del volume di dimezza sensibilmente e sicuramente non arriva in fondo alla sala e facendo così forse nemmeno dirigiamo le nostre onde acustiche verso il microfono che ci sta davanti.

Diverso invece se la nostra bocca è diretta verso l’ultima fila dell’Assemblea e il microfono è ben direzionato in mezzo a questa traiettoria. L’Assemblea udrà la nostra voce certo dai diffusori acustici della chiesa, ma anche una parte del suono naturale della nostra voce arriverà direttamente agli ascoltatori specialmente quelli delle prime file di sedute.

Questo possiamo descriverlo come la Proiezione o

la “Spinta della nostra voce” verso chi ascolta.

Anche la respirazione va considerata!

Certo è un’azione che ormai facciamo involontariamente senza pensarci; ma dobbiamo considerare che ogni suono o parola che produciamo avviene esclusivamente nel momento della “espirazione” cioè quando spingiamo fuori l’aria dai polmoni.

È importante considerare che c’è un momento in cui: non possiamo parlare né emettere alcun suono, e questo è nella fase della “inspirazione”, cioè quando immettiamo l’aria nei polmoni. Nella fase successiva quando spingiamo fuori quest’aria allora facciamo vibrare le corde vocali e possiamo parlare, cantare, mugolare, piangere o emettere qualsiasi suono.

Questo per dire che è molto importante nelle pause della lettura ricaricare rapidamente e con molta forza l’aria dentro ai nostri polmoni per ottenere poi una voce con un volume più potente e una emissione dei suoni più duratura. Se non “inspiriamo” adeguatamente la nostra forza di voce sarà debole e poco efficace.

Il Lettore deve calcolare bene le “pause” e sfruttarle sapientemente per ricaricare continuamente l’aria nei polmoni ed avere una riserva pronta al momento di sostenere la voce con la forza sufficiente.

Ma come si fa a creare e controllare un forte flusso d’aria costante dalle profondità dei polmoni? Se hai preso qualche lezione con insegnanti di canto sicuramente avrai fatto qualche esercizio con il diaframma.

Santa Monica

Se ti eserciti a parlare con il diaframma prendi consapevolezza dell’importanza di questo muscolo e della sua funzione che, nell’inspirazione si contrae, facendo spazio all’aria nei polmoni e nell’espirazione, controllando la sua forza e la velocità di espansione, imprime la giusta spinta d’aria per formare e proiettare all’esterno i suoni delle parole.

Quindi nelle pause è importante prendere tanta aria, il più rapidamente possibile, evitando rumori strani dell’inalazione che potrebbero essere ripresi e amplificati dai microfoni. Per fare questo è importante tenere ben aperti i passaggi d’aria della bocca e del naso.

Anche la gola deve essere rilassata e ben aperta!

Una gola stretta potrebbe causare dei sibili fastidiosi durante l’inalazione e nel momento di parlare può produrre un suono opaco e nasale che poi uscendo molto dal naso non riesce a proiettarsi in direzione dell’Assemblea.


Per esercitarsi ed annotare queste variazioni di volume possiamo usare le abbreviazioni tipiche musicali; ma anche dei valori numerici da appuntare sotto le parole o le frasi da leggere.

Ecco una tabella esemplificativa:

Simbolo musicale

valore numerico

Livello di intensità

fff

9

più forte possibile

ff

8

fortissimo

f

7

forte

mf

5

mezzo forte

p

3

piano

pp

2

pianissimo

ppp

1

più piano possibile

crescendo <<

123

graduale aumento dell’intensità

diminuendo >>

321

graduale diminuzione dell’intensità

Segue ora un’esercitazione su un brano del Vangelo di Matteo, Capitolo 5 dal versetto 13 al 29.

Sotto alle parole annoteremo dei numeri per indicare il Volume della voce e questi saranno dei “suggerimenti” per pronunciare le parole con una certa intensità.

Successivamente, prendi un brano a tuo piacere e prova a rifare una esercitazione di questo tipo annotando i livelli di Volume che ti sembrano più adatti.

Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e

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molti sono quelli che entrano per essa;

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quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli

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che la trovano!

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Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.

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Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?

————-5—————————-(>>>3 2 1 )——————————————–5—-

Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;

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un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.

—–5————————6—————-3——————————-5———————3————

Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.

———–7—————————————————–8——————–9——-

Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.

————5——————————————

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del

7—————————-3———–6———-4———————————-3——————5——–

Padre mio che è nei cieli.

—-7——————–6—–

Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e

—5——————————————7———-5———-3——————————————-5——

cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?

—————————-7—————–8—————–6————–5———–

Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

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Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha

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costruito la sua casa sulla roccia.

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Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa

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non cadde, perché era fondata sopra la roccia.

——–5———————–4—————-5——

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha

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costruito la sua casa sulla sabbia.

—————-5—————–6——

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa

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cadde, e la sua rovina fu grande».

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Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento:

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egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.

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  "Questo libro è dedicato a tutte le persone che desiderano imparare ad avere profonda consapevolezza delle PAROLE della Bibbia e riuscire a proclamarle con autorevolezza e sicurezza"
Racchiude 35 anni di esperienza nella Chiesa condensati in 430 pagine di puro valore. 
Non perdertelo per niente al mondo!"

Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino. 
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"Gridatelo dai tetti...."