Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO di Marilena Marino
Il ritmo nella lettura è dato dal succedersi degli accenti della frase.
La differenza tra una lettura con la mente ed una ad alta voce, sta nel diverso rapporto tra il lettore e il testo. Nella lettura con il pensiero, virgole e punti sono considerati visivamente, esistono solo in un modo grafico e grammaticale.
Rivolgendosi all’Assemblea la punteggiatura potrebbe essere interpretata in diversi modi e, in base al contenuto del brano, un punto può generare una sospensione più o meno lunga o addirittura può essere ignorato nella velocità della proclamazione. Il lettore adotterà un processo di personalizzazione del testo per conferire alle parole una individuale spontaneità comunicativa.
Come la frase melodica musicale, anche la frase di un testo ha un ritmo che il lettore deve capire e saper rendere. Si tratta del modo in cui viene regolata la successione delle sillabe e delle parole.
La maggior parte dei lettori legge troppo in fretta: la velocità con cui si legge dev’essere più lenta che nella comune conversazione. Inoltre la velocità e il Ritmo collegato devono variare secondo il genere letterario del testo che si legge (la poesia, ad esempio, un salmo, si legge più lentamente che: brani di battaglie dell’antico testamento).
Il lettore deve preoccuparsi di lasciare sempre il tempo adeguato alle parole non soltanto di essere pronunciate, ma soprattutto di essere capite da chi ascolta. Chi ascolta ha un ritmo diverso di comprensione rispetto a chi parla, sicuramente dipendente dalla complessità del testo che viene presentato. La regola generale è: una andatura che possiamo descrivere come “adagio” ma che tiene conto del “senso” del testo.
Va evitata una lettura a strappi, caratterizzata da pause troppo frequenti; il ritmo della frase dev’essere sempre scorrevole e uniforme.
Il ritmo può essere lento, incerto, incalzante, tormentato, eccetera eccetera. Con il ritmo il lettore può rimodellare la punteggiatura; e chi ascolta troverà più piacevole e musicale se questo ritmo, all’interno del brano, sarà più coerente al contenuto letto.
Una scena movimentata richiederà un ritmo di lettura sostenuto; un brano descrittivo suggerirà una lettura lenta per dar modo al lettore di vedere mentalmente i particolari descritti e “colorarli” attraverso la maniera impostata per leggerli; i punti fermi e ancor più i punti e a capo rallenteranno la lettura.
Ad esempio la frase: “Sbrigati, il taxi sta partendo!” dovrà essere pronunciata con un tono di voce alto ma con un ritmo veloce.
Un brano concitato deve far fluire le parole come un fiume in piena; quindi con pochissime pause, ma solo una sequenza di parole, idee, concetti, incalzanti con delle brevissime soste solo per riprendere il fiato.
Il ritmo nella lettura può essere immesso istintivamente dal lettore o frutto di uno studio che si è fatto in precedenza per l’interpretazione di quel brano.
Considerate la capacità di attrazione dell’intensità che può avere una pausa messa al momento giusto in una lettura; una pausa anche lunga, se interviene in un susseguirsi di parole, ha una capacità comunicativa che sorprende l’Assemblea e che, per un attimo, rimane col fiato sospeso e si domanda interiormente: “e ora? Che succede dopo?”, “perché questa sospensione?”.
Quando il lettore prepara il testo deve approfondire il contenuto in modo da scegliere la modalità ritmica di lettura: neutra, accelerata o rallentata o determinare i punti dove inserire delle pause.
Queste pause potrebbero essere annotate graficamente nel testo con una o due o tre barre diagonali che denotino visivamente la lunghezza più o meno intensa delle pause stabilite. Certo non ci sono regole o una grammatica assoluta per queste annotazioni personali ma ogni lettore ha la sua sensibilità per inserire questi segni nel posto giusto.
Ci sono diverse persone che tendono a leggere molto più lentamente o molto più rapidamente di come parlano durante una conversazione normale; altri leggono ad un ritmo normale ma senza nessuna variazione, senza rallentare o accelerare, producendo una lettura monoritmica che è molto innaturale, noiosa e fa crollare l’attenzione.
Così come nelle nostre normali conversazioni con familiari amici, cambiamo spesso il ritmo del parlare; allo stesso modo è assolutamente indicato ed efficace variare il nostro ritmo di lettura quando proclamiamo la Parola.
Ora una serie di indicazioni e di motivazioni quando è opportuno o incontriamo motivi validi per cambiare ritmo accelerando o rallentando la lettura:
ritmo più lento quando leggiamo un elenco di cose
ritmo più lento se vengono precisati una serie di punti importanti
ritmo più lento se incontriamo parole poco usate o leggiamo una lettura con concetti complessi
ritmo più lento quando si declamano delle frasi conclusive
ritmo più veloce o più lento per adattarsi all’umore della situazione gioiosa o un pò triste
ritmo più veloce se viene descritta una situazione di urgenza o di pericolo
ritmo più veloce davanti a una lettura di semplice comprensione
ritmo più veloce se viene descritta una situazione di eccitazione
ritmo più veloce quando si presenta o si inizia una lettura con un nuovo argomento
Per concludere una esercitazione sul RITMO della lettura.
Leggi questo brano ed esercitati ad usare Ritmi diversi di lettura: 1Re 18,1-40:
(L’incontro di Elia con Abdia e Acab)
Dopo molti giorni la parola del Signore fu rivolta a Elia, nell’anno terzo: «Va’ a presentarti ad Acab e io manderò la pioggia sulla faccia della terra». Elia andò a presentarsi ad Acab.
A Samaria c’era una grande carestia. Acab convocò Abdia, che era il maggiordomo. Abdia temeva molto il Signore; quando Gezabele uccideva i profeti del Signore, Abdia aveva preso cento profeti e ne aveva nascosti cinquanta alla volta in una caverna e aveva procurato loro pane e acqua.
Acab disse ad Abdia: «Va’ nella regione verso tutte le sorgenti e tutti i torrenti; forse troveremo erba per tenere in vita cavalli e muli, e non dovremo uccidere una parte del bestiame». Si divisero la zona da percorrere; Acab andò per una strada da solo e Abdia per un’altra da solo.
Mentre Abdia era in cammino, ecco farglisi incontro Elia. Quello lo riconobbe e cadde con la faccia a terra dicendo: «Sei proprio tu il mio signore Elia?». Gli rispose: «Lo sono; va’ a dire al tuo signore: «C’è qui Elia»». Quello disse: «Che male ho fatto perché tu consegni il tuo servo in mano ad Acab per farmi morire?
Per la vita del Signore, tuo Dio, non esiste nazione o regno in cui il mio signore non abbia mandato a cercarti. Se gli rispondevano: «Non c’è!», egli faceva giurare la nazione o il regno di non averti trovato. Ora tu dici: «Va’ a dire al tuo signore: C’è qui Elia!».
Appena sarò partito da te, lo spirito del Signore ti porterà in un luogo a me ignoto. Se io vado a riferirlo ad Acab, egli, non trovandoti, mi ucciderà; ora il tuo servo teme il Signore fin dalla sua giovinezza.
Non fu riferito forse al mio signore ciò che ho fatto quando Gezabele uccideva i profeti del Signore, come io nascosi cento profeti, cinquanta alla volta, in una caverna e procurai loro pane e acqua? E ora tu comandi: «Va’ a dire al tuo signore: C’è qui Elia»? Egli mi ucciderà». Elia rispose: «Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, oggi stesso io mi presenterò a lui».
Abdia andò incontro ad Acab e gli riferì la cosa. Acab si diresse verso Elia. Appena lo vide, Acab disse a Elia: «Sei tu colui che manda in rovina Israele?». Egli rispose: «Non io mando in rovina Israele, ma piuttosto tu e la tua casa, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito i Baal.
Perciò fa’ radunare tutto Israele presso di me sul monte Carmelo, insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele».
(Il sacrificio del Carmelo)
Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando salterete da una parte all’altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!». Il popolo non gli rispose nulla.
Elia disse ancora al popolo: «Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Ci vengano dati due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!». Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!».
Elia disse ai profeti di Baal: «Sceglietevi il giovenco e fate voi per primi, perché voi siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco». Quelli presero il giovenco che spettava loro, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: «Baal, rispondici!». Ma non vi fu voce, né chi rispondesse.
Quelli continuavano a saltellare da una parte all’altra intorno all’altare che avevano eretto. Venuto mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: «Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà». Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue.
Passato il mezzogiorno, quelli ancora agirono da profeti fino al momento dell’offerta del sacrificio, ma non vi fu né voce né risposta né un segno d’attenzione. Elia disse a tutto il popolo: «Avvicinatevi a me!». Tutto il popolo si avvicinò a lui e riparò l’altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale era stata rivolta questa parola del Signore: «Israele sarà il tuo nome».
Con le pietre eresse un altare nel nome del Signore; scavò intorno all’altare un canaletto, della capacità di circa due sea di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: «Riempite quattro anfore d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna!». Ed essi lo fecero.
Egli disse: «Fatelo di nuovo!». Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: «Fatelo per la terza volta!». Lo fecero per la terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua. Al momento dell’offerta del sacrificio si avvicinò il profeta Elia e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola.
Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto.
A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!».
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Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino.
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