"Gridatelo dai tetti...."

Pillole dal Libro: LA BOCCA DI DIO  di  Marilena Marino

Vangelo di Luca 13, 23-30

Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Disse loro: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi”.

Gesù descrive la diversa situazione dei destinatari della promessa fatta ad Abramo. Il pianto e lo stridore dei denti simboleggiano disperazione e fallimento, mentre il raccogliersi a mensa è segno di comunione e felicità piena. In molte letture vengono presentati questi contrasti tra il positivo e il negativo; il lettore deve quindi accentuare e ben connotare queste differenze.

Altri opposti a confronto possiamo trovare nelle letture come tra buono e cattivo; paradiso e inferno; vita e morte; spirituale e materiale; virtù e peccato; immortale e mortale; salute e malattia; ecc.

La lettura va caratterizzata pensando come estremizzare il passaggio dalle situazioni negative a quelle liberatorie positive e quindi passando da toni con voce sprezzante e irrispettosa, passando ad un’altra invitante e piacevole per l’ascoltatore. Come se il Lettore dia già un giudizio di non voler assecondare le cose presentate nella parte della lettura negativa.

Per rinforzare il senso della differenza dei due stati, fare una pausa quando si passa da una zona all’altra e connotare le parti negative con un volume più basso e un’inflessione più cupa; in opposizione ad un tono più alto, limpido e con volume più marcato.

Stessa cosa chiaramente sottolineata con il linguaggio del corpo, passando per il testo negativo un cipiglio aggrottato e scuotendo leggermente la testa da un lato; mentre per il lato positivo accennare sorrisi e annuire con la testa per l’approvazione. Il contatto visivo può essere usato nelle parti positive perché confermano la forza della Parola, mentre evitare nei momenti negativi di guardare l’Assemblea.

Ezechiele 40, 1-49

Nell’anno venticinquesimo della nostra deportazione, al principio dell’anno, il dieci del mese, quattordici anni da quando era stata presa la città, in quel medesimo giorno, la mano del Signore fu sopra di me ed egli mi condusse là. In visione divina mi condusse nella terra d’Israele e mi pose sopra un monte altissimo, sul quale sembrava costruita una città, dal lato di mezzogiorno. 

Egli mi condusse là: ed ecco un uomo, il cui aspetto era come di bronzo, in piedi sulla porta, con una cordicella di lino in mano e una canna per misurare. Quell’uomo mi disse: «Figlio dell’uomo: osserva e ascolta attentamente e fa’ attenzione a quanto io sto per mostrarti. Tu sei stato condotto qui perché io te lo mostri e tu poi manifesti alla casa d’Israele quello che avrai visto».

Ed ecco, il tempio era tutto recinto da un muro. La canna per misurare che l’uomo teneva in mano era di sei cubiti, ciascuno di un cubito e un palmo. Egli misurò lo spessore del muro: era una canna, e l’altezza una canna…………..

(………il brano prosegue con la descrizione accurata della visione)

Il libro di Ezechiele si conclude con una visione maestosa, che descrive la vita futura di Israele, dopo l’esilio. Centro della vita del popolo sarà il tempio, di nuovo abitato dalla gloria del Signore.

La descrizione del nuovo tempio comincia dal muro esterno che separa l’area sacra dal resto della città, per passare poi alle porte e ai cortili ecc.

Queste visioni o sogni rappresentano profezie come esperienze oltre il mondo reale e vengono descritte con parole che sembra facciano fatica a descrivere un mondo ultrasensoriale.

 

woman sitting on brown bench while reading book

Il ritmo per la lettura deve essere anche un pò variato specialmente se il sogno o la visione è molto lunga, quindi alternando una lettura lenta nelle parti più difficili, e un ritmo più veloce in parti più descrittive, ma con una enfasi entusiasta per la gioia della rivelazione.

Poi vanno usate altre intonazioni che possano suggerire il mistero e la meraviglia che viene descritta, ma anche un senso di paura, entusiasmo e stupore per l’inspiegabile rivelazione.

Pause mirate nei punti giusti, dove sembra che le descrizioni scrutino nel ricordo vago della visione, ma senza esagerare se il brano è lungo.

Il volume e la velocità della lettura va dosato in modo medio naturale, per non stancare, ma alzandolo a tratti, in occasione di parti importanti o nei momenti di più grande stupore.

Usare il contatto visivo quando viene rivelato qualcosa di centrale ed importante e accompagnare la lettura con sorrisi nelle parti gioiose della visione o volto accigliato in parti più spaventose; ma anche ciglia corrugate nelle parti misteriose; fino ad espressioni del viso interrogative o meravigliate nelle parti più incomprensibili del brano.

Daniele 14, 34-41

L’angelo del Signore gli disse: “Porta questo cibo a Daniele a Babilonia nella fossa dei leoni”. Ma Abacuc rispose: “Signore, Babilonia non l’ho mai vista e la fossa non la conosco”. Allora l’angelo del Signore lo prese per la cima della testa e sollevandolo per i capelli lo portò a Babilonia, sull’orlo della fossa dei leoni, con l’impeto del suo soffio.

Gridò Abacuc: “Daniele, Daniele, prendi il cibo che Dio ti ha mandato”. Daniele esclamò: “Dio, ti sei ricordato di me e non hai abbandonato coloro che ti amano”. Alzatosi, Daniele si mise a mangiare. L’angelo di Dio riportò subito Abacuc nella sua terra.

Il settimo giorno il re andò per piangere Daniele e, giunto alla fossa, guardò e vide Daniele seduto. Allora esclamò ad alta voce: “Grande tu sei, Signore, Dio di Daniele, e non c’è altro dio all’infuori di te!”.

Questo racconto ha i toni della polemica contro gli idoli; la satira è svolta qui in forma narrativa e confronta fra paganesimo e fede nel Signore. Molti brani nella Bibbia finiscono con grandi esclamazioni o forti affermazioni che confermano ed esaltano l’intervento di Dio.


In questi brani il ritmo deve essere più veloce nella parte introduttiva che descrive il contesto per poi rallentare nella parte esclamativa.

Il tono può essere misto tra la gioia e la sorpresa o in altri brani diversi può essere di paura, rabbia o disperazione.

Il ritmo veloce comporta di inserire poche pause, proprio per non rallentare l’andatura; ma una pausa anticipatoria prima dell’esclamazione finale potrebbe enfatizzare la conclusione.

L’esclamazione potrebbe essere accompagnata da una mano leggermente alzata, e con volume forte di voce enfatizzare, rallentando, nella frase chiave conclusiva.

 

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Questo articolo è stato estratto dal libro “La Bocca di Dio” di Marilena Marino. 
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"Gridatelo dai tetti...."