"Gridatelo dai tetti...."

E’ risorto: il capo santo più non posa nel sudario è risorto: dall’un canto dell’ avello solitario sta il coperchio rovesciato: come un forte inebbriato , il Signor si risvegliò Era l’alba; e molli il viso Maddalena e l’altre donne fean lamento in su l’Ucciso; ecco tutta di Sionne si commosse la pendice e la scolta insultatrice di spavento tramortì Un estranio giovinetto si posò sul monumento: era folgore l’aspetto era neve il vestimento: alla mesta che ‘l richiese dié risposta quel cortese: è risorto; non è qui.

INNO DI PASQUA (CANTO DEL CAMMINO IN TEMPO DI PASQUA )

Poesia di Pasqua – di Alessandro Manzoni – Resurrezione

Oggi è la Pasqua, la festa stabilita da Dio per celebrare la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Però la meraviglia della Pasqua non è solamente la resurrezione in sé, per quanto è qualcosa di strepitoso, ma il fatto che Gesù Cristo è risorto come Signore e Salvatore per noi! Celebriamo la Pasqua di Risurrezione del Signore, oggi la fede nella speranza introdotta da
Gesù nella storia trova dimora nel vuoto di un sepolcro: la quiete dopo la tempesta.

Appena dopo la morte di Gesù, ci fu un terremoto, le tombe di alcuni santi si aprirono e quei santi furono resuscitati, apparvero a tanti in Gerusalemme. (Matt 27:52) Queste persone erano la primizia della resurrezione che avverrà alla fine del mondo, di cui anche noi faremo parte se siamo salvati in Cristo.

Nel vangelo di Marco 15 si legge come il centurione che stava vicino alla croce riconobbe che Gesù era il figlio di Dio, nonostante egli avesse ricevuto molto meno rivelazione di quanta ne abbiamo ricevuta noi. L’evidenza per la divinità di Gesù è chiara. Oggi non c’è alcuna scusa per non credere in Gesù Cristo, però non basta solo credere intellettualmente, vogliamo camminare per fede giorno per giorno. Infatti, SAPERE le verità di Cristo non ci trasforma, è quando viviamo pensando alle verità di Dio che la nostra vita viene trasformata.

Appena dopo la morte di Gesù, Giuseppe d’Arimatea andò da Pilato per chiedergli il corpo di Gesù. Egli faceva parte del sinedrio e molto probabilmente questo atto gli costò la sua carriera come membro del sinedrio. Anche oggi, seguire veramente Gesù vuol dire perdere o abbandonare cose che prima erano importanti per noi. Però, seguire veramente Gesù vuol dire anche trovare in Gesù il nostro vero tesoro.

Alzati e Risplendi! Canta con noi

Per il cristianesimo, la Pasqua è la solennità delle solennità. La festa delle feste per il mondo cristiano. La festa più grande per il cristiano. La Pasqua è il giorno della gioia, del sollievo, del gaudio che sopraggiunge, dopo una fase di dolore e di mestizia. È la dimostrazione reale della divinità di Cristo. È una forza, una energia d’amore immessa, come lievito nella vita dell’uomo o come energia incredibile, che si espande a livelli concentrici fino all’infinito cristico, alimentando e sorreggendo la speranza che anche l’uomo risorgerà, perché le membra seguono la sorte del capo, dal momento che hanno la stessa natura umana (Eb 2, 11). La Pasqua è la festa solenne per eccellenza; è l’alleluia speciale dell’uomo; è il grido di gioia dell’umanità intera. Il motivo: è il “giorno di Cristo Signore”, Creatore Redentore e Glorificatore di tutto ciò che esiste ed è salvabile; è il giorno della Gloria di Cristo, vero Dio e vero Uomo. È contemporaneamente la Pasqua del Signore e anche “nostra Pasqua” presente e futura. Mistero dei misteri!

Veglia Pasquale
Per antichissima tradizione questa è “la notte di veglia in onore dei Signore” (Es 12, 42), giustamente definita “la veglia madre di tutte le veglie” (Agostino, Discorso 219). In questa notte il Signore “è passato” per salvare e liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù; in questa notte Cristo “è passato” alla vita vincendo la grande nemica dell’uomo, la morte; questa notte è la celebrazione-memoriale del “passaggio” dell’uomo in Dio attraverso il battesimo, la confermazione e l’eucaristia. Vegliare è un atteggiamento permanente della Chiesa, che, pur consapevole della presenza viva del suo Signore, ne attende la venuta definitiva, quando la Pasqua si compirà nelle nozze eterne con lo Sposo e nel convito della vita (Ap 19, 7-9).
La liturgia non è coreografia, né vuoto ricordo, ma presenza viva, nei segni, dell’evento cardine della salvezza: la morte-risurrezione del Signore. Si può dire che per la Chiesa che celebra è sempre Pasqua, ma la ricorrenza annuale ha un’intensità ineguagliabile, perché, come solenne memoriale (ebraico zikkaron), attualizza talmente l’evento da renderlo quasi presente, nel senso che partecipa ai partecipanti al rito i frutti della grazia pasquale. La successione dei simboli, di cui è intessuta la Veglia, esprime bene il senso della risurrezione di Cristo per la vita dell’uomo e del mondo.Le parti principali dell’Azione liturgica, velocemente.

Liturgia della luce
Attraverso il simbolo della Luce, che è il Cristo risorto, il mondo della tenebra viene attraversato e illuminato gradualmente fino al suo massimo splendore, con l’accensione di tutte le luci della chiesa. In Cristo, si illumina il destino dell’uomo e la sua identità di imago Christi. Il cammino della storia si apre alla speranza di nuovi cieli e nuove terre.I catecumeni e i battezzati, che la tradizione chiama “illuminati”, per la loro adesione vitale a Cristo-Luce, sanno che la loro esistenza è radicalmente cambiata, perché, con “Cristo primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1, 18), passano “dalle tenebre alla luce ammirabile di Dio” (1Pt 2, 9), dischiudendosi davanti a loro un orizzonte di vita e libertà. Per tutti questi motivi, si innalza il “canto nuovo” (il preconio, il gloria, l’alleluia) come ricordo delle meraviglie operate dal Signore nella storia e come rendimento di grazie per una vita di Luce cristica.

Liturgia della parola

Le 7 letture dell’Antico Testamento sono un compendio della storia della salvezza. Già la quaresima aveva sottolineato che il battesimo è inserimento in questa grande “storia” attuata da Dio fin dalla creazione. Nella consapevolezza che la Pasqua di Cristo tutto adempie e ricapitola, la Chiesa medita ciò che Dio ha operato nella storia. Quella serie di eventi e di promesse vanno riletti come realtà che sempre si attuano nell’“oggi” della celebrazione; sono dono e mèta da perseguire continuamente.

Liturgia battesimale
Il popolo chiamato da Dio a libertà deve passare attraverso un’acqua che distrugge e rigenera. Come Israele nel Mar Rosso, anche Gesù è passato attraverso il mare della morte e ne è uscito vittorioso. Nelle acque del battesimo è inghiottito il mondo del peccato e riemerge la creazione nuova. L’acqua, fecondata dallo Spirito, genera il nuovo popolo di Dio: un popolo di santi, un popolo profetico sacerdotale e regale. Con i nuovi battezzati, la Chiesa fa memoria del suo passaggio pasquale, e rinnova nelle “promesse battesimali” la propria fedeltà al dono ricevuto e agli impegni assunti in un continuo processo di rinnovamento, di conversione e di rinascita.

Liturgia eucaristica
È il vertice di tutto il cammino quaresimale e della celebrazione vigiliare. Il popolo, rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, è ammesso al convito pasquale che corona la nuova condizione di libertà e riconciliazione. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre sé stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella Pasqua di Cristo. Egli rimane per sempre con i battezzati nei segni, perché essi imparino a passare ogni giorno da morte a vita nella carità.
Dentro la struttura e i simboli della celebrazione è possibile leggere il paradigma dell’esistenza cristiana nata dalla Pasqua: Luce, Parola, Acqua, Convito sono le realtà costitutive e i punti di riferimento essenziali della vita nuova. Uscito dal mondo tenebroso del peccato, il cristiano è chiamato a essere portatore di luce; a perseverare nell’ascolto di Cristo morto e risorto, Parola definitiva della storia; a vivere sotto la guida dello Spirito la vocazione battesimale; ad annunciare e a testimoniare nel dono di sé quel mistero di cui l’Eucaristia celebra il memoriale

Se il Natale è la festività che raccoglie la famiglia, riunisce i parenti lontani, che più fa sentire il calore di una casa, degli affetti familiari, condividendoli con chi è solo, nello struggente ricordo del Dio Bambino; la Pasqua invece è la festa della gioia, dell’esplosione della natura che rifiorisce in Primavera, ma soprattutto del sollievo, del gaudio che si prova, come dopo il passare di un dolore e di una mestizia che creava angoscia, perché per noi cristiani questa è la Pasqua, la dimostrazione reale che la Resurrezione di Gesù non era una vana promessa, di un uomo creduto un esaltato dai contemporanei o un Maestro (Rabbi) da un certo numero di persone, fra i quali i disorientati discepoli.
La Risurrezione è la dimostrazione massima della divinità di Gesù, non uno dei numerosi miracoli fatti nel corso della sua vita pubblica, a beneficio di tante persone che credettero in Lui; questa volta è Gesù stesso, in prima persona che indica il valore della sofferenza, comune a tutti gli uomini, che trasfigurata dalla speranza, conduce alla Vita Eterna, per i meriti della Morte e Resurrezione di Cristo.
La Pasqua è una forza, una energia d’amore immessa nel Creato, che viene posta come lievito nella vita degli uomini ed è una energia incredibile, perché alimenta e sorregge la nostra speranza di risorgere anche noi, perché le membra devono seguire la sorte del capo; ci dà la certezza della Redenzione, perché Cristo morendo ci ha liberati dai peccati, ma risorgendo ci ha restituito quei preziosi beni che avevamo perduto con la colpa.

Idea Progettazione articolo a cura di Marilena Marino Vocedivina,it


"Gridatelo dai tetti...."