Più leadership femminile per un mondo migliore

Più leadership femminile per un mondo migliore

“Come affermato in occasione della Giornata Internazionale delle donne l’8 marzo 2019, le donne fanno il mondo più bello, lo proteggono e lo tengono vivo. Portano la grazia del rinnovamento, l’abbraccio dell’inclusione e il coraggio di donare se stesse”.

Il Papa: il mondo sarà migliore se tra uomini e donne ci sarà parità nella diversità

Pubblichiamo la prefazione di Francesco al volume “Più leadership femminile per un mondo migliore: il prendersi cura come motore per la nostra casa comune”, a cura di Anna Maria Tarantola, edito da “Vita e Pensiero”. Il testo è il risultato di una ricerca promossa congiuntamente da Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice e Strategic Alliance of Catholic Research Universities (Sacru). La ricerca è stata presentata il 10 marzo alle 14.30 presso l’Istituto Maria Santissima Bambina a Roma

Papa Francesco

Questo libro parla di donne, dei loro talenti, delle loro capacità e competenze e delle disuguaglianze, violenze e pregiudizi che ancora caratterizzano il mondo femminile. Le questioni legate al mondo femminile mi stanno particolarmente a cuore. In molti miei interventi ho fatto riferimento a esse sottolineando quanto ancora resta da fare per la piena valorizzazione delle donne. Ho avuto modo, tra l’altro, di affermare che “Uomo e donna non sono uguali e non sono uno superiore all’altro, no. Soltanto che l’uomo non porta l’armonia, è lei, lei porta quell’armonia che ci insegna ad accarezzare, ad amare con tenerezza e che fa del mondo una cosa bella” (Omelia a Santa Marta, 9 febbraio 2017). Abbiamo tanto bisogno di armonia per combattere le ingiustizie, l’avidità cieca che danneggia le persone e l’ambiente, la guerra ingiusta e inaccettabile.

Questo libro raccoglie i risultati della ricerca comune, promossa da Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice e Strategic Alliance of Catholic Research Universities, cui hanno partecipato 15 accademici di diverse discipline appartenenti a 10 università residenti in 8 Paesi. Mi piace che il tema sia affrontato nell’ottica della multidisciplinarietà, approcci e analisi diverse consentono una visione ampia dei problemi e la ricerca di migliori soluzioni. La ricerca evidenzia le difficoltà che le donne ancora incontrano a raggiungere ruoli apicali nel mondo del lavoro e, al contempo, i vantaggi connessi a una loro maggiore presenza e piena valorizzazione negli ambiti dell’economia, della politica e della società stessa. Anche la Chiesa può avvantaggiarsi dalla valorizzazione delle donne: come ho detto nel mio intervento a conclusione del sinodo dei Vescovi della Regione Panamazzonica nell’ottobre 2019: “Non ci siamo resi conto di cosa significa la donna nella Chiesa e ci limitiamo solo alla parte funzionale […]. Ma il ruolo della donna nella Chiesa va molto al di là della funzionalità. È su questo che bisogna continuare a lavorare. Molto al di là”.

Non si può perseguire un mondo migliore, più giusto, inclusivo e integralmente sostenibile senza l’apporto delle donne. Ecco allora che dobbiamo lavorare, tutti insieme, per aprire opportunità uguali per uomini e donne, in ogni contesto per perseguire una stabile e duratura situazione di parità nella diversità perché la strada dell’affermazione femminile è recente, travagliata e, purtroppo non definitiva. Si può facilmente tornare indietro. Il pensiero delle donne è diverso da quello degli uomini, sono più attente alla tutela dell’ambiente, il loro sguardo non è volto al passato ma al futuro. Le donne sanno di partorire nel dolore per raggiungere una grande gioia: donare la vita e aprire vasti, nuovi orizzonti. Per questo le donne vogliono la pace, sempre. Le donne sanno esprimere insieme forza e tenerezza, sono brave, competenti, preparate, sanno ispirare le nuove generazioni (non solo i figli).

È giusto che possano esprimere queste loro capacità in ogni ambito, non solo in quello familiare, ed essere remunerate in modo uguale agli uomini a parità di ruolo, impegno e responsabilità. I divari che ancora sussistono sono una grave ingiustizia. Questi divari, insieme con i pregiudizi verso le donne sono alla base della violenza sulle donne. Ho in molte occasioni condannato questo fenomeno; il 22 settembre 2021 ho detto che la violenza sulle donne è una piaga aperta frutto di una cultura di sopraffazione patriarcale e maschilista. Dobbiamo trovare la cura per sanare questa piaga, non lasciare sole le donne. La ricerca qui presentata e le conclusioni raggiunte cercano di sanare la piaga della disuguaglianza e, per questa via, della violenza. Mi piace pensare che se le donne potessero godere della piena uguaglianza di opportunità, potrebbero contribuire sostanzialmente al necessario cambiamento verso un mondo di pace, inclusione, solidarietà e sostenibilità integrale. Come ho affermato in occasione della Giornata Internazionale delle donne l’8 marzo 2019, le donne fanno il mondo più bello, lo proteggono e lo tengono vivo. Portano la grazia del rinnovamento, l’abbraccio dell’inclusione e il coraggio di donare se stesse.

La pace, allora, nasce dalle donne, sorge e si riaccende dalla tenerezza delle madri. Così il sogno della pace diventa realtà quando si guarda alle donne. È mio pensiero che, come emerge dalla ricerca, la parità vada raggiunta nella diversità. Non parità perché le donne assumono i comportamenti maschili ma parità perché le porte del campo di gioco sono aperte a tutti i giocatori, senza differenze di sesso (e anche di colore, di religione, di cultura…). È quello che gli economisti chiamano diversità efficiente. È bello pensare a un mondo in cui tutti vivono in armonia e tutti possono vedere riconosciuti i propri talenti e contribuire alla realizzazione di un mondo migliore. La capacità di cura, per esempio, è senz’altro una caratteristica femminile che si deve poter esprimere non solo nell’ambito della famiglia, ma in egual misura e con ottimi risultati anche in politica, in economia, nell’accademia e sul lavoro.

La capacità di cura dobbiamo esprimerla tutti, uomini e donne. Gli uomini possono coltivare questa capacità anche nell’attività genitoriale: che bella la famiglia dove entrambi i genitori, mamme e papà insieme, si prendono cura dei loro bambini, li aiutano a crescere sani e li educano al rispetto delle persone e delle cose, alla gentilezza, alla misericordia, alla tutela del creato. Mi piace anche il cenno all’importanza dell’educazione. L’educazione è la strada maestra da un lato per fornire alle donne le competenze e le conoscenze necessarie per affrontare le nuove sfide del mondo del lavoro, e dall’altro per facilitare il cambiamento della cultura patriarcale, ancora prevalente. Purtroppo, ancora oggi, circa 130 milioni di ragazze nel mondo non vanno a scuola. Non c’è libertà, giustizia, sviluppo integrale, democrazia e pace senza l’educazione.

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2023-03/papa-francesco-prefazione-libro-tarantola-donne.html

Papa Francesco-Maria nostra Madre che guarda tutti noi

Papa Francesco-Maria nostra Madre che guarda tutti noi

«Chi guarda la Vergine Maria? Guarda tutti noi, ciascuno di noi. E come ci guarda? Ci guarda come Madre, con tenerezza, con misericordia, con amore»

Riflessioni Mese Mariano Maria-Donna

Vieni o Madre in mezzo a noi Santa Maria del cammino

Novità Libri

Papa Francesco ha sempre dichiarato la propria profonda devozione mariana, fin dall’inizio del suo pontificato; si tratta di una devozione che ha un profondo radicamento nell’educazione cristiana ricevuta in famiglia, ma che deve anche molto alla formazione gesuitica: sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, nella sua autobiografia (Il racconto del pellegrino) pone proprio in una notte trascorsa in veglia davanti a un’immagine della Madre di Dio, uno dei momenti decisivi della sua conversione definitiva a Cristo.

Non sorprenderà, dunque, ritrovarsi di fronte, in queste pagine a vari aspetti e modulazione della devozione a Maria di papa Bergoglio. Modulazioni che, nell’intento di questo volumetto, si offrono in tre momenti:

Il primo raccoglie alcune riflessioni del Papa sulla presenza della Vergine nel nostro tempo, come Madre della Chiesa, di Gesù e di noi tutti.

Il secondo riprende alcuni testi più brevi, offrendoli a mo’ di commento alla preghiera mariana per eccellenza, l’“Ave Maria”.

Il terzo offre al lettore le preghiere più belle che papa Francesco ha composto e recitato per momenti particolari della vita della Chiesa, del mondo e nostra.

Questo libro in regalo per voi è un piccolo compendio della cura con cui il Papa ci consegna il suo invito a non essere orfani, ma figli attenti e sereni di una Madre che non ci lascia mai soli.

Un libro “antologia”, che per la prima volta offre ai lettori un toccante percorso attraverso le più belle riflessioni e invocazioni rivolte da papa Francesco alla Madonna. Attraverso il linguaggio fortemente comunicativo e colloquiale di papa Francesco, il testo restituisce la profonda devozione del pontefice a Maria, nostra Madre, “che guarda tutti noi con tenerezza, misericordia e amore”

https://www.famigliacristiana.it/blogpost/maria-mamma-di-tutti.aspx.

Papa Francesco-Le donne accedano ai ministeri del lettorato e dell’accolitato

Con un motu proprio Francesco abroga la limitazione dell’accesso ai due ministeri istituiti ai laici maschi. Nessuna relazione con il sacerdozio. Riconoscimento del contributo femminile all’annuncio

Le donne potranno accedere da ora in poi ai ministeri del lettorato e dell’accolitato nella Chiesa Cattolica. Senza che però questo debba essere confuso con una sia pur parziale apertura verso l’ordinazione sacerdotale. Con il motu proprio “Spiritus Domini”, infatti, il Papa ha modificato il primo paragrafo del canone 230 del Codice di Diritto canonico, stabilendo che le donne possano accedere a questi ministeri (la lettura della Parola di Dio durante le celebrazioni liturgiche o lo svolgimento di un servizio all’altare, come ministranti – chierichette o come dispensatrici dell’eucaristia), che essi vengano attribuiti anche attraverso un atto liturgico che li istituzionalizza. Nella nuova formulazione del canone si legge ora: “I laici che abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza episcopale, possono essere assunti stabilmente, mediante il rito liturgico stabilito, ai ministeri di lettori e di accoliti”. Viene così abrogata la specificazione “di sesso maschile” riferita ai laici e presente nel testo Codice fino alla modifica odierna.

Francesco tuttavia specifica che si tratta di ministeri laicali“essenzialmente distinti dal ministero ordinato che si riceve con il sacramento dell’ordine”. E in una lettera indirizzata al Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria, cita le parole di san Giovanni Paolo II secondo cui “rispetto ai ministeri ordinati la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale”. Per i ministeri non ordinati come il letterato e l’accolitato, però, “è possibile, e oggi appare opportuno – sottolinea il Pontefice -, superare tale riserva”. Il Papa spiega che “offrire ai laici di entrambi i sessi la possibilità di accedere al ministero dell’Accolitato e del Lettorato, in virtù della loro partecipazione al sacerdozio battesimale incrementerà il riconoscimento, anche attraverso un atto liturgico (istituzione), del contributo prezioso che da tempo moltissimi laici, anche donne, offrono alla vita e alla missione della Chiesa”.

Già da tempo, infatti, in moltissime chiese le donne leggono durante le celebrazioni e le bambine (soprattutto) svolgono il servizio di ministranti. Tuttavia questi ruoli venivano svolti, come ricorda anche Vatican News, senza un mandato istituzionale vero e proprio, in deroga a quanto stabilito da san Paolo VI, che nel 1972, pur abolendo i cosiddetti “ordini minori”, aveva deciso di mantenere riservato l’accesso aquesti ministeri alle sole persone di sesso maschileperché li considerava propedeutici a un eventuale accesso all’ordine sacro.

Francesco, invece, recepisce quanto richiesto anche da diversi Sinodi dei vescovi e menzionando il documento finale del Sinodo per l’Amazzonia osserva come “per tutta la Chiesa, nella varietà delle situazioni, è urgente che si promuovano e si conferiscano ministeri a uomini e donne… È la Chiesa degli uomini e delle donne battezzati che dobbiamo consolidare promuovendo la ministerialità e, soprattutto, la consapevolezza della dignità battesimale”.

Ministero istituito, non ordinato

Come sottolinea il Papa nella Lettera che accompagna il motu proprio, al cardinale Ladaria Ferrer prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il lettorato e l’accolitato sono ministeri “istituiti”, cioè affidati con atto liturgico del vescovo, dopo un adeguato cammino, «a una persona che ha ricevuto il Battesimo e la Confermazione e in cui siano riconosciuti specifici carismi». Sono altro rispetto ai ministeri “ordinati”, che hanno invece origine in uno specifico Sacramento: l’Ordine sacro. Si tratta dei ministeri ordinati del vescovo, del presbitero, del diacono.

https://www.avvenire.it/papa/pagine/donne-lettorato-accolitato

Motu Proprio. Così il Papa riconosce ruolo essenziale e servizio reso dalle donne

Una donna in preghiera in chiesa

«Vi sono diversi carismi ma uno è lo Spirito; vi sono diversi ministeri ma uno solo è il Signore», scrive Paolo nella Prima Lettera ai Corinti (12,4-5) e proprio nel nome dello Spirito, papa Francesco inizia il Motu Proprio pubblicato ieri «circa l’accesso delle donne ai ministeri del Lettorato e dell’Accolitato» (che modifica il primo paragrafo del canone 230 del Codice). Seguendo la tradizione della Chiesa, che ha chiamato sin dalle origini «ministeri le diverse forme che i carismi assumono quando sono pubblicamente riconosciuti e sono messi a disposizione della comunità e della sua missione in forma stabile», Francesco ha ritenuto di occuparsi del tema ecclesiale dei carismi, specialmente di quelli più numerosi e vari di cui godono i laici, visto che questi costituiscono «l’immensa maggioranza del popolo di Dio» (EG 102).

Ha ritenuto di dover riconoscere ai carismi dei laici e delle donne la dignità di un nome e, quindi, di un mandato, di una stabilità e di un’autorità che permetta loro di poter spendere il Dono ricevuto da Dio, e riservato a tutti i battezzati, in un servizio concreto, costruttivo, di responsabilità nella comunità cristiana. Quanto consiste, appunto, nel ‘ministero’. Negare, del resto, a un battezzato di fare questo, significa pretendere di soffocare la Grazia e rendere quella persona un membro inerte del Corpo mistico di Cristo. È la preoccupazione di Francesco che ribadisce «l’urgenza di riscoprire la corresponsabilità di tutti i battezzati nella Chiesa e in particolare la missione del laicato» che è stata, poi, reclamata anche nel Sinodo per la regione pan-amazzonica (2019).

Ora si viene al punto, mettendo il focus sui diversi ministeri, per dare «una loro migliore configurazione e un più preciso riferimento alla responsabilità che nasce, per ogni cristiano, dal Battesimo e dalla Confermazione». Distinguendo con precisione tra ministeri ordinati e non ordinati e concentrando l’interesse su questi ultimi. Si tratta, insomma, degli antichi «ordini minori» i quali, sinora erano, però, consentiti solo agli uomini in quanto tappe di un percorso che portava – e porterà ancora per gli uomini – a quelli «maggiori ». Ed ecco la novità: se per i ministeri ordinati la Chiesa «non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale» (cfr. san Giovanni Paolo II, Ordinatio sacerdotalis, 1994), per i ministeri non ordinati «è possibile, e oggi appare opportuno superare tale riserva ». Le donne possono, dunque, essere stabilite come Lettori e Accoliti, accompagnando, almeno quel percorso che compiono gli uomini verso i ministeri ordinati del diaconato e del sacerdozio. Anche a esse è garantita un’adeguata preparazione e il discernimento dei pastori. È un accesso, pertanto, dovuto allo Spirito Santo, secondo le Scritture e nell’alveo della teologia cattolica. Importante per le donne le quali da una parte si vedono riconosciuto un ‘servizio’ che molte già svolgevano, dall’altra acquistano «un’incidenza reale ed effettiva nell’organizzazione, nelle decisioni più importanti e nella guida delle Comunità ». Urgente per la Chiesa che non può più fare a meno del concorso qualificato delle donne nella sua ‘uscita’ di evangelizzazione e non può neppure permettersi di ignorare o perdere le donne stesse.

Rosanna Virgili

Preghiera a Maria, donna missionaria

Santa Maria, donna missionaria, concedi alla tua Chiesa il gaudio di riscoprire, nascoste tra le zolle del verbo mandare, le radici della sua primordiale vocazione. Aiutala a misurarsi con Cristo, e con nessun altro: come te, che, apparendo agli albori della rivelazione neotestamentaria accanto a Lui, il grande missionario di Dio, lo scegliesti come unico metro della tua vita.

Quando la Chiesa si attarda all’interno delle sue tende dove non giunge il grido dei poveri, dalle il coraggio di uscire dagli accampamenti. Quando viene tentata di pietrificare la mobilità del suo domicilio, rimuovila dalle sue apparenti sicurezze. Quando si adagia sulle posizioni raggiunte, scuotila dalla sua vita sedentaria. Mandata da Dio per la salvezza del mondo, la Chiesa è fatta per camminare, non per sistemarsi.

Nomade come te, mettile nel cuore una grande passione per l’uomo. Vergine gestante come te, additale la geografia della sofferenza. Madre itinerante come te, riempila di tenerezza verso tutti i bisognosi. E fà che di nient’altro sia preoccupata che di presentare Gesù Cristo, come facesti tu con i pastori, con Simeone, con i magi d’oriente, e con mille altri anonimi personaggi che attendevano la redenzione.

Santa Maria, donna missionaria, noi ti imploriamo per tutti coloro che avendo avvertito, più degli altri, il fascino struggente di quella icona che ti raffigura accanto a Cristo, l’inviato speciale del Padre, hanno lasciato gli affetti più cari per annunciare il Vangelo in terre lontane.

Sostienili nella fatica. Ristora la loro stanchezza. Proteggili da ogni pericolo. Dona ai gesti con cui si curvano sulle piaghe dei poveri i tratti della tua verginale tenerezza. Metti sulle loro labbra parole di pace. Fa che la speranza con cui promuovono la giustizia terrena non prevarichi sulle attese sovrumane di cieli nuovi e terre nuove. Riempi la loro solitudine. Attenua nella loro anima i morsi della nostalgia. Quando hanno voglia di piangere, offri al loro capo la tua spalla di madre.

Rendili testimoni della gioia. Ogni volta che ritornano tra noi, profumati di trincea, fà che possiamo attingere tutti al loro entusiasmo. Confrontandoci con loro, ci appaia sempre più lenta la nostra azione pastorale, più povera la nostra generosità, più assurda la nostra opulenza. E, recuperando su tanti colpevoli ritardi, sappiamo finalmente correre ai ripari.

Santa Maria, donna missionaria, tonifica la nostra vita cristiana con quell’ardore che spinse te, portatrice di luce, sulle strade della Palestina. Anfora di Spirito, riversa il suo crisma su di noi, perché ci metta nel cuore la nostalgia degli estremi confini della terra.

E anche se la vita ci lega ai meridiani e ai paralleli dove siamo nati, fà che ci sentiamo egualmente sul collo il fiato delle moltitudini che ancora non conoscono Gesù. Spalanca gli occhi perché sappiamo scorgere le afflizioni del mondo. Non impedire che il clamore dei poveri ci tolga la quiete.

Tu che nella casa di Elisabetta pronunciasti il più bel canto della teologia della liberazione, ispiraci l’audacia dei profeti. Fa che sulle nostre labbra le parole di speranza non suonino menzognere. Aiutaci a pagare con letizia il prezzo della nostra fedeltà al Signore.

E liberaci dalla rassegnazione.

Don Tonino Bello

Idea Progettazione a cura di Marilena Marino Vocedivina.it