Altri suggerimenti di esempio con altre casistiche che possiamo incontrare.
Molto spesso nella Bibbia ci sono delle “citazioni” di passi precedenti dei profeti o della legge che in genere sono evidenziati da parole come: “…sta scritto…” oppure “…come dice …” o “…Dio ha detto…”, o “…il profeta ha detto…” o vengono citati dei versetti dei salmi o ancora citazioni che sono messe in corsivo ed evidenziate senza essere anticipate da frasi che ricordano la provenienza della citazione.
Ecco alcuni riferimenti dove troviamo queste frasi di citazioni: Marco 4,12; Atti 15,15-18; 1 Corinzi 1,19; Ezechiele 30,2-6; Geremia 6,9; Luca 11,49; e naturalmente moltissimi altri.
In questi casi è bene fare una pausa prima di pronunciare la citazione poi osservare la punteggiatura e separare bene gli elementi al suo interno.
Questa citazione quindi va proclamata con un cambio di intonazione e con qualche modalità di enfasi, e un tono autorevole; questo fa capire a chi ascolta che stai proclamando qualcosa che sta nella “Legge Antica” o che è qualcosa che ormai tutti concordano sulla sua importanza.
Chiaramente tutto poi dipende dal contenuto di questa citazione, che suggerirà al lettore l’intonazione appropriata il volume, le inflessioni giuste e il contato visivo più o meno presente.
In altri casi possiamo incontrare dei testi che descrivono situazioni di vittoria o sconfitta, trionfo, dominio, comando, autorità, ammonizioni o simili.
Vedi alcuni riferimenti: Zaccaria 9,9; Esodo 15,1; Isaia 40,10; Esodo 16,16; Proverbi 6,23-26; ecc.
In questi casi è bene avere un ritmo più lento e autorevole, con tono medio senza eccedere in troppo fervore né troppa debolezza. Ma proiettando, appena la lettura lo permette, un contatto visivo diretto, forte e con un viso più serio ed espressione autoritaria.
In altri brani possiamo trovare parole che cercano di “elevare” il nostro Spirito, con l’uso di queste connotazioni: nobile, superiore, grandioso, migliore, santo, magnifico, onnipotente, ecc.
Vedi questi riferimenti: Salmo 76,5; Isaia 64,10; Ezechiele 17,23; 2 Maccabei 1,25; Sapienza 11,17; Salmo 145,21; ecc.
Anche qui, per comunicare emozioni positive, va usato un tono ufficiale e rispettoso con un ritmo lento; praticare una enfasi nei passaggi chiave principali e con voce più alta; usare una inflessione ascendente.
In opposizione possiamo incontrare spesso delle parole con connotazioni completamente “negative” del tipo: diavolo, cattivo, mortale, disgusto, Satana, tentatore, spregievole, malvagio, ecc.
Vedi alcuni riferimenti: 1 Tessalonicesi 3,5; Ezechiele 36,31; Siracide 14,5; Luca 4,13; Salmo 37,12; ecc.
Si può usare una espressione con sopracciglia aggrottate, un ghigno leggero che mostra una espressione di disprezzo; il contatto visivo in questi casi è da evitare. Usare una bassa tonalità di voce con ritmo ed andatura lenta per far comprendere il messaggio; e qualsiasi altra intonazione che comunichi disprezzo per la situazione descritta o per il soggetto negativo che viene presentato.
Altre parole che possono indicare una spinta verso il trascendente possono essere queste: perpetuo, infinito, immenso, superiore, eterno, illimitato, per sempre, ecc.
Ecco alcuni riferimenti da consultare: Isaia 13,4; Ezechiele 26,7; Proverbi 31,10; Ebrei 1,4; Giovanni 11,26; Michea 4,5; Salmo 117,2; ecc.
Il ritmo e l’inflessione devono essere enfatizzate, con una intonazione positiva e una certa timida soggezione per la grandiosità del pensiero. Si possono pronunciare queste parole allungando un po’ la durata della loro pronuncia; ad esempio: etee-rno, il-li-mi-ta-to, immee-nso, dando un suggerimento di “allargamento” alla Parola.