27 Marzo – Caterina Canto di Luce
La Quaresima del 97
Tratto da una esperienza vera–Racconto autobiografico
Marilena AUDIOVOCE
La Quaresima del 97 Caterina ed Elena-Due Indissolubili Amori 27 Marzo
Dedicato a Donna Elena Mia Madre 27 Marzo
“Un’apoteosi, il periodo in cui nacquero i miei bambini: difficile immaginare una conversione simile!
E se vi dicessi che, nonostante questo, la sofferenza venne a
bussare alla nostra porta, lasciandoci ugualmente felici?!
Perché la fede, non è quando va tutto liscio e non ti accade
niente di brutto per strada.
Non è un talismano, un portafortuna che tieni in tasca affinché gli
avvenimenti tristi della vita non ti sfiorino, lasciando che la
malaugurata sorte segni solo altre persone!
Definirla sciagura sembra, in verità, un appellativo forte, ma in
realtà, tale, posso chiamare il tragico evento che segnò, per la
mia famiglia, una tappa molto dolorosa: morì la nostra quinta
figlia, Caterina, e un fiocco nero sostituì quello che poteva essere
un bellissimo color rosa sul mio portone.
Il nome che avevo scelto per lei mi piaceva tantissimo, sapeva di
cielo..
Infatti, venendo al mondo con una serie di problematiche fisiche,
non sopravvisse a lungo… aveva deciso di non vivere, o meglio,
qualcuno, nella sua sapienza divina, aveva stabilito per lei tale
sorte, purtroppo!
Che mistero la vita… non lo avrei mai immaginato.. nel giro di
soli due giorni volò in Paradiso.
Il tempo di uscire dall’ospedale per farle un degno funerale, il
nome di battesimo impartito in fretta in una fredda stanza
d’ospedale, ruppe l’incanto che stavamo vivendo, come
un’ennesima grazia del cielo.
Non sapevo ciò che il domani mi riservava…
Un giorno, di ritorno dal ginecologo, mi fu diagnosticato un
leggero calo di peso della nascitura… la mia bambina, dopo nove
mesi scarsi di gestazione, ebbe giusto il tempo di regalarmi uno
tra i più teneri vagiti della storia, che, poi, si partì da me,
lasciandomi esterrefatta nella sala parto, mentre l’ostetrica
cercava di condurla immediatamente in rianimazione per salvarle
la vita…
Attaccata ai fili, in quell’incubatrice, respirava a malapena, mentre
scorgevo dei bellissimi capelli neri che le infoltivano il piccolo
viso…
Cercavo di osservarla il più a lungo possibile per fissare alla
memoria il corpicino avvolto in quell’involucro di plastica a forma
di botola, avendo già intuito, dai farfugliamenti concitati dei dottori,
che scarse sarebbero state le speranze di sopravvivenza.
Attorniati dai nostri amici, qualche giorno dopo, io e mio marito
avemmo la forza di pronunciare qualche parola di conforto,
durante la funzione religiosa, come piccoli testimoni nella fede, di
un evento che aveva permesso questa grande prova dolorosa.
Mentre una lapide bianca, adornata dal volto di un angelo, veniva
apposta per sigillare il loculo dove giaceva la piccola salma, mi
ricordai, stranamente, che Caterina era nata nello stesso giorno
in cui ricorreva il compleanno di mia madre!
Che coincidenza!
“La morte è vinta dal Risorto”, c’era scritto sulla tomba… Non
riuscivo a versare una lacrima, un silenzio pesante
accompagnava, a passo lento, il funerale verso il piccolo cimitero.
Entrambi, io e lui, percepivamo nel cuore che lei non era morta,
anzi…
Caterina, come fosse rimasta lì, quasi a consolarci, sembrava
riempire della sua presenza le nostre anime afflitte, di
un’impercettibile, strana gioia, paragonabile ad una sordida
mestizia, dall’amaro profumo di mirra.
Le lacrime, allora, cominciarono a scendere, ma non per la
desolazione, bensì perché avevo avvertito qualcosa di bello
attraversami l’anima… sì, di bello..
Di certo, la consapevolezza che tutto non era stato invano
mettere al mondo una vita… lei, Caterina, sarebbe stata, per
sempre, l’angelo più luminoso della famiglia, colei che avrebbe
aiutato i fratelli e la sorella, in ogni momento di pericolo, avrebbe
sostenuto tutti, col suo vegliare costantemente, nelle traversie e
nelle necessità della vita.
Certamente io avevo bisogno di lei, in quel momento, più che mai,
ma altrettanto, il cielo desiderava la sua presenza, per meglio
accorgersi ciò di cui, in terra, ci sarebbe stato sicuramente
bisogno!
Sentivo risuonare in me questa speranza, e i nostri cuori, fiaccati
un po’ dal dolore, non si sentivano assaliti dalla disperazione,
anzi.. avvertivamo una strana forza che ci sosteneva, mentre
dalle nostre labbra saliva, impercettibile, solo una preghiera: sia
fatta, Signore, la tua volontà!
Scendere all’improvviso dalla vetta della felicità su cui avevamo
piazzato le nostre tende, ci sembrò un’impresa assai ardua: non
seppi spiegarmi perché Dio ci avesse messo così alla prova, in
un primo momento.
Non sapemmo decifrare un simile avvenimento, ma, poco dopo, il
sereno ricominciò a colorare le nostre vite e, assieme
all’ immancabile vuoto che lasciava, pensammo che Caterina non
se ne sarebbe mai andata, sarebbe stata sempre presente, molto
più che se fosse stata viva!
Era, ormai, un angelo custode perfetto, pronto a offrire le nostre
preghiere al Signore, come incenso della sera, quelle nostre e dei nostri figli”.
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