Il Figlio Prodigo

Il Figlio Prodigo

In Scena il riadattamento della famosa parabola del Vangelo (Lc. 15,11-32)

I ragazzi della Parrocchia di San Giovanni Battista in Ferro di Cavallo- Perugia, hanno portato in scena la famosa Parabola del Figliol Prodigo tratto dal Vangelo di Luca. Attraverso il teatro, questo gruppo di ragazzi, desiderano lanciare un messaggio d’amore e di speranza rivolto a tutti. L’amore, si sa, è la molla che fa girare il mondo, da sempre, ma c’è un amore più grande di tutti che è l’amore di un padre con la P maiuscola: Dio. Inarrestabile, invincibile, sempre pronto a cercare ovunque e comunque i propri figli e, in generale, l’uomo, il sentimento viscerale tra Dio e la sua creatura, non si arrende davanti a nessun ostacolo, non si scandalizza, spera sempre in una possibilità. In questo caso il Figliol Prodigo, che rappresenta anche ciascun uomo che va per i suoi sentieri e cerca ostinatamente di cavarsela solo con le proprie forze, ritrova poi, tornando indietro sui suoi passi, un accesso privilegiato nel cuore del Padre che lo accoglie a braccia spalancate; infatti Dio, che attende alla porta la sua creatura, spiando in lontananza il suo ritorno verso casa, è sempre misericordia, dolcezza, illimitato perdono e disarmante amore!

Non resta altro che andare a vedere questo coinvolgente Musical che i ragazzi della compagnia di Perugia stanno in questo tempo portando in giro un po’ ovunque: sarà senz’altro una riuscita rappresentazione che seminerà nel cuore del pubblico grandi sentimenti di speranza ricolmi di gratuita testimonianza evangelica.

Rembrandt, il ritorno del figliol prodigo

Esiste anche un famoso dipinto ispirato a una di queste parabole. Si tratta di un quadro a olio su tela del celebre pittore olandese RembrandtRitorno del Figliol Prodigo. Il quadro venne dipinto nel 1668 ed è oggi conservato nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.

Siamo alla fine della parabola, quando il figlio ingrato torna a casa. È vestito di stracci, spezzato nel corpo e nell’anima dai propri vizi e dalle conseguenze dei propri errori. Sta in ginocchio davanti al padre, pentito, consapevole del proprio fallimento e della propria mediocrità, resa ancora più bruciante dalla presenza di quello che con ogni probabilità è suo fratello maggiore, sulla destra della scena, che lo guarda e lo giudica.
Il padre no. Non c’è giudizio nei suoi gesti, non c’è condanna nel suo sguardo che avvolge il figlio più giovane. Solo amore e perdono. I suoi occhi sono quelli di un cieco, come se li avesse consumati per guardare i propri figli, per seguire con apprensione le loro vicissitudini. Un altro dettaglio importante sono le sue mani, posate sulle spalle del figlio inginocchiato: una mano maschile, una femminile, come se nell’amore egli diventasse padre e madre nello stesso tempo. Ancora, il cranio del figlio è rasato, come si conviene a un penitente, ma anche come quello di un neonato. Nell’amore del padre misericordioso, nel suo perdono che va oltre ogni colpa, il giovane rinasce a nuova vita. La luce, che avvolge le due figure centrali, i colori, tutto concorre per esprimere la solennità del momento, la trascendenza quasi mistica che l’amore opera su padre e figlio. Rembrandt, profondamente religioso, trascorse tutta la propria vita tra vizio e redenzione, e forse questo quadro ha voluto essere il suo testamento spirituale e il suo atto di contrizione.

statua gesu misericordioso 30-5 cm resina colorata

Papa Francesco, che ha raccontato la parabola in diverse occasioni, ha ribattezzato il figliol prodigo come il giovane furbo. In effetti a volte si perde di vista il significato del termine prodigo, che non significa ritrovato, come alcuni credono, ma spendaccione! Il Sommo Pontefice ha saputo rendere quanto mai attuale la parabola, portando il giovane figlio ribelle come esempio di tutti i ragazzi che credono di poter prendere la propria strada, ignorando le regole e i consigli dei genitori, salvo poi dover tornare sui propri passi quando le cose si mettono male. E a questo punto interviene il Padre, Dio, che non solo non accusa il figlio ingrato del suo fallimento, ma anzi lo riaccoglie con una grande festa. “Dio è molto buono, approfitta dei nostri fallimenti per parlarci al cuore” ha affermato il Papa, mostrando come anche un fallimento, un errore diventa un’occasione di perdono e amore.

GMG Lisbona “In fretta si va”

GMG Lisbona “In fretta si va”

l’inno in italiano della Gmg 2023 di Lisbona

È la versione italiana di “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno della Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023, ispirata al tema della GMG Lisbona 2023

"In fretta si va": l'inno della Gmg 2023 di Lisbona in italiano

“In fretta si va”, è la versione italiana di “Há Pressa no Ar” (C’è fretta nell’aria), inno della Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona 2023, ispirata al tema della GMG Lisbona 2023 («Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39).

Il Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile della Cei ha affidato la versione italiana al musicista Valerio Baggio e al paroliere Valerio “Lode” Ciprì che ha tradotto il testo, entrambi già autori di celebri inni.

La voce italiana è della giovane cantante Benedetta Belotti.

L’inno della Gmg 2023 si sviluppa intorno al “sì” di Maria e della sua fretta di incontrare la cugina Elisabetta. “Há Pressa no Ar” ha testi di João Paulo Vaz, sacerdote, e musica di Pedro Ferreira, professore e musicista, entrambi della diocesi di Coimbra, nel centro del Portogallo. Gli arrangiamenti sono del musicista Carlos Garcia.

Il tema è stato registrato in due versioni in portoghese e nella versione internazionale (portoghese, inglese, spagnolo, francese e italiano). La versione italiana mantiene la musica originale, grazie alle parole di Valerio “Lode Ciprì” tra i fondatori del Gen Rosso, e resta aderente al testo originale mantenendosi assonante con esso. Nel cantare questo inno, i giovani di tutto il mondo sono invitati a identificarsi con Maria, rendendosi disponibili al servizio, alla missione e alla trasformazione del mondo.


“Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39): è questo il tema del Messaggio del Santo Padre ai giovani in occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà celebrata nelle Chiese particolari il prossimo 20 novembre 2022 e a livello internazionale a Lisbona dal 1 al 6 di agosto 2023.

La città della gioia

Una nuova esperienza legata alla GMG che unirà il Parco del Perdono e la Fiera delle Vocazioni.

Una nuova esperienza legata alla GMG di Lisbona è la Città della Gioia, un luogo che unirà il Parco del Perdono e la Fiera delle Vocazioni e dove scoprire Cristo attraverso esperienze di gioia cristiana. I giovani saranno provocati attraverso incontri, eventi, conversazioni, momenti di preghiera. Un modo per mettersi in discussione e confrontarsi con l’altro, con il diverso, sperimentando l’armonia, il perdono di Dio e la sua misericordia.

Un percorso insomma, ricco di stimoli dal Parco del Perdono dove ci saranno a disposizione 150 confessionali, alla Fiera Vocazionale in ci saranno testimonianze sulla vocazione

Maria si alzò e andò in fretta (Lc 1,39) è la citazione biblica scelta da Papa Francesco come motto della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà per la prima volta in Portogallo, nella capitale Lisbona, dall’1 al 6 agosto 2023. La frase biblica apre il racconto della Visitazione (la visita di Maria alla cugina Elisabetta), episodio successivo all’Annunciazione (l’annuncio dell’angelo a Maria che sarebbe stata madre del Figlio di Dio, tema della GMG a Panama).

Durante l’Annunciazione l’angelo dice a Maria che sua cugina, ritenuta sterile, è incinta. Dopo aver risposto all’angelo Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38), è allora che Maria parte per Ain Karim, un villaggio vicino a Gerusalemme dove Elisabetta viveva e attendeva la nascita di Giovanni, che sarebbe diventato San Giovanni Battista.

Maria di Nazaret è la grande figura del cammino cristiano: ci insegna a dire di sì a Dio. Nell’episodio biblico della Visitazione l’atto di alzarsi in piedi presenta Maria sia come donna di carità sia come missionaria. Partire in fretta rappresenta l’atteggiamento indicato da Papa Francesco per la GMG di Lisbona: «che l’evangelizzazione dei giovani sia attiva e missionaria, perché così riconosceranno e testimonieranno la presenza del Cristo vivente».

Rivolgendosi in particolare ai giovani, e sfidandoli ad essere coraggiosi missionari, il Papa nell’Esortazione apostolica Christus vivit scrive: «Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti, non per alcuni» (CV 177).

A Lisbona ritroveremo insieme la gioia dell’abbraccio fraterno. Papa Francesco” La Gmg è un pellegrinaggio e non un semplice viaggio: è darsi l’opportunità di lasciarsi raccontare quanto siamo preziosi per il Signore, quanto gli stiamo a cuore; ed è scoprire che la Chiesa siamo noi, sognando di poter far qualcosa per renderla sempre più bella”.