A dispetto di molti che reputano il Medioevo come uno dei momenti più bui dell’umanità, la nascita del teatro sacro è una prova – invece – della sua vivacità nel creare linguaggi sempre nuovi che hanno segnato la storia. Il teatro sacro nasce nella Chiesa e dalla Chiesa, non solo idealmente ma strutturalmente: le navate e l’altare diventano scenografia; i presbiteri, autori e attori delle storie bibliche messe in scena; e i fedeli, primi spettatori di questi “misteri sacri” che dal Mistero della Fede attingono.
Sviluppato intorno alla metà del XIII secolo, nella sua totale emancipazione dall’influsso ecclesiastico, il teatro sacro trova fondamenti storici in alcuni monasteri francesi, intorno alla metà del X secolo. In questi monasteri si attuava una rielaborazione dei passi più importanti della Sacra Scrittura. Questi brani tratti dalla Bibbia venivano cantati inserendo delle parole nei vocalizzi finali: erano i Traineés de Notes, Sequelae o Jubili, o più generalmente conosciuti come tropi (dal latino tropus che ha il significato di verso).
Il filologo italiano Vincenzo De Bartholomaeis, nella sua indagine Laudi drammatiche e rappresentazioni sacre (Firenze, Le Monnier, 1943), menzionando come stadio preliminare al teatro sacro i passi dialogati del Responsoriale romano (sec. VII-VIII) per il periodo dell’Avvento e della Quaresima, individua i primi abbozzi dei drammi liturgici proprio nei tropi, specialmente in quelli creati nell’abbazia di San Gallo, in Svizzera. Ed è un nome che, primo fra tutti, viene individuato: è quello di Tuotilo di San Gallo, indicato anche come Tutilo o Tutilone (850 circa – 915 circa), monaco e compositore tedesco, che – prendendo spunto dal testo romano dell’ufficio notturno della Pasqua – crea un vero e proprio dramma teatrale: è il famoso Quem quaerintis in sepulcro o Christicolae?, prima forma drammatico-liturgica conosciuta nel rituale cristiano, che narra la visita al Santo Sepolcro delle tre Marie e l’annuncio dato dall’angelo dell’avvenuta Resurrezione. Il dialogo in quattro versi – che di norma veniva recitato dai canonici durante l’introito della messa di Pasqua – veniva interpretato da quattro sacerdoti: tre per i personaggi delle Marie e uno per sostenere il ruolo dell’angelo.
Con il tempo i drammi liturgici divennero sempre più lunghi e complessi e vennero, dunque, separati dalle funzioni religiose perché neanche le chiese più grandi erano più in grado di ospitare la folla che si radunava intorno a questi spettacoli. Fu allora che il dramma si trasferì all’esterno, sui gradini dei sagrati delle chiese, anche se cominciarono ad insorgere dei dubbi da parte delle autorità ecclesiastiche per il forte impatto delle rappresentazioni sulla vita del popolo.
A partire dal XII secolo, accanto ai drammi liturgici, si affiancano – così – nuove strutture drammaturgiche: sono i Misteri, nuova forma teatrale che – assieme alla musica – viene espressa non più nella lingua ufficiale della Chiesa, il latino, bensì in lingua volgare. La testimonianza iconografica più importante, in questo senso, è la raffigurazione della cosiddetta Passione di Valenciennes: in questa rappresentazione convivono la casa della Madonna per l’Annunciazione, il Tempio della Presentazione, il Palazzo di Erode, il Paradiso e l’Inferno. Per realizzare ciò si provvedeva a una lunga sequela di costruzioni chiamate edicole – definite così per la loro forma tondeggiante – aperte in direzione dello sguardo dello spettatore.
Nel corso del Seicento e Settecento si sviluppa un’altra forma teatrale che dai precedenti sviluppi drammaturgici prende spunto: sono gli Oratori che vanno a sostituire progressivamente le monodie medievali e rinascimentali. Anche in questo caso, è la Passione di Cristo ad essere il tema più rappresentato. Di questo nuovo filone teatrale, emergono in particolare due sottocategorie: la prima vedeva l’impiego di testi tratti – con profondo rigore – dai Vangeli, accompagnati da arie o musiche; mentre la seconda sottocategoria attingeva sempre alle Sacre Scritture, ma queste erano solo uno spunto tematico per poi sviluppare la trama in modo originale e indipendente.
All’epoca della Riforma, tra diverse rappresentazioni sacre, possiamo ricordare in particolar modo una Passione messa in scena a Zurigo da Jakob Ruf, scrittore della Germania meridionale, che rimase fedele al testo biblico, rinunciando ad episodi a effetto. Dal 1570 circa, l’ortodossia calvinista criticò duramente lo sfarzo degli accessori scenici e l’esaltazione del Cristo sofferente, condannando la messinscena dei drammi biblici come un’eresia. Il divieto di rappresentazioni teatrali decretato a Ginevra nel 1617 e a Zurigo nel 1624 contribuì alla riduzione dell’attività teatrale nel XVII secolo.
Sul finire dell’Ottocento si assiste ad un vero e proprio recupero del sacro in teatro che, nel Novecento, troverà poi uno sviluppo inatteso. Autori come Strindberg, Claudel, Maeterlinck, Hofmannsthal ed Eliot si cimentano in testi dove la Sacra Scrittura trova nuovamente spazio: testi lontani dalle sacre rappresentazioni medievali, ovviamente, ma che testimoniano quanto il tema della fede sia importante per la letteratura.
Sacre rappresentazioni, drammi liturgici, misteri: una tradizione millenaria che nel nostro oggi sta trovando sempre maggiore rilevanza grazie ai molteplici festival teatrali dedicati al tema del sacro. Ma non solo: a queste rassegne si affiancano non pochi comuni italiani che, proprio durante la Settimana Santa, allestiscono piazze e strade per accogliere storiche rappresentazioni della Passione di Cristo.
di Antonio Tarallo
di Marilena Marino
L’uomo ha sempre avvertito il bisogno di socializzare e riunirsi in gruppi, non solo per motivi di sopravvivenza, ma anche allo scopo di celebrare il rito, il mito e la caccia, che sono stati individuati dagli antropologi teatrali quali luoghi di origine del teatro.
Dopo la caduta dell’Impero (476) gli spettacoli vengono proibiti dalla Chiesa. Il teatro scompare.
Verso l’anno 1000 si sviluppa il teatro sacro, che si svolge all’interno della Chiesa, durante la Settimana Santa per rappresentare la Passione. la sacra rappresentazione e forme analoghe di teatro si hanno in Francia, Spagna e Inghilterra.
Parallelamente, nelle corti feudali, si sviluppano intrattenimenti laici e forme di teatro popolare.
Il teatro religioso
I primi spettacoli teatrali mettevano in scena episodi tratti dalle Sacre Scritture. Si svolgevano per le strade, sul sagrato della chiesa, nella piazza ed erano finalizzati all’edificazione e all’istruzione dei fedeli. Per coinvolgere gli spettatori, la rappresentazione (jeu) utilizzava un linguaggio semplice e piano, che talvolta accoglieva espressioni popolari. La prima opera drammatica in volgare francese è l’anonimo Jeu d’Adam (circa 1150), tratto alquanto liberamente dall’episodio della Genesi.
Nel Medioevo l’Europa si trovò senza un vero e proprio centro culturale e politico e nessun autore ebbe la rilevanza degli antichi. Mentre il mondo classico si era distinto per i suoi prestigiosi centri di cultura come Atene, Roma e Bisanzio e grandi autori quali Euripide e Menandro, il mondo medioevale si caratterizzò per lo stato-nazione composto da una confederazione di comunità autonome. Gli autori furono spesso anonimi, ma non mancano interessanti figure di letterati, come Rosvita, una monaca tedesca del X secolo, le cui sei opere ci danno una visione unica del teatro di quel periodo.
Tale passaggio comportò una certa discontinuità nel mondo teatrale europeo. Il cristianesimo antico, infatti, mostrò un aperto dissenso nei confronti del teatro e lo condannò perché lo considerava fonte di oscenità e menzogne, come testimoniano i documenti pontifici diffusi durante il Medioevo. I chierici, per esempio, ebbero la proibizione di frequentare istrioni e giocolieri. L’attività teatrale, però, prosperava e non era possibile eliminarla, si doveva limitarla o assimilarla volgendo la situazione a proprio favore. Si decise allora di spostare il dramma dai luoghi deputati all’ippodromo dove gli spettacoli con animali e le competizioni sportive potevano essere completati con le recite dei mimi. Un altro provvedimento fu quello di non elargire più fondi statali a favore del teatro. Il processo di assimilazione ebbe più successo della limitazione e il cristianesimo si impose sul paganesimo: le feste pagane si tramutarono in feste cristiane, i templi diventarono chiese e i santuari pagani furono adibiti a cimiteri. Durante le funzioni religiose fu inserita la musica antifonaria e alcuni passi del Vangelo vennero messi in scena e commentati dal sacerdote.
Una forma particolare di dramma che si diffuse in Europa durante il Medioevo fu la sacra rappresentazione nella quale venivano raffigurate vicende a sfondo religioso, come l’Annunciazione o la Passione, e storie attinte dalla Bibbia. Il teatro medioevale si sviluppò progressivamente dalle chiese e accolse forme drammatiche differenti mescolate fra loro (cristiane e pagane), unite dal rituale proprio delle cerimonie liturgiche, effettuate sia in chiesa che nelle feste stagionali popolari in appropriati momenti del calendario. Le prime recite fatte all’interno delle chiese ben presto ebbero bisogno di uno spazio scenico più ampio per soddisfare l’esigenza di utilizzare scenografie multiple, dove si presentavano contemporaneamente più scene della vita di Cristo.
Si costruirono dei palcoscenici nei sagrati all’esterno delle chiese che diedero l’opportunità di mettere in scena anche rappresentazioni teatrali con tematiche profane e alcune recite furono fatte anche nelle piazze. Per dare maggiore spettacolarità alle rappresentazioni, ai palcoscenici furono aggiunti semplici ma efficaci trucchi scenici, ingranaggi e botole. Dopo il 1300 le confraternite si accollarono l’onere di organizzare gli spettacoli, aiutati dalle corporazioni che si preoccupavano di costruire e arredare le scene. In genere i palchi venivano costruiti con assi di legno, collocate in modo diverso, in circolo o in linea retta, a seconda della rappresentazione. Nonostante la rottura con la drammaturgia classica, la messa in scena dei drammi medioevali mostrò quanto il mondo medioevale fosse ancora legato al mondo romano. I papi romani presero il posto degli imperatori romani ma furono simili a loro in alcuni aspetti rilevanti: uso della lingua latina, controllo del territorio, conflittualità dei diversi gruppi in lotta per la conquista del potere. Accanto ai drammi biblici, nel Medioevo europeo furono rappresentati i drammi sacri sulla vita dei santi che presero il posto degli dei greco-romani: i miracoli o il martirio di un santo, inglese o francese che fosse, divennero popolari quanto i drammi biblici.
L’aspetto più interessante di queste rappresentazioni consisteva nella natura locale e particolare del culto del santo: i fedeli avvertivano la necessità di festeggiare il proprio santo patrono con rappresentazioni teatrali, orazioni e bancarelle di mercato; le chiese si trasformavano in luoghi di pellegrinaggio dove venivano esposte le reliquie dei santi; le associazioni artigiane dedicavano una cappella al proprio santo protettore; anche i re ricorsero ai santi nazionali, come fece Giorgio d’Inghilterra. Lo sviluppo del culto dei santi e delle attività teatrali che vennero messe in scena per farli conoscere e amare, contribuì a costruire l’identità di gruppo. Nel Medioevo le processioni ricoprirono un ruolo importante nella vita della città medioevale, come lo era stato per i cortei nei centri urbani nell’antichità, dove gli attori camminavano per le vie accompagnati da carri su cui venivano messi in scena momenti particolari della vita di Dioniso. Quando Cristo prese il posto di Dioniso, furono mostrate in processione scene attinte dalla Bibbia, che si trasformarono poi in rappresentazioni teatrali. Con il passare del tempo, il teatro si spostò nella città stessa e gli spettacoli furono recitati all’aperto nella stagione estiva, con la partecipazione dell’intera comunità, o al coperto nelle ricche abitazioni in inverno.
Le rappresentazioni teatrali fecero ancora parte di cerimonie religiose e la chiesa diede la propria disponibilità nei locali al chiuso per ospitare eventi comunitari di tutti i generi. Una figura caratteristica del Medioevo fu quella dei giullari, dei veri e propri performer capaci di trasformare corpo o viso a secondo dell’attività scenica: giocolieri, saltimbanchi, ballerini, acrobati, cantastorie e motteggiatori erano diffusi in tutta la zona neolatina. La loro figura, condannata dalla Chiesa, va ricollegata a quella del mimo o dell’istrione romano. Attori professionisti a tutti gli effetti, si guadagnavano da vivere intrattenendo il popolo nelle piazze o rallegrando gli invitati ad un banchetto o ad un festino. Le ragioni del crollo del teatro medioevale nelle diverse parti d’Europa furono complesse: più che di una mancanza d’interesse si trattò di una repressione crescente nelle nazioni cattoliche causata anche da fattori politici ed economici.
La passione di Cristo è uno dei temi più ricorrenti e affascinanti del teatro religioso e popolare. Si tratta di una forma di espressione artistica che ha origini antiche e che si è diffusa in diverse regioni d’Italia e del mondo, assumendo caratteristiche diverse a seconda dei contesti storici, culturali e geografici.
La passione di Cristo consiste nella rievocazione scenica degli ultimi giorni della vita terrena di Gesù, dalla sua entrata trionfale a Gerusalemme fino alla sua crocifissione, morte e resurrezione. Attraverso il linguaggio teatrale, si intende trasmettere il messaggio evangelico e suscitare emozioni e riflessioni nel pubblico.
Tra le rappresentazioni più famose e antiche della passione di Cristo in Italia, possiamo citare quella di Sordevolo (BI), che si svolge ogni cinque anni dal 1815, quella di Cantiano (PU), che risale al secolo di San Francesco, e quella ispirata ai dipinti del Caravaggio, che mette in evidenza la forza e la fragilità del corpo di Cristo.
Queste rappresentazioni coinvolgono centinaia di attori non professionisti, che si preparano con dedizione e impegno per mesi o addirittura anni. Le scenografie sono spesso imponenti e realistiche, ricostruendo i luoghi della Gerusalemme dell’anno 33 d.C., come il palazzo di Erode, il Sinedrio, il Pretorio di Pilato, il Giardino del Getsemani, il Cenacolo e il Monte Calvario.
Le rappresentazioni della passione di Cristo sono spettacoli corali che coinvolgono tutta la comunità locale, sia come attori sia come spettatori. Si tratta di un’esperienza culturale e spirituale che unisce fede e arte, tradizione e innovazione. Ogni edizione è unica e irripetibile, capace di emozionare ed educare le generazioni presenti e future.
La parola Rosario significa “Corona di Rose”. La Madonna ha rivelato che ogni volta che si dice un’Ave Maria è come se si donasse a Lei una bella rosa e che con ogni Rosario completo Le si dona una corona di rose.
Il Rosario è una lunga catena che lega il cielo alla terra… con il Rosario si può ottenere tutto. (SantaTeresa di Lisieux)
Marilena cantaNiente ti turbi
Terzo mistero della gioia: Gesù, il figlio di Dio, nasce dalla Vergine Maria.
Spazio Riflessioni
Dal Vangelo secondo Luca (2,1.4a.6-7)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per [Maria] i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
Grazie ai misteri contenuti nella recita, alle Litanie e ai versetti della Sacra Scrittura, l’autrice ha voluto dedicare al Rosario Mariano un ‘ispirazione, desiderando gettare, nel profondo, uno sguardo su questa antica devozione che tutti gli anni, nel mese di Maggio, coinvolge puntualmente la sensibilità popolare. Si è chiesta molte volte come fare per incastonare nella storia umana questa amatissima perla della tradizione, voleva cercare un modo perchè la splendida preghiera che tutti amano moltissimo non rimanesse solo un’ancora sospesa nel cielo, ma che potesse maggiormente attraccare anche alla terra!
“Gettare una luce sul sentiero della ricerca interiore che ci porti a Cristo e si rifletta anche nel tempo della nostra vita”..
“Formulando questo pensiero e seguendo il suo filo conduttore per arrivare, alla fine, alla soluzione-racconta l’autrice-piano piano ho delineato un percorso.. poi tutto, a un certo punto, è apparso chiaro, facile da intraprendere e persino incoraggiante.
Recitando il rosario, facendolo entrare nella mia realtà , mi sono accorta che ogni mistero di questa bellissima recita poteva riflettersi anche nelle mie comuni attitudini di vita…quella formula ritmata più volte non sembrava più ripetitiva, routinaria, anzi.. snocciolava mille riflessioni, punti di domanda, suggeriva in crescendo anche uno stimolo costruttivo e affascinante di vita.
Stava diventando quasi un itinerario, un iter da seguire come una strada con tanti cartelli stradali…
Ogni passo del Vangelo, ogni versetto della Parola che si appoggiava alla meditazione, recava in se un germe di vita potente, un mistero da svelare, un seme a volte anche un po’ nascosto, certe volte, che chiedeva prima di essere interiorizzato, poi sviluppato e infine donato anche agli altri!
Di questo passo, mi son detta, la vita vissuta alla luce della Parola di Dio può trovare una collocazione anche nella concretezza della storia e il Rosario con i suoi misteri rientra in questa attualizzazione che è l’esperienza concreta della vita
Ecco quello che cercavo, la sapienza divina trasferita nelle molteplici azioni di tutti i giorni che mi permettesse di capire i misteri del rosario non solo in modo intellettivo ma col cuore e in modo semplice, esperienziale e diretto!
Spirituale e pratico assieme!
Era possibile, dunque, ricercare, applicare e arrivare a questo traguardo.. altrimenti la preghiera mi sarebbe servita, certo, ad elevare il cuore a Dio, a cercare Maria, invocarla, ma quanto sarebbe durato l’effetto, la costanza del pregare sempre e incessantemente? E se, poi, il fuoco, lo zelo, si sarebbero affievoliti.. se pregare non raggiungeva anche la mia vita, non la trasformava più di tanto…che fare?
Avvalersi di strumenti di conoscenza antichi e nuovi, fondere tradizione, fedeltà al magistero e al tempo stesso liberare la vena artistica mescolandola alla componente umana, nel mio caso femminile…volevo percorrere questa strada, far risuonare quest’armonia dentro di me, farla ascoltare fuori, cercare e unire il vecchio e il nuovo, proprio come nel Vangelo si dice a proposito di quel padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.
Bisognerebbe, anche, mi ripetevo spesso, fare più silenzio, lasciar molte più pause di riflessione dopo l’enunciazione di ogni mistero per riflettere e consentire al Signore, proprio in questo lasso di tempo, di portarci a Maria, lei che conosce il vino nuovo delle nozze di Cana, che sa parlarci della nuova primavera dello Spirito, che cerca, come il Figlio, adoratori di spirito e verità, lei che permette anche a noi, al nostro cuore, l’accesso a un rinnovato modo di pensare, agire, ascoltare,
Maria che resta la fedele umile ancella del Signore.
Tutti cerchiamo in mille modi di recitare il rosario…in tutti i tempi la storia di questa antichissima devozione ci è stata tramandata nelle più svariate forme…chi non conosce il rosario….lo si recita sempre, non solo a Maggio, in ogni ora e in ogni mese per chi lo vuole….ma se dovessi chiedermi veramente cosa sia esso per me, risponderei, anche, che corrisponde all’invito accorato di Dio e della Madonna a fermarmi, a sospendere tutti gli impegni, anche solo per un po’ per rientrare in me stessa, per chiedermi chi sono, dove vado, cosa cerco.. come se mi sussurrassero…vuoi lasciarti seriamente attraversare da quel potente fascio di luce che ti ferisce il cuore sì o no? .. Ogni grano della coroncina, scommetto che, mentre lo scorri tra le dita, vorresti ti parlasse, ti suggerisse un po’ la formula di come vivere, e magari ti desse persino la soluzione per ogni tuo problema, come la lampada di aladino, più o meno.. o quasi.. anche nella quotidianità…perche’ no…e non hai del tutto torto, anzi…molte volte non sai come fare se hai un problema, se c’è una necessità, è vero, c’è Maria che scioglie i nodi…poi la preghiera smuove le montagne, certo, domanda, chiede, ottiene...è vero anche che dal chiedere incessantemente, senza stancarsi mai, ne deriva una certa sapienza se insisti.. vivere ogni giorno con fede il quotidiano, questa è la cosa più difficile da realizzare..
Scommetto che questa dolce catena che ti rannoda come un vincolo d’amore nei momenti d’intimità col Signore, vorremmo fosse eterna e ci avvincesse anche tutti i giorni, tutti i momenti della vita, anche quando, dopo aver finito di pregare, usciamo fuori dal nostro spazio riservato e intimo e ci immergiamo nei mille problemi della vita …vogliamo sentire piu’ vicini i passi di Maria che si mette alla nostra ricerca, sempre…guidandoci verso suo figlio.. come possiamo, allora, colmare queste distanze per non sentirli lontani? Che linguaggio useremo nel rosario, quale dono delle lingue?
Entrare a pieno nel mistero di Maria e di Dio sarà sempre difficile se non impossibile, sicuramente, ma possiamo pur sempre con spirito di desiderio tentare di avvicinarci all’incontro tra Gesù e l’uomo pellegrino grazie alla preghiera del rosario che accomuna tutti nella continua ricerca del cielo mentre siamo ancora su questa terra. Invochiamo Maria che ci indichi la via e ricordiamo che il Rosario raggiungerà il suo effetto, se, pregato e incarnato, riuscirà a sviluppare in noi tutta la vita del Cristo, dal suo concepimento, alla sua missione definitiva.
CHARITAS CHRISTI URGET NOS!
Marilena Marino Vocedivina,it “Gridatelo dai tetti..”
Papa Giovanni Paolo II nella Lettera Ap. “Rosarium Virginis Mariae” definisce così il Rosario: «Il Rosario è contemplare con Maria il volto di Cristo, per conformarsi sempre più a lui» (RVM 3 e 15).
Il nostro momento di preghiera della recita del Rosario vuole rendere evidente questa dimensione contemplativa, come ci suggerisce il Papa (cf. RVM 26-38), accompagnando l’enunciazione di ogni mistero con un brano della Parola di Dio corrispondente, seguita da un pensiero meditativo e da una pausa di silenzio. Particolare importanza e significato dovrà avere la recita del Padre nostro, perché dal Padre parte ogni dono di grazia. Le 10 Ave Maria poi dovranno avere un ritmo tranquillo per favorire la meditazione ed il Gloria dovrà costituire come il culmine della contemplazione e della lode. Ogni mistero si concluderà con una preghiera, volta ad invocare frutti specifici per la vita quotidiana.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
– O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria…
– Gesù, perdona le nostre colpe. Preservaci dal fuoco dell’inferno. Porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.
– O Maria, Madre di misericordia, prega per noi!
– O Sangue ed Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!
(Segue: l’enunciazione del mistero, una pausa di silenzio, 1 Padre nostro, 10 Ave Maria, 1 Gloria, l’invocazione “Gesù, perdona…”, la preghiera conclusiva. Alla fine del Rosario, si aggiunge la Salve Regina, le Litanie alla Madonna, un Padre, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Papa e un Eterno riposo per le anime del Purgatorio.
MISTERI DELLA GIOIA (Lunedì e Sabato)
Ricordare Cristo con Maria!
“Meditare i misteri «gaudiosi» significa entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della gioia cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mi-stero dell’ Incarnazione e sull’oscuro preannuncio del mistero del dolore salvifico. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il Cristianesimo è innanzitutto evanghelion, «buona notizia», che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cri-sto, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo” (RVM 20).
Primo mistero:
L’Annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine
“L’angelo Gabriele entrò da Maria e le disse: «Ti saluto, o piena di grazia. Il Signore è con te… Darai alla luce un Figlio, che chiamerai Gesù…». Maria rispose: “Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua Parola” – (Lc 1, 28-38).
“A questo annuncio approda tutta la storia della salvezza, anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo, che in qualche modo è raggiunto dal divino favore con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio” (RVM 20).
PREGHIAMO.
Vergine santa, aiutaci ad accogliere la Parola di Dio come te, con fede e disponibilità.
Pater, 10 Ave Maria, Gloria al Padre e “Gesù mio…“
Secondo mistero:
La visita di Maria alla cugina Elisabetta
“In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta” (Lc 1, s9-40).
“All’insegna dell’esultanza è la scena dell’incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno ‘sussultare di gioia Giovanni (cf. Le 1, 44)” (RVM 20).
PREGHIAMO.
Vergine benedetta, ottienici di portare Cristo ai fratelli, attraverso la testimonianza della nostra fede e della nostra carità.
Pater, 10 Ave Maria, Gloria al Padre e “Gesù mio…”
Terzo mistero:
La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme
“Ora, mentre essi si trovavano là, giunse per lei il tempo di partorire. Ed essa partorì il suo Figlio primogenito. L’avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non vi era posto nell’albergo” (Lc 2,6-7).
“Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli angeli e an-nunciata ai pastori proprio come ‘una grande gioia’ (Lc 2,10)” (RVM 20).
PREGHIAMO.
Vergine purissima, ottienici un cuore capace di accogliere, noi pure, il Cristo, nostra unica “via, verità e vita”(Gv 14, 6).
Pater, 10 Ave Maria, Gloria al Padre e “Gesù mio…”
Quarto mistero:
La presentazione di Gesù al Tempio
“Quando furono giunti i giorni della purificazione, secondo la Legge, lo portarono a Gerusalemme per offrirlo al Signore” (Lc 2, 22).
“La presentazione al Tempio mentre esprime la gioia della consacrazione e immerge nell’estasi il vecchio Simeone, registra anche la profezia del ‘segno di contraddizione’ che il Bimbo sarà per Israele e della spada che trafiggerà l’anima della Madre (cf. Lc 2, a4-3s)” (RVM 20).
PREGHIAMO.
Vergine misericordiosa, aiutaci a caricarci, come te e come Gesù, delle gioie e delle sofferenze degli altri.
Pater, 10 Ave Maria, Gloria al Padre e “Gesù mio…”
Quinto mistero:
Il ritrovamento di Gesù nel Tempio
“E quando Egli ebbe dodici anni […] mentre essi se ne ritornavano a casa, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme. […] Lo ritrovarono dopo tre giorni mentre disputava nel Tempio con i dottori” (Lc 2, 42- 46).
“Gesù qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta ed interroga […]. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica, che pone in crisi anche i legami più cari dell’uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno” (RVM 20).
PREGHIAMO.
Vergine fedele, aiutaci a mettere le cose di Dio al di sopra di tutto; e dona a coloro che cercano Cristo, di trovarlo nella sua Parola e nei suoi Sacramenti.
Pater, 10 Ave Maria, Gloria al Padre e “Gesù mio…” Salve Regina…
Idea Progettazione a cura di Marilena Marino Vocedivina.it
Per l’Anno accademico 2023-2024 l’Università Pontificia offre un nuovo corso di studi presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa, dedicato a ‘Storia e Arte dei Giubilei’
La Pontificia Università Gregoriana intende contribuire alla preparazione del prossimo Giubileo ordinario 2025 con il nuovo Diploma in Storia e Arte dei Giubilei, percorso annuale che sarà attivo a partire dall’Anno accademico 2023-2024 presso la Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa. “Le risorse della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa ci forniscono strumenti unici per contribuire a questo importante momento della vita della Chiesa – spiega il Rettore, padre Mark Lewis – e la Chiesa di Roma è depositaria di un tesoro storico-artistico unico, destinato ad attirare le persone per una riflessione sempre più profonda sulla loro fede attraverso l’esperienza della bellezza”.
Un percorso formativo per conoscere Roma
Il Diploma in Storia e Arte dei Giubilei è rivolto a coloro che desiderano ricevere una formazione adeguata sulle tematiche legate agli aspetti storici, artistici e religiosi del giubileo e a quanti saranno impegnati ad accogliere e guidare i pellegrini che giungeranno a Roma in occasione dell’Anno Santo 2025. Si tratta di un percorso formativo dedicato alla conoscenza di Roma, sede del Successore di Pietro, come meta del pellegrinaggio: dalla visita alla tomba di san Pietro e alle tombe dei martiri, sino ad arrivare all’istituzione del Giubileo del 1300, evento universale che convoca, dal medioevo sino ad oggi, fedeli da ogni parte del mondo cristiano.
I fondamenti del Giubileo
Il Diploma in Storia e Arte dei Giubilei gode del patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per le questioni fondamentali per l’evangelizzazione nel mondo) e della Fabbrica di San Pietro in Vaticano ed è inoltre riconosciuto come titolo di accreditamento ai fini dell’abilitazione al servizio di guida nella Basilica Papale di San Pietro, secondo le modalità previste dalla Fabbrica di San Pietro. “Gli studenti, dopo essere stati introdotti ai fondamenti teologici e spirituali del Giubileo, affronteranno la storia degli Anni Santi, con particolare attenzione all’importanza dell’Urbe come meta di pellegrinaggio fin dai primi secoli della cristianità”, illustra il professor Ottavio Bucarelli, moderatore del Diploma. “Sarà approfondito il tema delle committenze papali in occasione degli eventi giubilari, che interessarono principalmente la città di Roma: realizzazioni ex novo, restauri, abbellimenti, cura del decoro urbano e infrastrutture, realizzazione di opere caritative. Saranno trattati gli aspetti devozionali e le pratiche religiose connessi al giubileo”.
Il Laboratorio “Sacra loca circuire”
Oltre alle lezioni frontali in aula, il Diploma comprenderà visite didattiche a monumenti e siti della Roma cristiana. Il percorso annuale troverà il suo completamento nel Laboratorio “Sacra loca circuire”, dove si daranno gli strumenti e saranno indicate le modalità per svolgere correttamente una visita in un luogo di culto o a valenza religiosa, sapendo coniugare i temi della fede, del culto e della devozione con quelli storico artistici e architettonici.
Giubileo 2025: mons. Fisichella, “attesi a Roma 32 milioni di pellegrini”
9 Maggio 2023M.Michela Nicolais
Presentati in Vaticano gli obiettivi raggiunti e i progetti in cantiere per il prossimo Giubileo. Mons. Fisichella: “Iniziati rapporti con il Governo, la Regione e il Comune. A luglio inizieranno i cantieri. Fiduciosa certezza che i lavori più grandi saranno conclusi per l’8 dicembre del 2024”. Diffuso il calendario dei grandi eventi.
“Sono iniziati i rapporti con il Governo Italiano, con la Regione Lazio e il Comune di Roma”. Lo ha detto mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione del mondo, presentando in sala stampa vaticana le iniziative in cantiere per il Giubileo ordinario del 2025. “Le previsioni sono quelle che abbiamo condiviso con il governo italiano”, ha affermato Fisichella confermando, rispondendo alle domande dei giornalisti, la cifra di 32 milioni di pellegrini, stimata per l’afflusso al prossimo grande evento che coinvolgerà la città di Roma. “Da come ho letto anche io su alcune testate – ha confermato inoltre Fisichella – è vero che
a luglio inizieranno i cantieri, soprattutto quelli più immediati, che per quanto ci riguarda sono i grandi lavori di Piazza Pia, dove sarà creato un sottovia che si collegherà con quello già esistente, in modo da consentire che il tratto da Castel Sant’Angelo a tutta via della Conciliazione sarà pedonalizzato, eccetto via Traspontina ma solo per l’accesso all’ospedale di Santo Spirito e le emergenze. Così per San Giovanni in Laterano, e stiamo verificando anche per piazza Risorgimento. Per alcuni cantieri sono previsti lavori 24 ore su 24. Abbiamo la fiduciosa certezza che l’8 dicembre del 2024 i lavori più grandi siano conclusi”.
In preparazione all’anno giubilare, oltre agli appuntamenti spirituali sono in programma eventi culturali di rilievo, a partire dalla mostra, visitabile dal 1° settembre all’8 ottobre 2023 nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, con opere del grande artista rinascimentale spagnolo, El Greco: opere “che non hanno mai lasciato la Spagna e che sono messe a disposizione proprio per questa circostanza, quasi a dare l’inizio ufficiale alle iniziative culturali”. Nella mostra si potrà ammirare un trittico teologico, costituito dai tre capolavori di El Greco, come Il Battesimo, Il Cristo abbracciato alla Croce e Il Salvatore Benedicente. Durante la conferenza stampa odierna è stato diffuso il calendario dei grandi eventi giubilari ed annunciato il nome del vincitore del Concorso internazionale per l’Inno ufficiale del Giubileo: si tratta del Maestro Francesco Mereghello, di Mantova. Il testo dell’inno, di cui la Cappella Sistina ha già effettuato una prima registrazione, è mons. Pierangelo Sequeri.
“Una finestra sul Giubileo agile e facilmente utilizzabile da tutti, ragazzi, giovani e adulti”.
Così mons. Graham Bell, sottosegretario del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha definito il sito del Giubileo che sarà attivo al pubblico da domani, in nove lingue, e ospita nella home page della versione italiana un video di presentazione preparato da Rai Vaticano. A partire da settembre, cliccando sul pulsante “Partecipa” sarà già possibile iscriversi agli eventi e al pellegrinaggio verso la Porta Santa. “Fino a quando non sarà attiva la piattaforma d’iscrizione nella home si troverà il video di presentazione”, ha precisato mons. Bell a proposito del motto dell’anno giubilare ordinario, “Pellegrini di speranza”. Scorrendo in basso si trovano le informazioni sulla Porta Santa di San Pietro e le altre Basiliche, come pure i segni del Giubileo e tutte le notizie in corso di aggiornamento quotidiano. Accanto alle notizie, la sezione con gli eventi, dove saranno messe sempre in evidenza le iniziative più immediate in modo da rendere il servizio sempre attuale. Tornando al menù in alto, si trovano le ultime notizie sulla fase preparatoria del Giubileo, con i lavori delle Commissioni e la possibilità di consultare i nomi dei delegati del Giubileo per le diocesi d’Italia e le Conferenze episcopali internazionali. Viene offerta anche la possibilità di organizzare il proprio pellegrinaggio all’interno della città, con tre pellegrinaggi proposti: quello tradizionale di San Filippo Neri con le Sette chiese; il pellegrinaggio sulle chiese dedicate alle Donne dottori della Chiesa e patrone d’Europa; l’Iter Europaeum, cioè le 28 Chiese che richiamano a 27 Paesi europei, più la chiesa che intende rappresentare l’Unione europea. Da settembre sarà attiva l’Area del pellegrino, la pagina personale a cui si accede dopo aver effettuato l’iscrizione. All’atto dell’iscrizione, il pellegrino, dopo aver inserito i dati richiesti, riceverà la “Carta del pellegrino”, in versione digitale, con un Qr code personale necessario per avere accesso agli eventi giubilari e per organizzare il pellegrinaggio verso la Porta Santa. Con una piccola offerta, inoltre, il pellegrino potrà acquistare la Carta del pellegrino che offrirà alcuni servizi, permettendo di usufruire di particolari sconti per il periodo del pellegrinaggio. Da settembre saranno ufficialmente attive e disponibili anche le pagine social e la nuova App del Giubileo 2025, iubilaeum2025.va, che consentirà al pellegrino una più rapida acquisizione delle informazioni sul Giubileo, faciliterà il procedimento dell’iscrizione e renderà più veloce l’organizzazione dei pellegrinaggi interni alla città. A partire dal prossimo primo giugno, intanto, nei locali di via della Conciliazione 7, sarà inaugurato il Centro Pellegrini – Info Point, aperto a quanti desiderano essere informati sull’Anno giubilare, le modalità di partecipazione, come pure avere notizie su come diventare volontari o organizzare il proprio pellegrinaggio. Giornalisti, artisti, malati, detenuti, giovani, volontari. Sono alcuni destinatari dei grandi eventi giubilari, contenuti nel primo calendario dell’evento che si snoderà lungo tutto il 2025, dall’apertura della Porta Santa, a dicembre 2024, fino alla sua chiusura, nello stesso mese dell’anno successivo. Si comincia il 24 gennaio del 2025, con il mondo della comunicazione, per finire a novembre, dal 21 al 23, con l’appuntamento rivolto ai Cori e alle Corali.
“Pellegrini di Speranza” è il motto dell’Anno Santo. Il logo rappresenta quattro figure stilizzate, una abbracciata all’altra, per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra. Il progetto finale è stata scelto fra 294 proposte
Quattro figure stilizzate che indicano l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra, una abbracciata all’altra per indicare la solidarietà e fratellanza che deve accomunare i popoli. Il motto è “Pellegrini di Speranza”, presente anche in latino (Peregrinantes in Spem) e in altre 12 lingue. Il logo del Giubileo 2025 è stato svelato presso la Sala Regia del Palazzo Apostolico vaticano. E’ stato scelto con un concorso internazionale al quale hanno preso parte 294 proposte da 213 città e da 48 Paesi diversi. La fascia d’età dei partecipanti è stata dai 6 agli 83 anni, con molti disegni fatti a mano da bambini. La scelta finale è stata di Papa Francesco, che ha scelto fra i tre progetti giudicati più meritevoli dopo una selezione della Commissione giudicante composta da iconografi, grafici, esperti d’arte, di brand, architetti e alcuni parroci. “Nell’Udienza a me concessa lo scorso 11 giugno – ha detto l’arcivescovo Rino Fisichella – ho sottoposto a Papa Francesco i tre progetti finali perché scegliesse quello che maggiormente lo colpiva. La scelta non è stata facile neppure per lui: dopo avere più volte osservato i progetti ed espresso il suo compiacimento, la scelta è caduta sulla proposta di Giacomo Travisani”.
“Ogni Anno Santo nella storia della Chiesa assume il suo pieno significato quando è inserito nel contesto storico che l’umanità vive e soprattutto quando riesce a leggere i segni delle ansie e angosce unite alle aspettative che le persone percepiscono. La fragilità sperimentata in questi ultimi anni, insieme alla paura della violenza delle guerre, non fa che rendere paradossale la condizione umana: da una parte sente forte la potenza della tecnica che determina le giornate in maniera preponderante; dall’altra si ritrova spesso incerta e confusa sul proprio futuro. È da qui che è sorta immediata l’urgenza di vivere il prossimo Giubileo alla luce della speranza”, ha osservato. “Pellegrini di speranza” è “il motto scelto per l’occasione per esprimere l’esigenza di dare senso al presente perché possa essere propedeutico per una spinta reale verso il futuro così da recepire e dare risposta alle diverse sfide che di volta involta si pongono”.
“Se in uno stadio, in una notte buia, una persona accende una luce, si intravvede appena, ma se gli oltre settantamila spettatori accendono ciascuno la propria luce, lo stadio si illumina. Facciamo che la nostra vita sia una luce di Cristo; insieme porteremo la luce del Vangelo all’intera realtà.”
Dal libro: EVANGELII GAUDIUM. ESORTAZIONE APOSTOLICA
Citazioni per incoraggiare all’annuncio evangelico
“Un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale!” PAPA FRANCESCO
Spesso ci accontentiamo di qualche preghiera, di una Messa domenicale distratta e non costante, di qualche gesto di carità, ma non abbiamo questo coraggio di “uscire” per portare Cristo. (Catechesi del Santo Padre in occasione dell’Udienza Generale, 27/03/2013 PAPA FRANCESCO)
“Lo Spirito Santo ci insegna, ci ricorda, e ci fa parlare, con Dio e con gli uomini. Non ci sono cristiani muti, muti di anima.” (Omelia del Santo Padre nella Cappella Papale nella Solennità di Pentecoste, 08/06/2014) PAPA FRANCESCO
“Quando una persona conosce veramente GesùCristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se questa persona incontra incomprensioni o avversità, si comporta come Gesù nella sua Passione: risponde con l’amore e con la forza della verità.”
(Discorso pronunciato prima della recita del Regina Caeli, 14/04/2013) PAPA FRANCESCO
“Se in uno stadio, in una notte buia, una persona accende una luce, si intravvede appena, ma se gli oltre settantamila spettatori accendono ciascuno la propria luce, lo stadio si illumina. Facciamo che la nostra vita sia una luce di Cristo; insieme porteremo la luce del Vangelo all’intera realtà.”
(Catechesi del Santo Padre in occasione dell’Udienza Generale, 12/06/2013)PAPA FRANCESCO
Uscite nelle strade a evangelizzare, annunciando il Vangelo. Ricordate che la Chiesa è nata “in uscita”, quella mattina di Pentecoste. Avvicinatevi ai poveri e toccate nella loro carne la carne ferita di Gesù. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, con libertà.
Incontro con i partecipanti al Raduno promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo allo Stadio Olimpico di Roma, 01/06/2014PAPA FRANCESCO
“Camminare è aprire frontiere, uscire, aprire porte e cercare strade. Camminare… Non stare seduti; non installarsi, nel cattivo senso della parola. E’ vero, c’è bisogno di organizzare cose, ci sono lavori che esigono di stare tranquilli, però con l’anima, con il cuore e la testa camminare e cercare.”
Discorso del Santo Padre in occasione dell’Udienza ai partecipanti al Capitolo Generale dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria (Clarettiani), 11/09/2015 PAPA FRANCESCO
“E’ lo Spirito che ci fa fare la strada della memoria vivente della Chiesa. E questo chiede da noi una risposta: più la nostra risposta è generosa, più le parole di Gesù diventano in noi vita, diventano atteggiamenti, scelte, gesti, testimonianza. In sostanza lo Spirito ci ricorda il comandamento dell’amore, e ci chiama a viverlo.”
Omelia del Santo Padre nella Cappella Papale nella Solennità di Pentecoste, 08/06/2014PAPA FRANCESCO.
“Seminiamo e diamo testimonianza. La testimonianza è l’inizio di un’evangelizzazione che tocca il cuore e lo trasforma. “Le parole senza testimonianza non vanno, non servono! La testimonianza è quella che porta e dà validità alla parola”.
“Discorso del Santo Padre durante l’Udienza ai partecipanti all’Incontro internazionale “Il progetto pastorale di Evangelii gaudium”, 19/09/2014PAPA FRANCESCO
“La missione evangelizzatrice della Chiesa è essenzialmente annuncio dell’amore, della misericordia e del perdono di Dio, rivelati agli uomini mediante la vita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo.”
Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa di ringraziamento per la canonizzazione equipollente dei santi canadesi Francesco de Laval e Maria dell’Incarnazione Guyart Martin, 12/10/2014 PAPA FRANCESCO
“Il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano.” PAPA FRANCESCO
“La missione di sempre: portare GesùCristo all’uomo e condurre l’uomo all’incontro con GesùCristoVia, Verità e Vita, realmente presente nella Chiesa e contemporaneo in ogni uomo.
”Discorso del Santo Padre durante l’Udienza al Collegio Cardinalizio, 15/03/2013 PAPA FRANCESCO
“La fede nasce dall’ascolto, e si rafforza nell’annuncio.”
Omelia del Santo Padre nella Santa Messa celebrata nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, 14/04/2013 PAPA FRANCESCO
“Noi tutti siamo semplici, ma importanti strumenti [di evangelizzazione]; abbiamo ricevuto il dono della fede non per tenerla nascosta, ma per diffonderla, perché possa illuminare il cammino di tanti fratelli.”
Discorso del Santo Padre durante l’Udienza ai partecipanti all’Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie, 17/05/2013 PAPA FRANCESCO
“Evangelizzare, annunciare Gesù, ci dà gioia; invece, l’egoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù; evangelizzare ci porta su.”
Catechesi del Santo Padre in occasione dell’Udienza Generale, 22/05/2013 PAPA FRANCESCO
“Siate uomini di frontiera, con quella capacità che viene da Dio. Ma non cadete nella tentazione di addomesticare le frontiere: si deve andare verso le frontiere e non portare le frontiere a casa per verniciarle un po’ e addomesticarle.”
Discorso del Santo Padre durante l’Udienza alla Comunità degli Scrittori de “La Civiltà Cattolica”, 14/06/2013 PAPA FRANCESCO.
“Una Chiesa che si chiude in se stessa e nel passato, una Chiesa che guarda soltanto le piccole regole di abitudini, di atteggiamenti, è una Chiesa che tradisce la propria identità. […] La Chiesa è apostolica perché preghiamo e perché annunciamo il Vangelo con la nostra vita e con le nostre parole.”
Catechesi del Santo Padre in occasione dell’Udienza Generale, 16/10/2013 PAPA FRANCESCO
“L’evangelizzazione, nel nostro tempo, sarà possibile soltanto per contagio di gioia.”
Messaggio del Santo Padre per la XXIX Giornata Mondiale della Gioventù del 13 Aprile 2014, 06/02/2014 PAPA FRANCESCO
“La Chiesa ha bisogno del vostro coraggio, per annunciare il Vangelo in ogni occasione opportuna e non opportuna, e per dare testimonianza alla verità. ”
Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 19 nuovi Cardinali, 22/02/2014 PAPA FRANCESCO
“Non lesinate sforzi per aprire nuove vie al Vangelo, che raggiungano il cuore di tutti, affinché le persone scoprano quello che già alberga nel loro intimo: Cristo come amico e fratello.”
Discorso del Santo Padre in occasione della visita “Ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale di Spagna, 03/03/2014 PAPA FRANCESCO
“Non fermarsi: andare! Andare per le strade delle vostre città e dei vostri Paesi, e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata: si può vivere da fratelli, portando dentro una speranza che non delude.”
Discorso del Santo Padre in occasione dell’Udienza all’Azione Cattolica Italiana, 03/05/2014 PAPA FRANCESCO
“Non perdete mai lo slancio di camminare per le strade del mondo, la consapevolezza che camminare, andare anche con passo incerto o zoppicando, è sempre meglio che stare fermi, chiusi nelle proprie domande o nelle proprie sicurezze.
”Discorso del Santo Padre in occasione dell’Udienza ai Partecipanti all’Incontro promosso dalla Conferenza Italiana degli Istituti Secolari, 10/05/2014 PAPA FRANCESCO.
“Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! Vi invito ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed alimentare un amore in grado di illuminare la vostra vocazione e missione. Vi esorto a fare memoria, come in un pellegrinaggio interiore, del “primo amore” con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il cuore di ciascuno”
“Qualunque ambiente, anche il più lontano e impraticabile, può diventare luogo dove far fruttificare i talenti. Non ci sono situazioni o luoghi preclusi alla presenza e alla testimonianza cristiana. La testimonianza che Gesù ci chiede non è chiusa, è aperta, dipende da noi.”
Discorso pronunciato dal Papa durante l’Angelus in Piazza San Pietro, 16/11/2014 PAPA FRANCESCO
“La missione di annunciare Cristo risorto non è un compito individuale: è da vivere in modo comunitario, con il collegio apostolico e con la comunità.
”Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa per la Canonizzazione di 4 Beate, 17/05/2015 PAPA FRANCESCO
La testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri! Cari fratelli, insegnate la preghiera pregando; annunciate la fede credendo; date testimonianza vivendo!”
Omelia del Santo Padre in occasione della Celebrazione Eucaristica nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, 29/06/2015 PAPA FRANCESCO
Dal libro: APRITE LA MENTE AL VOSTRO CUORE“Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare e insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella Santa Messa che è il memoriale della sua morte e della sua gloriosa resurrezione” PAPA FRANCESCO
“Portare il Vangelo è portare la forza di Dio per sradicare e demolire il male e la violenza; per distruggere e abbattere le barriere dell’egoismo, dell’intolleranza e dell’odio; per edificare un mondo nuovo.”
Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa per la chiusura della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, 28/07/2013 PAPA FRANCESCO
“A chi è cristiano compete sempre questa testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Vi incoraggio a farlo sempre con lo stile della vicinanza, della prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata.”
Discorso del Santo Padre in occasione dell’Udienza al Movimento per la Vita italiano, 11/04/2014 PAPA FRANCESCO
“Non abbiate paura della gioia! Quella gioia che ci dà il Signore quando lo lasciamo entrare nella nostra vita, lasciamo che Lui entri nella nostra vita e ci inviti ad andare fuori noi alle periferie della vita e annunciare il Vangelo. Non abbiate paura della gioia. Gioia e coraggio!”
Discorso pronunciato dal Papa durante l’Angelus in Piazza San Pietro, 07/07/2013 PAPA FRANCESCO
“Essere Chiesa non significa gestire, ma uscire, essere missionari, portare agli uomini la luce della fede e la gioia del Vangelo.”
Discorso del Santo Padre in occasione della visita “Ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale dell’Austria, 30/01/2014 PAPA FRANCESCO.
“Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la memoria di ciò che nel Cenacolo è accaduto; lo Spirito Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso.”
Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa con gli Ordinari di Terra Santa al Cenacolo (Terra Santa), 26/05/2014 PAPA FRANCESCO
“Segno evidente della cattolicità della Chiesa è che essa parla tutte le lingue. E questo non è altro che l’effetto della Pentecoste: è lo Spirito Santo, infatti, che ha messo in grado gli Apostoli e la Chiesa intera di far risuonare a tutti, fino ai confini della terra, la Bella Notizia della salvezza e dell’amore di Dio.”
Catechesi del Santo Padre in occasione dell’Udienza Generale, 17/09/2014PAPA FRANCESCO
“Tutti noi battezzati, figli della Chiesa, siamo chiamati ad accogliere sempre nuovamente la presenza di Dio in mezzo a noi e ad aiutare gli altri a scoprirla, o a riscoprirla qualora l’avessero dimenticata. Si tratta di una missione bellissima, simile a quella di Giovanni Battista: orientare la gente a Cristo – non a noi stessi”!
Discorso pronunciato dal Papa durante l’Angelus in Piazza San Pietro, 14/12/2014 PAPA FRANCESCO.
“Attraverso il nostro Battesimo, siamo chiamati ad essere evangelizzatori e a testimoniare la buona novella di Gesù ovunque ci troviamo. Ma siamo chiamati anche ad andare oltre, ad essere una comunità evangelizzatrice, anche se questo può voler semplicemente dire aprire le porte delle nostre case e far entrare i nostri vicini.”Discorso del Santo Padre in occasione della Visita “ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale del Giappone, 20/03/2015 PAPA FRANCESCO.
“La pace sia con voi”. Sono le parole con le quali Gesù risorto salutò i suoi discepoli quando apparve in mezzo a loro nel Cenacolo, la sera di Pasqua. È Lui, il Signore, nostra forza e nostra speranza, che ci dona la sua pace, perché la accogliamo nel nostro cuore e la diffondiamo con gioia e con amore.
Video-messaggio di Papa Francesco alla vigilia del Viaggio Apostolico a Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina), 02/06/2015 PAPA FRANCESCO
“Quando siamo stanchi o ci diventa pesante il compito di evangelizzare, è bene ricordare che la vita che Gesù ci offre risponde alle necessità più profonde delle persone, perché tutti siamo stati creati per l’amicizia con Gesù e per l’amore fraterno.”
Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa a Ñu Guazú di Asunción – Viaggio Apostolico in Ecuador, Bolivia e Paraguay, 12/07/2015 PAPA FRANCESCO
Dal libro: EVANGELII GAUDIUM. ESORTAZIONE APOSTOLICA “Gesù vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Notizia non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio.” PAPA FRANCESCO
“Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra”
Discorso del Santo Padre durante l’Udienza al Collegio Cardinalizio, 15/03/2013 PAPA FRANCESCO
“Si può pensare che l’evangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie, facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. L’importante è Gesù e lasciarsi guidare da Lui. Poi possiamo fare le strategie, ma questo è secondario.”
Risposta alle domande poste dai fedeli in occasione della veglia di Pentecoste con i movimenti, le nuove comunità, le associazioni e le aggregazioni laicali, 18/05/2013 PAPA FRANCESCO
“A volte sembra che si ripeta oggi quello che è accaduto a Babele: divisioni, incapacità di comprendersi, rivalità, invidie, egoismo. […] Portare il Vangelo è annunciare e vivere noi per primi la riconciliazione, il perdono, la pace, l’unità e l’amore che lo SpiritoSanto ci dona. ”
Catechesi del Santo Padre in occasione dell’Udienza Generale, 22/05/2013PAPA FRANCESCO
“La diffusione del Vangelo non è assicurata né dal numero delle persone, né dal prestigio dell’istituzione, né dalla quantità di risorse disponibili. Quello che conta è essere permeati dall’amore di Cristo, lasciarsi condurre dallo SpiritoSanto, e innestare la propria vita nell’albero della vita, che è la Croce del Signore.”
Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa per la “Giornata dei Seminaristi, Novizi, Novizie e di quanti sono in Cammino Vocazionale”, 07/07/2013 PAPA FRANCESCO
“La fecondità pastorale, la fecondità dell’annuncio del Vangelo non è data né dal successo, né dall’insuccesso secondo criteri di valutazione umana, ma dal conformarsi alla logica della Croce di Gesù, che è la logica dell’uscire da se stessi e donarsi, la logica dell’amore.”
Omelia del Santo Padre durante la Santa Messa per la “Giornata dei Seminaristi, Novizi, Novizie e di quanti sono in Cammino Vocazionale”, 07/07/2013 PAPA FRANCESCO
“E’ dalla contemplazione, da un forte rapporto di amicizia con il Signore che nasce in noi la capacità di vivere e di portare l’amore di Dio, la sua misericordia, la sua tenerezza verso gli altri. E anche il nostro lavoro con il fratello bisognoso, il nostro lavoro di carità nelle opere di misericordia, ci porta al Signore”
Discorso pronunciato dal Papa durante l’Angelus in Piazza San Pietro, 21/07/2013 PAPA FRANCESCO
“La Chiesa ha le sue radici nell’insegnamento degli Apostoli, testimoni autentici di Cristo, ma guarda al futuro, ha la ferma coscienza di essere inviata – inviata da Gesù – , di essere missionaria, portando il nome di Gesù con la preghiera, l’annuncio e la testimonianza.”
Catechesi del Santo Padre in occasione dell’Udienza Generale, 16/10/2013 PAPA FRANCESCO
“Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna.
”Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2014, 26/12/2013 PAPA FRANCESCO
“Siamo chiamati a diventare nel mondo un Vangelo vivente: con una vita santa daremo “sapore” ai diversi ambienti e li difenderemo dalla corruzione, come fa il sale.
Discorso pronunciato dal Papa durante l’Angelus in Piazza San Pietro, 09/02/2014 PAPA FRANCESCO
“Bisogna impegnarsi sulla preparazione del terreno, sulla larghezza della semina. Agire come fiduciosi seminatori, evitando la paura di chi si illude che il raccolto dipenda solo da sé, o l’atteggiamento disperato degli scolari che, avendo tralasciato di fare i compiti, gridano che ormai non c’è più nulla da fare.”
Discorso del Santo Padre alla Riunione della Congregazione per i Vescovi, 27/02/2014 PAPA FRANCESCO
“Una famiglia evangelizzata è un prezioso agente di evangelizzazione, soprattutto perché irradia le meraviglie che Dio ha operato in essa.
”Discorso del Santo Padre in occasione della visita “Ad Limina Apostolorum” dei Presuli della Conferenza Episcopale di Spagna, 03/03/2014 PAPA FRANCESCO
“La Parola di Cristo in noi cresce quando noi la proclamiamo, quando noi la diamo agli altri! E questa è la vita cristiana. E’ una missione per tutta la Chiesa, per tutti i battezzati, per tutti noi.”
Parole di Papa Francesco durante la recita dell’Angelus, 14/03/2014 PAPA FRANCESCO
In Scena il riadattamento della famosa parabola del Vangelo (Lc. 15,11-32)
I ragazzi della Parrocchia di San Giovanni Battista in Ferro di Cavallo- Perugia, hanno portato in scena la famosa Parabola del Figliol Prodigo tratto dal Vangelo di Luca. Attraverso il teatro, questo gruppo di ragazzi, desiderano lanciare un messaggio d’amore e di speranza rivolto a tutti. L’amore, si sa, è la molla che fa girare il mondo, da sempre, ma c’è un amore più grande di tutti che è l’amore di un padre con la P maiuscola: Dio. Inarrestabile, invincibile, sempre pronto a cercare ovunque e comunque i propri figli e, in generale, l’uomo, il sentimento viscerale tra Dio e la sua creatura, non si arrende davanti a nessun ostacolo, non si scandalizza, spera sempre in una possibilità. In questo caso il Figliol Prodigo, che rappresenta anche ciascun uomo che va per i suoi sentieri e cerca ostinatamente di cavarsela solo con le proprie forze, ritrova poi, tornando indietro sui suoi passi, un accesso privilegiato nel cuore del Padre che lo accoglie a braccia spalancate; infatti Dio, che attende alla porta la sua creatura, spiando in lontananza il suo ritorno verso casa, è sempre misericordia, dolcezza, illimitato perdono e disarmante amore!
Non resta altro che andare a vedere questo coinvolgente Musical che i ragazzi della compagnia di Perugia stanno in questo tempo portando in giro un po’ ovunque: sarà senz’altro una riuscita rappresentazione che seminerà nel cuore del pubblico grandi sentimenti di speranza ricolmi di gratuita testimonianza evangelica.
Rembrandt, il ritorno del figliol prodigo
Esiste anche un famoso dipinto ispirato a una di queste parabole. Si tratta di un quadro a olio su tela del celebre pittore olandese Rembrandt: Ritorno del Figliol Prodigo. Il quadro venne dipinto nel 1668 ed è oggi conservato nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Siamo alla fine della parabola, quando il figlio ingrato torna a casa. È vestito di stracci, spezzato nel corpo e nell’anima dai propri vizi e dalle conseguenze dei propri errori. Sta in ginocchio davanti al padre, pentito, consapevole del proprio fallimento e della propria mediocrità, resa ancora più bruciante dalla presenza di quello che con ogni probabilità è suo fratello maggiore, sulla destra della scena, che lo guarda e lo giudica. Il padre no. Non c’è giudizio nei suoi gesti, non c’è condanna nel suo sguardo che avvolge il figlio più giovane. Solo amore e perdono. I suoi occhi sono quelli di un cieco, come se li avesse consumati per guardare i propri figli, per seguire con apprensione le loro vicissitudini. Un altro dettaglio importante sono le sue mani, posate sulle spalle del figlio inginocchiato: una mano maschile, una femminile, come se nell’amore egli diventasse padre e madre nello stesso tempo. Ancora, il cranio del figlio è rasato, come si conviene a un penitente, ma anche come quello di un neonato. Nell’amore del padre misericordioso, nel suo perdono che va oltre ogni colpa, il giovane rinasce a nuova vita. La luce, che avvolge le due figure centrali, i colori, tutto concorre per esprimere la solennità del momento, la trascendenza quasi mistica che l’amore opera su padre e figlio. Rembrandt, profondamente religioso, trascorse tutta la propria vita tra vizio e redenzione, e forse questo quadro ha voluto essere il suo testamento spirituale e il suo atto di contrizione.
Papa Francesco, che ha raccontato la parabola in diverse occasioni, ha ribattezzato il figliol prodigo come il giovane furbo. In effetti a volte si perde di vista il significato del termine prodigo, che non significa ritrovato, come alcuni credono, ma spendaccione! Il Sommo Pontefice ha saputo rendere quanto mai attuale la parabola, portando il giovane figlio ribelle come esempio di tutti i ragazzi che credono di poter prendere la propria strada, ignorando le regole e i consigli dei genitori, salvo poi dover tornare sui propri passi quando le cose si mettono male. E a questo punto interviene il Padre, Dio, che non solo non accusa il figlio ingrato del suo fallimento, ma anzi lo riaccoglie con una grande festa. “Dio è molto buono, approfitta dei nostri fallimenti per parlarci al cuore” ha affermato il Papa, mostrando come anche un fallimento, un errore diventa un’occasione di perdono e amore.